RACCOLTO
in CAMPO
in collaborazione con
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Presentazione
L’ azienda M accarese S p A, in primo piano nella ricerca ed innovazione tecnologica
L’azienda Maccarese SpA è stata da sempre estremamente aperta ed interes- sata all’innovazione ed alla ricerca ed ha avuto innumerevoli e consolidati rapporti con atenei ed enti di ricerca, italiani ed internazionali, tra cui l’Università della Tuscia. Ad esempio, negli anni 1990 l’azienda Maccare- se, allora ancora di proprietà dell’IRI, ha partecipato ed ha ospitato nella sua sede i laboratori del Consorzio Agrital Ricerche, di cui faceva parte l’Università della Tuscia ed altri di ricerca enti pubblici e privati, che ha sviluppato diverse attività di ricerca nel territorio dell’azienda. Ma anche precedentemente, nei terreni dell’azienda Maccarese si svolgevano sperimentazioni, volte ad esempio alla messa a punto di nuove varietà di fru- mento od alla prova di nuovi macchinari. Dopo il passaggio della Maccarese alla Benetton nel 1998, non è diminuita la disponibilità e l’interesse dell’azienda ad ospitare ricercatori e stu- denti per svariate attività di ricerca sia in campo zootecnico che agronomico. In particolare, in quest’ultimo ambito, l’azienda Maccarese si è distinta nel panorama delle aziende italiane per essere stata una delle prime ad intraprendere la transizione verso l’agricoltura di precisione. Ad esempio, nel 2007 un sistema di mappatura georeferenziato della raccolta è stato installato sulla mietitrebbiatrice dell’azienda, una New Holland CX860. Da allora la mappatura della resa viene effettuata sulle colture di frumento duro e tenero, colza e favino, con un accumulo annuale di dati preziosi, spesso anche esaminati in studi effettuati da studenti e ricercatori dell’Università della Tuscia, mettendoli ad esempio in relazione con il monitoraggio delle col- ture mediante immagini satellitari multispettrali ed iperspettrali. Successivamente l’azienda si è dotata di sistemi GNSS per i propri trattori e nel 2016 l’azienda ha acquistato una falcia-trincia-caricatrice New Holland FR700 con sistema di monitoraggio e mappatura della produzione di mais da insilato con un sensore volumetrico per la misura del prodotto raccolto ed un sensore con tecnologia NIR per la valutazione dell’umidità del prodot- to. Nel 2019 l’azienda ha acquistato una falcia-trincia-caricatrice New Holland FR780 con le più aggiornate tecnologie 4.0 incluso un sensore NIRS per la valutazione qualitativa del pro- dotto raccolto. Con i dati elaborati dai sistemi di raccolta è stato possibile individuare le zone dei campi con produttività inferiore alla media per poi capire come intervenire, così come ca- ratterizzare al meglio la qualità del trinciato di mais da destinare all’alimentazione del bestia- me. Le mappe della resa sono state utilizzate anche per la creazione di mappe di prescrizione per le successive operazioni colturali quali semina e concimazione. Infatti, l’azienda si è attrez- zata da tempo con seminatrici e spandiconcime a rateo variabile ed adotta, ormai da anni, se- mina e concimazione di precisione, grazie alla migliore conoscenza dei terreni acquisita anche grazie a mappature della resistività elettrica apparente dei suoli con sensori prossimali geoe- lettrici e numerose analisi del terreno, svolte anche dall’Università della Tuscia. Questo per- corso ha indirizzato l’azienda verso la strada dell’intensificazione sostenibile. L’azienda Maccarese in questi anni non è stata solo una delle più grandi, avanzate ed efficien - ti aziende agricole italiane, ma è stata anche un grande laboratorio di pieno campo aperto a numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali, in particolare sulla zootecnica e sull’a- gricoltura di precisione. Ad esempio, nei suoi terreni sono stati messi a punto algoritmi di stima di variabili biofisiche delle colture agrarie e delle proprietà del suolo dal satellite iperspettrale di nuova generazione PRISMA. I risultati delle ricerche svolte a Maccarese sono stati pubbli- cati in riviste scientifiche internazionali e presentati a numerosi convegni. Alcuni dei molti studenti che hanno svolto presso l’azienda la tesi o il tirocinio sono stati infine assunti dall’a - zienda Maccarese a testimonianza del proficuo scambio tra mondo produttivo ed universitario.
