Eliteness #03 – IT

― A M B I E N T E ―

― A M B I E N T E ―

M olti di noi ricordano le immagini di Yann Arthus-Bertrand pubblicate nel suo libro “La terra vista dal cielo”; in partico- lare quella di un’isola a forma di cuore in mezzo alle mangrovie della Nuova Caledonia, che è diventata l’emblema della sua opera. Un incontro con un ecologista innamorato della Terra e delle persone che la popolano.

“gestiti” dagli elettori. Quindi l’impegno personale è fon- damentale.

nante vedere il loro straordinario impegno… Vede, quan- do 40.000 persone scendono in strada a marciare per il clima, siamo felici. Ma quando tornano i vincitori dei Mondiali di calcio, siamo in due milioni. Quando saremo in due milioni in strada a manifestare, non per il clima, ma per la vita sulla Terra, il mondo cambierà!

do più un aereo da 5 anni. Avrei potuto iniziare prima, ma tant’è... Per “LEGACY, la nostra eredità”, l’ultimo film che ho realizzato, abbiamo riciclato immagini che aveva- mo già girato per evitare di viaggiare e abbiamo anche ordinato delle immagini a dei dronisti in loco.

La sua fondazione Good Planet propone una carta GoodPME per le imprese. Qual è il ruolo che sono chiamate a svolgere?

Ogni produttore conosce meglio di chiunque altro le leve d’azione su cui può agire. Se sei un pro- duttore di materassi e ti chiedi quali mate- riali utilizzi nei tuoi prodotti, come li tras- porti, da dove provengono, se pensi

Da molti anni sensibilizza le persone alla tutela dell’ambiente attraverso la bellezza dei paesaggi del nostro pianeta. Questo metodo dà migliori risultati rispetto alle immagini negative?

Purtroppo non credo che una bella foto di un ghiacciaio, di una mon- tagna, di un deserto possa da sola cambiare il mondo. E la bellezza è anche nell’azione delle persone che ama- no, condividono, dona-

Secondo lei, per riuscire a combattere il cambiamento climatico bastano le azioni individuali, o serve un impegno molto più ampio da parte dell’industria?

al riciclo o ai modi per ripararli, il tuo approccio individuale avrà conseguenze globali. Ogni dirigente d’impresa può aggiungere ulteriore

Ho smesso di mangiare carne. E sto cercando di eliminare anche i latticini per evitare la sofferenza degli animali.

Il fotografo ambientalista Yann Arthus-Bertrand è stato nominato nel 2009 “Ambasciatore di Buona Volontà” del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.

no... Questa bellezza si chiama amore, in fin dei conti. I miei film Woman e Human sono importanti per me, per- ché parlano di qualcosa di diverso dalla mera bellezza del mondo. Ci rassicura dire che la bellezza cambierà il mondo. Ma secondo me sono solo belle parole. Posso anche dire che ogni volta che mostro la bellezza, ho l’im- pressione di mostrare qualcosa che è molto al di sotto della realtà che ho visto. E non c’è bisogno di andare in Sud America per vedere la bellezza; è lì vicina a casa, nel bosco... Nell’armonia della natura, tutta intorno a noi.

Non vedo alcuna differenza tra l’impegno individuale e quello delle imprese. L’im- portante è che siamo tutti consapevoli di ciò che sta accadendo. Ho appena te- nuto una videoconferenza di fronte a mille bambini di una scuola in Belgio, e ho avuto diffi- coltà ad esprimermi, perché i giova- ni di oggi ci parlano della fine del mondo, della distruzione del pianeta...

significato alla sua azien- da e renderla più virtuo- sa. L’importante è agire. Secondo me, agire rende felici. Le imprese hanno un ruolo enorme da svolgere; non bisogna dimenticare che il denaro per la crescita provie- ne esclusivamente da loro: sono loro che fanno girare l’economia di un Paese. In questo senso giocano un ruolo di pri- mo piano, molto più importante di quello di uno Stato, io credo. Sono loro ad avere la chiave.

Ha girato il film sulla Convenzione dei cittadini per il clima. Cosa le rimane di questa esperienza?

Questi 150 francesi che sono stati estratti a sorte, provenendo da ogni tipo di estrazione sociale e politica, per progettare delle misure

Eppure continuiamo ad essere incapaci di fermare la crescita ad ogni costo. Più sono forti gli allarmi dell’IPCC, più continuiamo a emettere CO2. Siamo completamente incoscienti. Sappiamo d’altra parte che basterebbe ridurre annualmente il consumo di combustibili fossili del 5% per raggiungere il nostro obiettivo… Il che è impossi- bile finché ci troviamo in un sistema dove la crescita è una specie di tirannia, di religione; perché è la crescita che finanzia anche il funzionamento degli Stati, degli os- pedali, ecc... La nostra vita quotidiana è condizionata dalla crescita: il nostro potere d’acquisto, il nostro la- voro… Ma questo non deve impedire a tutti noi di fare qualcosa. Anche un produttore di biancheria da letto può fare qualcosa. Le aziende sono gestite da persone, non da robot. A differenza dei politici che alla fine sono

Ho smesso di man- giare carne. E sto cercando di eliminare anche i latticini per evi- tare la sofferenza degli animali. Naturalmente, se si mangia il formag-

Da un punto di vista più personale, quali cambiamenti comportamentali ha introdotto per limitare le emissioni?

di contrasto al cambiamento climatico non sapevano nulla di ecologia e sfide ambientali. Hanno saputo do- cumentarsi e pensare a delle soluzioni attraverso l’in- telligenza collettiva. Una simile esperienza ha cambiato completamente la vita di queste persone. Ho realizzato che la soluzione era a portata di mano: lavorare insieme a un grande progetto collettivo, è così che possiamo spe- rare un giorno di cambiare le cose. C’era in loro meno cinismo, nessuna traccia di scetticismo, erano lì a mente fresca a cercare di cambiare il mondo. Hanno inviato un rapporto a Emmanuel Macron che, ovviamente, non ha ancora avuto seguito; ma è stato comunque impressio-

gio degli alpeggi svizzeri, questo non è necessario. Ma purtroppo, in Francia, tre quarti dei formaggi che consu- miamo sono di produzione industriale. Se ci si può rifor- nire dai piccoli produttori di carne che allevano maiali o mucche in modo corretto e su piccola scala, anche questo va bene. A ciò si aggiunga il fatto che non pren-

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