FIAT 466

Novità sui trattori e macchine agricole all'Agritechnica 2023.

KUHN

FIAT 466 54 CAVALLI DI PURA FORZA FIAT TRATTORI

MOTORE 3 CILINDRI DA 2.592 CENTIMETRI CUBI

TRASMISSIONE MECCANICA 12+4, 20+8 CON RIDUTTORE O 12+12 CON INVERSORE La trasmissione base adottata sui 466 con- sisteva in un cambio meccanico, a marce sincronizzate con ingranaggi elicoidali, 12+4 con 4 marce e 3 gamme in avanti, in grado di far viaggiare il trattore da una velocità minima di 1,7 chilometri orari con pneuma- tici posteriori 13.6/12-28 a una velocità mas- sima di 31,3 chilometri orari con pneumatici posteriori 14.9/13-28. In opzione, era possibile dotare il tratto- re di un riduttore supplementare del tipo

La serie 66 di FIAT Trattori è stata prodotta dal 1982 al 1984 negli stabilimenti di Modena ed era composta da quattro modelli – 466, 566, 666 e 766 – con potenze che andavano dai 54 cavalli ai 78 cavalli, offrendo trattori a 3 e 4 cilindri semplici e robusti in grado di destreggiarsi con valore in ogni situazione lavorativa. Il 466 era il modello d’ingresso di questa se- rie, un vero tuttofare che ha conosciuto un grande successo grazie alla capacità di svolgere ogni attività con forza e grinta.

Il 466, caratterizzato come il resto della serie da un cofano che ricalcava le linee squadrate della serie 80 aperto ai lati e ri- baltabile in avanti, era dotato di un motore serie 8035.02, un diesel a 4 tempi con inie- zione diretta a 3 cilindri per una cilindrata di 2.592 centimetri cubi. La potenza era di 54 cavalli (39,7 kilowatt) erogati a 2.600 giri/ min, mentre il regime di coppia massima si otteneva a 1.400 giri/min. Il motore era raf- freddato a liquido attraverso una miscela di acqua e liquido FIAT “PARAFLU 11”.

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un giro delle ruote posteriori. Per la presa di forza a 540 giri/min andava montato il terminale di 1 pollici a 6 scanalature, men- tre per la 1.000 giri/min andava montato il terminale di 1 pollici a 21 scanalature. TRAZIONE SEMPLICE O INTEGRALE: UN “VERO” CAMPO APERTO Nonostante la potenza di 54 cavalli lo inse- rirebbe oggi fra i trattori di piccole dimen- sioni, il 466 si proponeva quale strumento di lavoro in grado di far fronte ad ogni ope- razione nei campi, dalla semina alla fiena- gione fino alla preparazione del terreno. Infatti, il 466 era disponibile sia con trazio- ne semplice sia con doppia trazione (con- trassegnata dalla sigla DT), dimostrandosi un perfetto tuttofare in ogni condizione di lavoro, grazie anche all’idroguida opzionale che rendeva più comodo e maneggevole lo sterzo. Da segnalare per quanto riguarda il siste- ma frenante l’impiego di freni multidisco in bagno d’olio, in sostituzione di quelli a na- stro. Notevole anche la dotazione in materia di zavorre, in quanto era possibile disporre di

in cascata, sistemato tra la frizione e il cambio a 12 marce che portava a venti il numero di marce avanti disponibili e ad 8 le retromarce. Con tale allestimento, la velocità minima in 1° marcia lenta ridot- ta era di 0,3 chilometri orari, mentre la velocità massima con pneumatici 14.9/13- 28 era di 31,3 chilometri orari, al pari del- la versione base. Per inserire il riduttore era necessario fermare il trattore e, una volta disinnestata la frizione, tirare indie- tro una leva posta a sinistra del posto di guida. La versione con riduttore pesava 15 chilogrammi in più rispetto al modello base. Altro accessorio a disposizione sul FIAT 466 era l’inversore che consentiva di di- sporre di 12 marce in avanti e 12 in retro- marcia: per invertire il senso di marcia era necessario fermare il trattore e spo- stare indietro o in avanti la leva posta a sinistra del posto di guida per azionare le retromarce o le marce in avanti. La ver- sione con riduttore aveva un peso di 20 chilogrammi superiore rispetto al model- lo base con trasmissione 12+4. SOLLEVATORE IDRAULICO CON PORTATA DI 2.300 CHILOGRAMMI E PRESA DI FORZA A DUE VELOCITÀ Il FIAT 466 era dotato di un sollevatore posteriore di 1° o 2° categoria con una portata di 2.300 chilogrammi alle rotule dei bracci inferiori. Alla destra del po- sto di guida si potevano trovare le leve di controllo della posizione e di controllo dello sforzo con relativi pomelli di arre- sto per interrare l’attrezzo sempre alla stessa profondità durante il lavoro. Per quanto riguarda l’impianto idraulico, erano disponibili fino a due distributori ausiliari, utilizzabili mediante altrettante leve poste sempre alla destra del posto di guida. La presa di forza era disponibile nella velocità standard di 540 giri/min e, in via opzionale, 540 e 1000 giri/min, ottenibili