© Prof. Raffaele Casa Professore ordinario di Agronomia Università degli Studi della Tuscia
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BKT CASE HISTORIES: MACCARESE, IL RUOLO CHIAVE DEGLI PNEUMATICI IN UN’AZIENDA AGRICOLA TOP
È ormai ampiamente dimostrato che la scel- ta dello pneumatico giusto in funzione delle diverse destinazioni d’uso riveste la massima importanza ai fini della redditività dell’azien- da agricola, contribuendo in maniera deter- minante alla riduzione dei costi di produzione e garantendo quindi significativi risparmi. La conferma ci arriva da una struttura del calibro della Maccarese spa, tra le più grandi aziende agricole nazionali con i suoi 3.200 et- tari di superficie, di cui circa 2.600 coltivati, nel comune di Fiumicino, alle porte di Roma, nonché una delle più grandi realtà imprendi- toriali italiane, di proprietà dal 1998 di Edizio-
ne spa controllata dalla famiglia Benetton e forte di un fatturato medio annuo che si ag- gira intorno ai 16 milioni di euro. L’IMPORTANZA DELLA SCELTA DEGLI PNEUMATICI PER LA RIDUZIONE DEI COSTI DI PRODUZIONE «La redditività dell’azienda è abbastanza complessa – fa presente l’amministratore de- legato Claudio Destro ( nella foto a destra ) – ma è chiaro che gli pneumatici rientrano in quello che è l’efficientamento aziendale con due aspetti che richiedono particolare at- tenzione e che sono la durata dello pneuma-
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D a sinistra nella foto : P ier P aolo V asco , specialista tecnico commerciale U nivergomma , P iero T orassa , F ield E ngineering M anager BKT E urope , S imone S ebastiano , tecnico della M accarese spa , L ucia S almaso , M anaging D irector BKT E urope , C aterina O rioli , G lobal D igital M arketing S pecialist BKT T ires , G abriella U siello , M arketing & C ommunication M anager BKT T ires , e M arianna M ussone , P ublic R elations M anager BKT E urope .
tico stesso e l’ottimizzazio- ne dei consu- mi di carbu- rante legata al suo impie- go. Conside- rando anche che qui in azienda ab- biamo un par- co macchine di grandi di- mensioni, con più di 25 trat- tori, si tratta di valutazioni
che già da tempo siamo soliti fare nel mo- mento di procedere alla sostituzione degli pneumatici». Un concetto che viene appro- fondito da Simone Sebastiano , appartenen- te al gruppo di tecnici che si occupano degli aspetti agronomici, zootecnici e meccanici dell’azienda. «Per quanto riguarda gli pneu- matici di primo equipaggiamento abbinati a macchine e attrezzature ci atteniamo in ge- nere alle proposte del concessionario – spie- ga il tecnico – mentre in fase di sostituzione
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siamo abbastanza attenti ad esaminare le caratteristiche dei vari pneumatici presenti sul mercato con lo sguardo rivolto anche alle nuove tecnologie IF e VF che consentono alle macchine agricole di trasportare carichi più pesanti a bassa pressione di gonfiaggio ri- spetto agli pneumatici standard, garanten- do un ciclo di vita del prodotto maggiore». «In quest’ultimo periodo, poi, così come stia- mo procedendo ad uniformare il nostro par- co macchine, stiamo gettando le basi per uniformare anche il parco gomme e in que- sto processo ci avvaliamo del supporto del nostro gommista di fiducia, che peraltro è un rivenditore ufficiale di pneumatici BKT, che ci aiuta nella scelta della soluzione migliore per una determinata macchina, in modo tale da restringere il numero di marchi utilizzati e poter contare su un’assistenza dedicata». LA COLTIVAZIONE DEI TERRENI FINALIZZATA ALL’ALIMENTAZIONE DEL BESTIAME E DEI DUE IMPIANTI DI BIOGAS Una breve panoramica della Maccarese ci permette di farci un’idea della mole di lavoro che devono sostenere le macchine agricole aziendali, in particolare i trattori e con essi gli pneumatici che li equipaggiano. La ripartizione colturale – finalizzata in pri- mis all’alimentazione del bestiame, rappre- sentato da circa 3.600 capi di razza Frisona Italiana, di cui 1.400 vacche in mungitura che producono in media 40 chili di latte al giorno con tre mungiture, e a quella dei due impianti di biogas da 999 e 635 kW – vede una netta prevalenza del mais da insalato, al quale sono destinati un migliaio di ettari, affiancato da cereali invernali da trinciato (grano tenero, orzo e miscugli di erbacee) su 600 ettari, e da grano duro da granella prodotto su circa 500 ettari. Completano il quadro 140 ettari di mandorleto e 20 ettari di cardo. L’UTILIZZO INTENSIVO DEI TRATTORI AZIENDALI, CON 2.000 ORE DI LAVORO ALL’ANNO Considerate le dimensioni dell’azienda, i ter- reni sono estremamente variegati – si va da quelli di natura prevalentemente sabbiosa vi- cino alla parte costiera a quelli in cui preval- gono la torba o l’argilla, a volte anche misce- late all’interno dello stesso appezzamento – e
