Eliteness #03 – IT

― CRESCITA PERSONALE ―

― CRESCITA PERSONALE ―

I n mezzo al trambusto delle nostre vite sempre più affollate di cose da fare, coltivare degli spazi bianchi (momenti riservati e privati in cui il nos- tro essere interiore può finalmente trovare es- pressione) ci permetterebbe di vivere meglio. Un incontro con Clotilde Dusoulier, master coach certificata, responsabile del podcast Change ma vie .

Il modo in cui gestiamo il nostro tempo quanto dice sulle nostre aspirazioni, sulla nostra autostima

L’uso che facciamo del nostro tempo, tanto quanto del denaro di cui disponiamo, rivela ciò che noi consideriamo veramente im- portante. In che cosa si vuole o non si vuole investire. Il nostro tempo è la risorsa più preziosa che ci sia. Non si rigenera e non sappiamo nemmeno quanto ne abbiamo a disposi-

osservare cosa si sceglie di fare in quel momento. Personal- mente a volte mi concedo delle settimane di calma che defi- nisco “quiet weeks”, durante le quali cerco di non ascoltare podcast, di non leggere, né di riempire il mio universo interiore di conoscenze e di scambi.

e sulla nostra realizzazione personale?

Senza questi momenti liberi rischiamo di perderci?

Esattamente, questi mo- menti bianchi possono fare posto a pensieri che, in man- canza di questo spazio, non

Perché a volte può essere utile fermare il tempo?

Viviamo vite piene di distra- zioni, possibilità, opportu- nità, persone da incontrare

zione. Il modo in cui lo usiamo rivela la nostra capa- cità di dire di no quando vogliamo farlo, di pren- derci cura di noi stessi, o di fare delle scelte. È proprio a questo bivio che non possiamo più raccontarci storie. Colmare il divario tra il dire e il fare, ecco a cosa si riduce tutto.

si manifesterebbero. Perché spesso è solo nei momenti in cui non siamo attivi o presi da qualcosa che possiamo ascoltare il contenuto del nostro discorso interiore. È in questi momen- ti di calma che sorgono i dubbi, o magari l’insoddisfazione o persino il risentimento. Preoccupazioni e ansie vengono a galla quando concediamo loro uno spazio di ascolto. Sulle prime questi pensieri possono risultare scomodi; ma la cosa migliore da fare è prestarvi attenzione. Altri- menti si rischia di passare la vita a sfuggire da essi. Le persone che dicono di non po- tersi fermare lo fanno principalmente perché quando questo accade, si fan- no sentire i loro interrogativi interiori, mentre sembra più semplice, alme- no temporaneamente, cedere alla tentazione di metterli sotto il tappe- to. Questi momenti di “nulla”, questi “spazi bianchi” rivelano la qualità del rapporto che abbiamo con noi stessi. Coltivarli è il regalo più bello che pos- siamo farci, incominciando il più presto possibile. È un modo per mantenere un rap- porto di qualità con noi stessi che ci permetterà di poter contare sulle nostre forze in caso di difficoltà.

ed esperienze da vivere. Il che è ovviamente meraviglioso, per- ché muoversi velocemente e progredire ripaga a diversi livelli. Ma allo stesso tempo, si potrebbe anche ottenere un beneficio reale bilanciando questa corsa sfrenata con momenti simili a spazi incolti da dedicare alla riflessione, al gioco, persino ad una noia apparente; perché simili momenti per

Un funzionario pubblico che sostenesse che la pulizia della città è una delle sue priorità e il cui budget per la nettezza urbana diminuisse di anno in anno verrebbe facilmente smascherato. Se si ritiene che il rapporto con i propri genitori sia molto importante, ma non li si chiama da due mesi, c’è qualcosa che non torna. O tale rapporto non è così importante come si dice, o gli si dovrebbe dedicare più tempo.

se stessi possono dare profondità e prospet- tiva a tutto il resto. La maggior parte di noi avrebbe molto da guadagnare col- tivando intenzionalmente dei “mo- menti di nulla”; vivendo pienamente

Nella nostra cultura giudaico- cristiana e capitalista, l’ozio viene molto facilmente associato alla pigrizia.

momenti che non sono produttivi. Questo ci consentirebbe anche di evitare il superlavoro. Tale inatti- vità risponde a un bisogno umano reale, che i nostri stili di vita mo- derni non sono in grado di preser- vare. Dunque, se non riprendiamo il controllo sull’organizzazione del nostro spazio/tempo, se non decidia- mo di rendere veramente libero il tempo libero, quest’ultimo continuerà a riempirsi fino all’orlo da solo e noi finiremo per stancarci anche nel tempo libero se questo è sempre completamente occupato!

Il suo podcast totalizza 25 milioni di ascolti. Le persone hanno bisogno di imparare a conoscersi meglio?

Lanostra società ha un grosso problema: non lascia spazio alle emozioni. Sembrano qualco- sa di cui vergognarsi, un po’ impudiche o ingom- branti, quando in realtà si trovano assolutamente al centro della nostra esperienza di vita. Ho dei figli e vedo che la scuola sta cominciando a cambiare: le emozioni sono sempre più spesso affrontate e discusse. La mancanza di considerazione dell’aspetto emotivo ha un impatto sui nostri sentimenti nel quotidiano e sul nostro modo di portare a compimento i nostri progetti. Noi offriamo quindi degli strumenti utili per compiere un giro a 360 gradi attraverso i diversi ambiti della nostra vita. La pratica degli “white spaces” è uno di questi.

Ma non siamo stati educati a non fare nulla; c’è il rischio che insorga la noia...

Effettivamente la maggior parte delle persone associa il riposo o il nulla alla noia; arrivano a considerarli una perdita di tempo, solitudine

Concretamente, come appropriarci di questo tempo bianco?

Per la maggior parte di noi è necessario programmare questi appuntamenti con noi stessi, senza pianificare

alcuna attività e senza porsi alcun obiettivo, se non quello di ascoltare ciò che abbiamo voglia di fare. Io, da parte mia, quando riservo dei momenti di tempo bianco per me stessa, non passo necessariamente due ore senza fare nulla. L’idea è quella di creare una sorta di parentesi, senza lasciarsi sopraf- fare dalla lista di “cose da fare” e senza rischiare di ritrovarsi a pulire le fughe delle piastrelle del bagno! Che cosa ho voglia di fare? Sdraiarmi sul divano, ascoltare musica, sedermi, leggere, non fare niente, camminare? L’idea è quella di regalarsi un mo- mento per sé stessi e di ascoltarsi. E sarà poi interessante

o vuoto esistenziale. Ma in questi tempi bianchi, l’idea è quel- la di andare alla ricerca del piacere che si prova nell’esistere nel momento presente, nell’”essere” in sé. Il che non è facile quando si è abituati, sin da bambini, a sentirsi dire che non si deve “stare senza far niente”. Nella nostra cultura giudai- co-cristiana e capitalista, l’ozio viene molto facilmente asso- ciato alla pigrizia. Chi non fa nulla è inutile e non ha posto nella società. Finisce per trasformarsi in una specie di clandestino... Da lì a dire che quella persona non ha ambizione né valore, il passo è breve!

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