un pacchetto di zavorre anteriori di 6 o 10 piastre di ghisa di 33 chilogrammi ciascuna che, con il supporto del peso di 80 chilo- grammi, permettevano di raggiungere un totale di 278 o 410 chilogrammi. Per le ruo- te posteriori erano disponibili 4 o 6 anelli di ghisa del peso di 50 chilogrammi ciascuno per un totale di 200 o 300 chilogrammi. NUMEROSI ACCESSORI A RICHIESTA Per soddisfare le esigenze di ogni cliente, FIAT Trattori forniva anche sul più piccolo dei Serie 66 numerosi accessori a richiesta, in modo che ogni agricoltore potesse con- figurare il proprio trattore secondo le pro- prie esigenze. Come riportato dal libretto originale di uso e manutenzione, gli acces- sori disponibili erano: inversore meccani-

rispettivamente con il motore a 2.200 e 2.380 giri/min. La presa di forza poteva essere co- mandata dal motore o essere sincronizzata con il cambio e, in tal caso, il terminale scana- lato compiva 8,2 giri con presa a 540 giri/min oppure 14,1 giri con presa a 1.000 giri/min per

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co, riduttore supplementare, thermostart, guida idrostatica, presa di forza 540/1000 giri/min (di serie era prevista solo la 540 giri/ min), filtro dell’aria a secco con spia d’inta- samento luminosa sul cruscotto, semigiunti rapidi maschi per innesto sotto pressione per distributori ausiliari, scarico orizzontale, cassetta degli attrezzi, sedile de luxe, freno a mano sulla trasmissione, valvola speciale per frenatura idraulica dei rimorchi, allog- giamento leva a mano del freno rimorchio, distributori ausiliari per comandi a distanza, dispositivi di traino, zavorre, proiettore po- steriore, parafanghi anteriori (solo per ver- sione doppia trazione) e telaio di sicurezza con tettuccio. Il FIAT 466 era disponibile con telaio di pro- tezione e tettuccio parasole ricoperto da una tela in materiale plastico. Il posto di gui- da era essenziale, con una disposizione ra- zionale dei comandi e delle leve. L’operatore poteva scegliere fra il sedile normale di serie e il sedile de luxe a richiesta, più comodo e avvolgente, potendo contare in entrambi i casi su un posto di guida regolabile e molleg- giato. Il volante in materiale plastico era lo POSTO DI GUIDA ESSENZIALE MA CON UNA DISPOSIZIONE RAZIONALE DEI COMANDI

stesso utilizzato sulla serie 80 e il cru- scotto era retroillumi- nato, rendendo la dotazione del trat- tore completa e in linea con l’offerta delle macchine più grandi. Non essendo previ- sta la cabina per questa serie, si poteva e si può godere ancora oggi del suo- no del tre cilindri FIAT, un motore in gra- do di regalare soddisfazioni a ogni re- gime. Il profumo del gasolio e del gas di scarico che esce dalla marmitta quan-do si accende il trattore sono sen- sazioni che oggi non siamo più abituati a vivere e che ci riportano nostalgica- mente in un’altra dimensione, nel passa- to dei primi anni 80, quando la mecca- nizzazione agri- cola era molto diversa da quella con- temporanea. UNA LUNGA STORIA DI SUCCESSI Dal 1981 al 1983 la serie 66 venne proposta sotto le insegne del marchio FIAT Tratto- ri, per poi subire un aggiornamento con la nascita della nuova Serie 66 Fiatagri. Qui la scritta Fiat posta frontalmente sul co- fano lasciò spazio alla celebre foglia ros- sa e anche gli adesivi sul lato del cofano vennero aggiornati. Negli anni 90, quando venne acquisita la Ford-New Holland, la serie 66 passò sot- to l’egida del nuovo marchio, mantenendo inizialmente il classico colore terracotta per poi cedere al blu New Holland. Risul- tando ormai superata per le terre euro- pee, la serie 66 ha trovato nuova vita in altri mercati extra-europei dove la sem- plicità e la robustezza sono ancora le doti principali da ricercare in una macchina. Così, un trattore con oltre 40 anni di sto- ria alle spalle continua ad essere amato nel mondo, sia da chi lo compra nuovo nei Paesi emergenti sia da chi lo conserva con cura come cimelio del passato, maga- ri ereditato dal padre o dal nonno, goden- do ancora di quelle emozioni meccaniche che solo questi trattori sanno dare.

© Francesco Ponti

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