in funzione della loro struttura vengono deci- se le tecniche colturali da adottare, che spa- ziano dall’aratura, su 200-250 ettari in media ogni anno, alla minima lavorazione, effettua- ta intorno ai 15-20 cm di profondità cercando di preparare il letto di semina in un unico pas-
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saggio, alla semina su sodo, che rappresenta ormai una tecnica consolidata impiegata su circa 250 ettari all’anno destinati ai cereali in- vernali. Largo spazio anche all’agricoltura di preci- sione che, accanto alla guida assistita, com-
prende per il mais semina, concimazione e di- serbo (di pre-emergenza) a rateo variabile, con l’aggiunta del monitoraggio in tempo re- ale del raccolto mediante spettroscopia NIR. In questo contesto non si può certo dire che i mezzi aziendali vengano risparmiati o sottou-
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tilizzati. «I trattori di potenza medio-alta e alta, oltre i 240 cavalli, (il range di potenza dei trattori aziendali, ripartiti tra i due brand John Deere e New Holland, va da 50 CV ai 410 CV del cingolato John Deere 8RX, ndr) – ci in- forma Sebastiano – lavorano in media 2.000 ore all’anno, per cui nel giro di 5-6 anni rag- giungono le 10-12.000 ore di lavoro, dopodiché provvediamo a sostituirli, mentre per i trat- tori più piccoli il turnover è decisamente più lento». BKT: UNA GAMMA IN CONTINUA EVOLUZIONE, PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DEL MERCATO PONENDO ATTENZIONE AGLI INPUT DEGLI UTILIZZATORI A darci la misura dell’utilizzo intenso dei trat- tori aziendali è un New Holland T8.330 che, forte di 327 CV di potenza massima con bo- ost, viene destinato prevalentemente ai la- vori gravosi da campo ed è equipaggiato con BKT AGRIMAX FORTIS nella misura 600/70/R 30 sull’asse anteriore e AGRIMAX RT 765M nella misura 710/70/R 42 sul posteriore. Due tipologie di pneumatici che ben si pre- stano alle operazioni di lavorazione e prepa- razione del terreno, essendo in grado di ga- rantire un’eccellente trazione. Nello specifico, per quanto riguarda AGRIMAX FORTIS, esso è stato progettato con una carcassa rinfor-
zata in nylon che consente di assicurare un’elevata produttività nel campo e di pre- servare il terreno grazie ad una ridotta com- pattazione del suolo. «Si tratta però di due prodotti che possiamo definire standard e per i quali è in atto un’e- voluzione dell’offerta aziendale – tiene a pre- cisare Piero Torassa , Field Engineering Ma- nager di BKT Europe –. In particolare, AGRIMAX RT 765M è caratterizzato, su espressa richiesta della clientela, da una lar- ghezza del battistrada più ampia rispetto all’originario 765, e verrà progressivamente sostituito dalla new entry AGRIMAXFACTOR, pneumatico di ultima generazione che pre- senta una robusta carcassa in poliestere a garanzia di stabilità laterale, rapidità nella ri- sposta dello sterzo ed elevato comfort su strada, anche ad alte velocità o in applicazio- ni con carichi importanti». L’ESIGENZA DI PNEUMATICI ADATTI SIA ALLA LAVORAZIONE DEL TERRENO SIA ALLE APPLICAZIONI DI TRASPORTO Come si può però facilmente immaginare, in un’azienda come la Maccarese, estesa su 12 chilometri in lunghezza e 3 in larghezza, l’im- piego delle macchine agricole è tutt’altro che limitato al campo. «Ci sono periodi dell’an- no in cui i nostri trattori macinano chilometri su chilometri nei trasferimenti dal centro
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aziendale al campo e viceversa – sottolinea Sebastiano –. Tanto per fare un esempio, du- rante la raccolta degli insilati solo per spo- starsi dal centro aziendale, che è ubicato nella parte nord della Maccarese, ai terreni della zona sud vengono percorsi una ventina di chilometri tra andata e ritorno che, molti- plicati per 20 viaggi al giorno, fanno in media 400 chilometri, ai quali va aggiunto poi il tra-
gitto del trattore in campo in affiancamen- to alla macchina da raccolta. Da qui la nostra esigenza di avere degli pneu- matici versatili, adatti sia all’utilizzo in cam- po, con qualsiasi condizione di terreno, sia al trasporto su strada, e devo dire che in que- sto BKT si è mostrata in grado di soddisfare le nostre richieste meglio dei suoi competi- tor».
