soddisfazione ( life satisfaction ) e ricchezza di senso di vita ( life sense ), mette chiaramente in luce questi elementi evidenziando come le persone siano principalmente cercatrici di senso. La “libertà-di” è senz’altro un ingrediente di base essenziale per la soddisfazione di vita, sia se guardiamo alla libertà d’iniziativa garantita dalle regole della politica, sia alle condizioni che abilitano e arricchiscono le nostre libertà come il reddito e la salute. Regolarità empiriche valide a tutte le latitudini e in diversi periodi storici evidenziano come il porsi obiettivi che danno senso alla propria esistenza, essere generativi (ovvero produrre impatti sociali positivi) e realizzare una vita di relazioni soddisfacente, sono però altri ingredienti
da porre alla nostra libertà che è conseguenza della sua potenza, ovvero della capacità di produrre con le nostre azioni effetti indiretti indesiderati sul benessere di altri e delle generazioni future. La storia delle scienze sociali ha spesso sposato un approccio riduzionista alla soluzione del problema delle esternalità: l’utilità degli individui (modellati come “miopemente autointeressati”) consiste nel massimizzare le proprie dotazioni di consumo e di reddito e sono le istituzioni (con tasse e regolamenti) a superare i fallimenti del
mercato e a far coincidere ottimo privato e ottimo sociale. Le evidenze dell’economia sperimentale mettono invece in luce il fatto che gli individui hanno
anche preferenze eterointeressate (avversione alla
diseguaglianza, altruismo, generatività, reciprocità) e dunque possono internalizzare le esternalità
fondamentali per la soddisfazione di vita.
per avere maggiore soddisfazione di vita.
Fonti
La letteratura empirica recente sulle determinanti del benessere soggettivo, misurato come
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