LA LIBERTÀ È DIALOGICA
Domande tutt’altro che accademiche, quando ci si rende conto del valore fondamentale della relazione educativa come rapporto tra soggetti autonomi, ma in posizioni differenti l’uno rispetto all’altro. Le concezioni oggi dominanti nell’educazione si contrappongono sull’aspetto più politico di questa relazione: da un lato, la necessità di formare il pensiero critico e creativo, tipica della pedagogia critica; dall’altro, il bisogno di trasmettere conoscenze e competenze in modo efficace, tipico del funzionalismo pedagogico. Lo scontro verte sulle
priorità e le reciproche accuse di autoritarismo e indottrinamento. Ma l’autoritarismo indottrinante si basa sull’imposizione deliberata delle conoscenze; la libertà in pedagogia è invece data dal dialogo tra i soggetti coinvolti, le cui domande generano altre domande e costruiscono collettivamente il sapere. La prospettiva dialettica, nell’esempio della coscientizzazione proposta da Paulo Freire, si pone
di Marco Ferrari*
Cosa distingue l’educazione dall’indottrinamento? Dove termina l’autorità dell’insegnante e inizia l’autocoscienza dell’allievo/allieva?
come antidoto a ogni coercizione educativa.
L’idea che l’educazione sia un atto politico, per il fatto di avere conseguenze reali
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*Professore a contratto di Educazione, cittadinanza e patrimonio culturale - marco.ferrari@uniroma2.it
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