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AGRIMAX FORCE: LA TECNOLOGIA IF REINTERPRETATA DA BKT Ci offre un valido esempio di questa poliva- lenza di impiego AGRIMAX FORCE, lo pneuma- tico best seller di BKT nato per migliorare le prestazioni dei trattori a elevata potenza su ogni tipologia di suolo e anche su strada. Alla Maccarese l’abbiamo visto montato su un John Deere 7290R da 313 cavalli di potenza massima nella misura IF 620/75/R 30 sull’asse anteriore e IF 710/75/R 42 sul retro-asse. Come ci illustra Pier Paolo Vasco , specialista tecnico commerciale di Univergomma, distri- butore italiano degli pneumatici agricoli e agro-industriali di BKT, la caratteristica fon- damentale della gamma AGRIMAX FORCE è la tecnologia IF che garantisce un limitato im- patto del macchinario sul terreno, dunque una ridotta compattazione del suolo che ne assicura il rispetto. La tecnologia “IF”, rein- terpretata da BKT, permette infatti ai mac- chinari di godere di un’impronta a terra più ampia, per un’elevata capacità di galleggia- mento e una distribuzione uniforme dei cari- chi a pressioni di gonfiaggio inferiori rispetto ad uno pneumatico standard. «Siamo soddisfatti di questa scelta – com- menta Sebastiano – perché, oltre al ridotto impatto ambientale, la versatilità è una delle
caratteristiche che maggiormente apprez- ziamo in uno pneumatico, vista la necessità di utilizzare la stessa gommatura del trattore in campo, in abbinamento ad attrezzature differenti, che possono essere la seminatrice e il carrobotte, ma anche nei tragitti su stra- da. In questo caso possiamo farlo senza do- ver modificare la pressione di gonfiaggio, con un evidente risparmio di tempo». AGRIMAX V-FLECTO: UN MIX DI FLESSIBILITÀ, EFFICIENZA E POTENZA «AGRIMAX FORCE – specifica Torrassa – è stato il primo prodotto con tecnologia a pres- sioni inferiori sviluppato da BKT, che successi- vamente ha introdotto nella sua gamma la tecnologia VF allargandola step by step alle alte potenze, in funzione delle richieste del mercato. Oggi per i trattori ad alte presta- zioni destinati ad impieghi continuativi, e mi riferisco in particolare alle categorie delle grandi aziende agricole e dei contoterzisti, abbiamo pertanto due prodotti di riferimen- to con misure simili: AGRIMAX FORCE con tec- nologia IF, concepito in primo luogo per lavori gravosi su campo, come dimostra il minor nu- mero di ramponi, che sono però più larghi e più alti, e AGRIMAX V-FLECTO con tecnologia VF, in grado di trasportate il 40% di peso in più
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rispetto a uno pneumatico standard della stessa misura e con lo stesso cerchio racco- mandato». Quest’ultimo è stato scelto come secondo equipaggiamento di un trattore New Holland T7.270 Auto Command nella misura VF 600/60 R 30 NRO (=Narrow Rim Option, che consente il montaggio di cerchi standard) sull’asse an- teriore e in quella VF 710/60/R 42 sull’asse po- steriore. Progettato per migliorare le perfor- mance dei trattori ad alta potenza, AGRIMAX V-FLECTO permette di massimizzare il carico senza cambiare la pressione di gonfiaggio e a beneficiarne non è solo l’agricoltore, che rie- sce a trasportare in tempi ridotti maggiori carichi, ma anche e soprattutto il terreno, che, grazie all’impronta a terra più ampia e alla profondità del battistrada maggiorato del 10% in larghezza, risente solo di una ridot- ta compattazione. Inoltre, grazie all’intrinse- ca flessibilità della carcassa, lo pneumatico con la stessa bassa pressione può anche es- sere utilizzato nel trasporto su strada, con un buon comfort di guida.
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SIGNIFICATIVA RIDUZIONE DELLA COMPATTAZIONE DEL SUOLO E DEI CONSUMI DI CARBURANTE Caratteristiche vincenti che, come eviden- zia Torassa, hanno trovato conferma nel marchio di qualità DLG-Approved conferito dal DLG Test Center Technology & Farm In- puts, istituto tedesco indipendente di test, agli pneumatici BKT AGRIMAX V-FLECTO VF 650/65 R 42 e VF 540/65 R 30. In particolare, con una pressione di gonfiag- gio di 0,6 bar, AGRIMAX V-FLECTO ha mo- strato una pressione al suolo inferiore del 16% rispetto agli altri pneumatici testati – tra cui marchi premium e budget – e la più bassa profondità di impronta a terra, che determinano una riduzione significativa del- la compattazione del suolo, cruciale per le pratiche agricole sostenibili. Da evidenziare anche il consumo di carburante ridotto di circa il 5% che equivale a un risparmio pari a quasi 15 litri di carburante ogni giorno per trattore. Ma c’è anche un’altra interessante prero- gativa, l’autopulitura, ed è proprio il tecnico della Maccarese a metterla in risalto. «Ab-
biamo notato che gli pneumatici AGRIMAX V-FLECTO, ma direi più generale gli pneuma- tici marcati BKT, si distinguono rispetto ad altri prodotti analoghi per le maggiori capa- cità autopulenti». ECCELLENTI PROPRIETÀ DI AUTOPULITURA PER GLI PNEUMATICI BKT CHE EQUIPAGGIANO RIMORCHI E CARROBOTTE L’eccellente autopulitura è anche una delle- doti degli pneumatici che equipaggiano i ri- morchi e il carrobotte della Maccarese: ne sono un esempio gli pneumatici della gamma RIDEMAX FL 693 M, montati nella misura 560/60 R 22.5 165D sui due dumper gemelli a tre assi della ditta Zaccaria da 27 tonnellate di capacità e nella misura 600/55 R 26.5 sul carrobotte spandiliquame da 25.000 litri, an- ch’esso a tre assi della ditta Grazioli. «È abbastanza sorprendente – puntualizza Sebastiano – come questi pneumatici, anche dopo essere stati impiegati su terreni fan- gosi, o con erba e detriti, nel momento del trasferimento dal campo alla strada lascino la carreggiata pulita. Un aspetto che per noi rappresenta sicuramente un plus per noi che spostiamo di frequente i mezzi da un campo all’altro». «È abbastanza sorprendente – puntualizza Sebastiano – come questi pneumatici, anche dopo essere stati impiegati su terreni fan- gosi, o con erba e detriti, nel momento del trasferimento dal campo alla strada lascino la carreggiata pulita, e questo è sicuramen- te un plus per noi che spostiamo di frequen- te i mezzi da un campo all’altro». L’AMPIA E VARIEGATA GAMMA FLOTATION DEL MARCHIO INDIANO BKT dispone di un’ampia gamma di pneumati- ci Flotation differenziata in funzione del tipo di applicazione, con riferimento non solo al disegno e alle caratteristiche del battistra- da ma anche alle numerose misure offerte. «L’FL 693 M, ad esempio – afferma Torassa – è il tipico prodotto utilizzato nel Sud Europa, mentre spostandoci verso il Nord viene data la preferenza a pneumatici Flotation con una configurazione del battistrada più aper- ta adatta a garantire maggiore grip sui ter- reni bagnati e cedevoli».
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La misura 560/60R22.5 è quella maggiormen- te impiegata in Italia e per essa alla Macca- rese hanno scelto l’indice di carico 165D, an- che in questo caso il più diffuso dei tre disponibili. L’FL 693 M, è caratterizzato dalla presenza di una cintura in acciaio altamente resistente che contribuisce a sostenere il carico e assicura un’usura più uniforme, so- prattutto in caso di utilizzo prevalente su strada. Al fine di contrastare l’usura irregolare degli pneumatici dei rimorchi e ritardarne la so- stituzione un’importante raccomandazione sulla quale pongono l’accento sia il Field Engi- neering Manager di BKT Europe sia lo spe- cialista tecnico commerciale di Univergom- ma è quella di invertirne le posizioni dal momento che l’usura che si determina sull’asse centrale, che non è sterzante, è molto più alta rispetto a quella sugli assi an- teriore e posteriore: un’operazione che va effettuata o dal Service dealer di riferimen- to o dal cliente stesso che conosce il proble- ma.
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DA BKT LO PNEUMATICO GIUSTO PER OGNI IMPIEGO
Per finire, tornando alla variegata offerta di BKT nel segmento Flotation, Piero Torassa ci informa del recente inserimento nella gam- ma pneumatici BKT di POWERTRAILER SR 331, un nuovo pneumatico radiale All-Steel appositamente concepito per l’utilizzo su mezzi di rimorchio, autobotti e autocisterne, progettato in particolare per l’impiego in operazioni di trasporto su strada. Esso si di- stingue da un lato per le buone capacità di galleggiamento in campo, che contribuiscono a ridurre la compattazione del suolo, e, dall’al- tro, per l’ottima stabilità, anche a velocità elevate, specialmente nelle manovre più im- pegnative come rotonde o curve. Lucia Salmaso , Managing Director di BKT Eu- rope, conclude: «Si tratta dell’ennesima con- ferma della particolare attenzione che BKT rivolge alle esigenze dei clienti e degli utenti finali. Grazie al nostro costante impegno nel- la ricerca e nello sviluppo di pneumatici all’a- vanguardia e altamente innovativi, siamo in grado di rispondere in modo efficace anche alle richieste più sfidanti degli operatori del settore. Maccarese è un esempio concreto di questa capacità, un’ulteriore conferma di come gli pneumatici BKT sappiano offrire prestazioni eccellenti anche su vasti terreni
e siamo felici di affiancare una realtà così im- portante in Italia nelle sue operazioni, anche le più complesse». Ed è proprio in questa varietà di proposte dedicate che anche un’azienda così vasta e diversificata per struttura e indirizzi coltu- rali come la Maccarese può trovare il pro- dotto giusto per le proprie necessità.
© Barbara Mengozzi
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MACCARESE SPA, GIGANTE DELL'AGROALIMENTARE ITALIANO
Maccarese Spa, società benefit, è un model - lo di eccellenza e un esempio virtuoso su come si possa coniugare tradizione e inno - vazione, successo economico e responsabi - lità sociale e ambientale. L'azienda gestisce le risorse idriche e il suolo in modo respon - sabile e cura il benessere animale. È un ri - ferimento per il settore agroalimentare ita - liano e internazionale.
ciale e ambientale, consolidando il suo ruolo di realtà leader nel settore agricolo ed econo- mico. Il top management aziendale vede come presidente Andrea Benetton e come amministratore delegato Claudio Destro . Un'azienda agricola colossale di 3240 ettari, tutti in un unico corpo, che la rende una delle più grandi d'Italia. Ha un fatturato di 16 milio- ni di euro che deriva per il 60% dalla parte zo-
L’azienda Maccarese Spa, con sede nell’omo- nima località del comune di Fiumicino, rappre- senta un'eccellenza nel panorama agroali- mentare italiano. Nata nel 1925 come Società Anonima Bonifiche, un lustro dopo venne ce- duta all’IRI (Istituto per la ricostruzione indu- striale), diventando un’azienda pubblica. Nel 1998 è stata privatizzata ed è di proprietà di Edizione spa riconducibile alla famiglia Be- netton . In questi anni ha saputo coniugare imprenditorialmente tradizione e innovazio- ne, successo economico e responsabilità so-
otecnica, per un altro 20% dall’energia, grazie a due impianti di biogas. L’ultimo 20% di reddito arriva dalla coltivazione dei terreni. Ad accompagnarci nel- la visita aziendale è
Simone Sebastiano del team tecnico aziendale che si occupa delle atti- vità agronomiche e del- la meccanizzazione.
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SOCIETÀ BENEFIT La particolarità di quest’azienda agricola è che è incastonata nella località in cui opera. L’azienda Maccarese e la comunità di Mac- carese (Fiumicino) sono un’unica cosa e non potrebbe essere altrimenti. L’impegno dell’a- zienda per la sua cittadina è notevole e molta innovazione aziendale è destinata proprio a rendere più funzionale il rapporto tra azien- da e comunità. Nel 2019 la Maccarese ha ottenuto la certifi- cazione ISO 45001 per la gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Nel 2021 è diventata So- cietà Benefit ed ha previsto nel suo statuto aziendale che si impegna a migliorare il be- nessere della comunità, la salvaguardia dell’ambiente e del territorio e contribuisce all’avviamento dei giovani nel mondo del lavo- ro. Le società benefit - di recente introduzione in Italia - sono aziende che, nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di divi- derne gli utili, perseguono finalità di beneficio comune ed operano in modo responsabile, so- stenibile e trasparente nei confronti di per- sone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni e
altri portatori di interesse. L’azienda agricola verifica l’efficacia di bene- ficio comune dell’approccio adottato attra- verso gli strumenti del sistema di gestione dell’ambiente UNI EN ISO 14001, ottenuto nel 2008 A ben riflettere la Maccarese era società benefit ancor prima di ottenerne la certifi- cazione, perché ha sempre avuto l’obiettivo di generare, oltre che al profitto finanziario, un impatto positivo sulla comunità e sull'am- biente. Gestisce la cura del verde urbano, ospita le scuole, mette a disposizione il Castello di San Giorgio del XVI secolo per i matrimoni, dà la- voro a tanti giovani del luogo, contribuisce a molte iniziative associative locali, gestisce 400 ettari di oasi naturalistiche attraverso il Wwf; custodisce un accurato archivio stori- co aziendale di 500 mq che è anche la storia di Maccarese, così come dell’agricoltura ita- liana. Qui si è sempre fatto ricerca ed oggi si conti- nua a farla e promuoverla, ospitando tra l’al- tro la sede mondiale di Bioversity Internatio- nal, prestigioso istituto scientifico internazionale green-agro-alimentare.
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OCCUPAZIONE E FORMAZIONE «L’attività lavorativa dei dipendenti è stata fortemente settorializzata e altamente spe- cializzata per cui non c'è mai commistione di lavoro tra gli addetti – rileva il Ceo Claudio Destro -. Lavoriamo sulla base di protocolli e lavorazioni standardizzate e quindi c'è chi ali- menta i vitelli, chi fa il carro miscelatore, chi si occupa della riproduzione». In aziende si contano 86 dipendenti con un’età media di 38 anni. Di questi 46 sono impiegati nell’allevamento, 26 si occupano delle attività colturali, 14 impiegati amministrativi e tecnici uffici. «Nel 2000 – spiega il Ceo - facemmo un accor- do con il liceo scientifico di Maccarese e con la Provincia di Roma e demmo vita all'Istituto Tecnico Agrario Leonardo da Vinci che è ubi- cato in azienda ed è il terzo a Roma dopo Ga- ribaldi e Sereni. Partimmo con due classi e oggi ci sono 370 ragazzi che studiano qui nell’alternanza scuola-lavoro. Per il nostro personale attingiamo proprio da questo isti- tuto scolastico, anche perché con l’attività che pratichiamo di precision farming abbia- mo bisogno di forza lavoro giovane e digital- mente competente. Ma in generale contribu- iamo all'avviamento dei giovani al mondo del lavoro con accordi sottoscritti con tutte le università che ci mandano i tirocinanti per 3-4 mesi». Nell’ambito dell’azienda è stato realizzato pure un “Polo formazione per lo sviluppo agro-zootecnico”, costituito da molteplici partner e dall’Università della Tuscia, di cui è presidente proprio Claudio Destro e che è fi- nalizzato ad erogare corsi di formazione; «ora - ha annunciato - abbiamo una grande ambizione, preparare il corso di capo azienda e capo stalla, che sono due ricercate figure lavorative». Nell’ambito della costruzione dove è ubicato il nuovo centro di mungitura (di cui parliamo più avanti, ndr) sono state realizzate anche delle aule universitarie che affacciano sulla giostra. «D’intesa con l’Università di Tor Ver- gata stiamo lavorando affinché si possa av- viare la prima facoltà laziale in Veterinaria, in particolare per grandi animali, con corsi uni- versitari che si svolgeranno proprio nella no- stra azienda».
BIOGAS Già dal 2010, l'azienda gestisce due impianti di biogas, che contribuiscono alla riduzione in atmosfera del metano, il gas serra natural- mente prodotto dalle deiezioni dei bovini. Ol- tre che con i sottoprodotti animali (effluenti e scarti dell'alimentazione del bestiame) gli impianti vengono alimentati da biomasse de- dicate. La parte solida del substrato, inodore e dota- ta di un elevato potere assorbente, trova nuovo impiego come lettiere per le bovine da latte, offrendo un valido sostituto ai mate- riali tradizionali. La frazione liquida, invece, viene impiegata come fertilizzante nei campi, apportando nutrienti preziosi al terreno e favorendo la crescita delle colture. L'energia elettrica prodotta, pari a circa 39 MW lordi al giorno, viene immessa nella rete elettrica nazionale, contribuendo alla produ- zione di energia da fonti rinnovabili. Una par- te dell'energia elettrica generata viene im- piegata per alimentare i sistemi stessi, completando il ciclo virtuoso di autosuffi- cienza energetica.Nel complesso un modello di economia circolare a beneficio dell'am- biente.
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SEMINATIVI Maccarese S.p.A. si distingue per la sua colti- vazione di seminativi impiegando tecniche agricole innovative. Si coltivano su 600 ettari diverse varietà di cereali invernali, tra cui grano tenero, orzo, triticale, utilizzando tecniche di precisione per ottimizzare la resa e la qualità del pro- dotto. Il grano duro da granella è prodotto su 500 ettari. Da sottolineare anche la coltivazione di 20 ettari a cardo dal quale viene estratto l’olio per produrre bioplastiche. Il mais da insilato viene coltivato su 1200 ha tra primo e secondo raccolto. con tecniche di minima lavorazione, utilizzando varietà ad alto rendimento e resistenza alle malattie. Vengono utilizzate attrezzature specifiche per la lavorazione superficiale del terreno e per ridurre la compattazione e migliorare la salute del suolo. I raccolti sono finalizzati all’alimentazione del bestiame e per alimentare le centrali di bio- gas. Solo il grano viene venduto all’esterno dell’azienda.
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Si impiegano diversi sistemi di irrigazione, tra cui a goccia, a pioggia e per cannone, vengo- no utilizzate tecniche per ottimizzare l'utiliz- zo dell'acqua e ridurre lo stress idrico delle colture. L'azienda utilizza diverse tecnologie di preci- sion farming, tra cui la mappatura del terre- no, la variabilità del tasso di applicazione e il monitoraggio delle colture, per ottimizzare l'utilizzo di input e migliorare la resa. Da alcu- ni anni il grano prodotto in azienda è a resi- duo zero. MANDORLICOLTURA E OLIVICOLTURA L’azienda ha realizzato il più esteso mandor- leto super intensivo italiano, su 140 ettari con la piantumazione di 325 mila piante, un mo- desto contributo al miglioramento dell’am- biente. L’esperienza imprenditoriale di Maccarese fa da apripista. «Il nostro investimento è sta- to una scommessa - ha detto Destro -. Nell’archivio storico aziendale non c’è trac- cia di esperienze passate di coltivazione del mandorlo; abbiamo investito i primi 36 ha e poi siamo andati in crescendo». I mandorleti vengono coltivati con un siste-
ma di irrigazione a goccia e concimati con un piano nutrizionale specifico per ottimizzare la produzione di frutti di alta qualità. «Ci interessava individuare una coltivazione
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redditizia, con un alto livello di meccanizza- zione ma che, nell’ottica della sostenibilità, desse benefici all’ambiente. Contiamo di ot- tenere 250 ton di CO2 sequestrata».
All’interno dell’azienda, tra ottobre 2019 ed aprile 2022, sono stati piantumati più di cin- que ettari di olivo con sistema di impianto super intensivo SHD altamente tecnologico ed un investimento complessivo di 11 mila piante. Le varietà trapiantate sono Lec- ciana, Oliana, Arbosiana, Arbequina, Sikitita e mostre varietali derivanti da programmi di miglioramento genetico uniche nello sce- nario nazionale italiano. Nel 2023 si è ottenuto il primo olio extraver- gine di oliva con delicate note amare e pic- cante nel finale e con un bouquet floreale elegante e raffinato. «È un evo poco invadente adatto a tutti gli usi in cui si vuol dare un valore aggiunto. Presenta un ottimo profilo chimico con un alto contenuto in polifenoli che conferisco- no un’elevata stabilità ed evidenziano signi- ficativamente la salubrità del prodotto. Le nostre olive vengono raccolte direttamen- te dalla pianta tramite macchina scavalla- trice evitando il contatto con la matrice del suolo. La molitura avviene entro le do- dici ore successive al fine di preservare la qualità e le caratteristiche organoletti- che».
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L’ALLEVAMENTO CORE BUSINESS Il core business dell’azienda è senz’altro l’alle- vamento zootecnico d'avanguardia di 17 ha con 3600 capi bovini di cui 1400 in lattazione che la fanno essere – con la produzione di 18 milioni di litri di latte all’anno - tra le prime aziende lattiere in Italia. Questa straordina- ria produzione copre il 15% del fabbisogno di latte di Roma Capitale, consolidando Macca- rese come attore chiave nel settore lattie- ro-caseario della regione. L'eccezionale produzione di latte di Macca- rese è il risultato di un approccio articolato basato su tre pilastri fondamentali. 1 - Benes- sere animale: Al primo posto c'è il benessere degli animali. Maccarese ospita le sue vacche da latte in strutture moderne e spaziose, do- tate di comfort all'avanguardia. Ogni capo dispone di 20 metri quadrati di spazio, garan- tendo ampia libertà di movimento e massimo comfort. Questo impegno verso il benessere animale è stato riconosciuto da CreNBA, l'En- te Nazionale per il Benessere Animale. 2 - Pre- cision Livestock Farming (PLF): Maccarese ha abbracciato l'innovazione tecnologica in- vestendo fortemente nelle soluzioni PLF. Questi strumenti consentono un monitorag- gio preciso delle singole vacche, fornendo in- formazioni preziose sulla loro salute, produt- tività e comportamento. Questo approccio basato sui dati permette interventi proattivi, ottimizzando la cura degli animali e miglioran- do la salute generale della mandria. 3 - For- mazione del personale: Riconosciuta l'impor- tanza di un personale qualificato, Maccarese investe costantemente nella formazione dei suoi dipendenti. Ciò garantisce che i lavora- tori siano dotati delle conoscenze e dell'espe- rienza necessarie per fornire la migliore assi- stenza possibile agli animali e gestire le operazioni di allevamento con la massima ef- ficienza. Particolare attenzione viene data al benes- sere delle vacche durante il parto. Una strut- tura appositamente progettata per le esi- genze di circa 1.800 parti all'anno, garantendo un ambiente sicuro e confortevole sia per le vacche partorienti che per i vitelli. Si provvede anche all’ingrasso per circa 15-20 mesi dei vitelli maschi nati in azienda per la produzione di carne che viene venduta sul mercato romano della ristorazione e della grande distribuzione.
Il 72% del fabbisogno alimentare della man- dria viene prodotto all’interno dell’azienda. La restante parte (28%) viene acquistata da fornitori esterni, garantendo un approvvi- gionamento continuo e di alta qualità. Sempre attenta a innovazione, benessere animale e welfare, di recente è stato inaugu- rato il nuovo e ultratecnologico centro rota- tivo di mungitura a giostra. «Si tratta – dice Claudio Destro - di una sala di mungitura da 60 poste gestite da 4 addetti; c’è poi un quinto operatore che segue gli spo- stamenti degli animali; il vantaggio di una sala di mungitura a giostra è dato dalla rapidità con cui si possono mungere gli animali. Di per sé il nuovo centro di mungitura consente di aumentare la produttività degli operai; obiet- tivo che si associa a quello dell'aumento del benessere degli animali; cioè le due cose van- no di pari passo, perché siamo in grado non solo di mungere molto meglio le bovine per tutta una serie di accorgimenti tecnici che ci sono. Ovviamente la tecnologia va sempre avanti, per cui anche la mungitura di per sé seppur tradizionale, nel corso del tempo è stata migliorata molto. E d’altra parte si rie- sce a mungere un animale con una velocità nettamente superiore e quindi l'animale ha più tempo per riposare, mangiare o bere. Questo è estremamente correlato con l'au-
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mento della produzione del latte e quindi l'au- mento della produttività stessa». È l’animale che si muove portandosi di fronte all’operatore, che rimane stazionario. L'a- vanzamento è regolato sulla base della rota- zione della giostra; la vacca si inserisce nella posta di mungitura. Ci sono due robottini, uno in ingresso ed uno in uscita della posta- zione dell’animale che vanno praticamente ad alleviare l'operosità manuale del mungito- re Uno dei problemi più grandi per il mungito- re è la sindrome del tunnel carpale (STC); per esempio gli addetti che lavorano in azienda - considerando che si mungono nell’arco di una giornata quasi 5mila animali (1400 capi per tre volte al giorno), tenendo presente che ogni animale ha 4 capezzoli - dovrebbero svolgere l’operazione di disinfezione dei capezzoli delle vacche circa 18mila volte. «Abbiamo pensato al miglioramento tecnolo- gico e produttivo ma anche al benessere dei lavoratori in contemporanea a quello degli animali – commenta Destro -. Perché va be- nissimo la sostenibilità, ma deve essere anche “etica”, attenta alle esigenze dei lavoratori. Da noi c'è un'interpretazione diversa dell'uso della robotica e della tecnologia, che non l'abbiamo prevista per risparmiare forza la- voro; l'obiettivo è stato piuttosto quello di al- leggerire il lavoro degli addetti e migliorarlo.
Poi ovviamente in futuro andremo ad aumen- tare la capacità produttiva oraria intanto però abbiamo fornito agli operatori degli strumenti che gli hanno permesso (rispetto alla mungitura che facevano circa un anno fa) di ridurre del 50% l'operosità manuale».
L’ARCHIVIO STORICO L’archivio storico della Maccarese intitolato a Carlo Benetton è a disposizione degli stu- diosi con la documentazione aziendale che va dalla metà degli anni Venti agli anni Novanta del Novecento. È interessante per approfondire la storia d’impresa, l’evoluzione del settore agricolo e la storia sociale ed economica della comunità che attorno all’azienda è nata e si è sviluppa- ta.
© Monica Menna
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Supplemento a MECCAGRI NEWSLETTER del 24 Maggio 2024
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 361 del 5 dicembre 2011
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D irettore R esponsabile Barbara Mengozzi
C oordinamento R edazione Simona Pozzi
R edazione
Francesco Ponti Emanuela Stìfano (Iniziative Speciali) Andrea Vittorielli
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