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MEMORIA E SONNO Lo sospettiamo da un po’: mentre dormiamo il cervello ne approfitta per consolidare i ricordi. Ma questo processo di memorizzazione rimane ancora molto oscuro. Dei ricercatori dell’Università di Ginevra hanno quindi proposto due prove in forma di gioco a un gruppo di partecipanti a un test. Le due prove erano manipolate in modo tale che i partecipanti potessero risultare vincenti in una sola. Poi li si è mandati a dormire dopo averli collegati a un’apparecchiatura a risonanza magnetica. Dal test è risultato che è durante le fasi di sonno profondo che il cervello immagazzina i propri ricordi. E che tende a ricordarsi preferibilmente quelli positivi.
PERCHÉ SI SOGNA? Erik Hoel, un neuroscienziato dell’Università Tufts, situata in Massachusetts, ha formulato un’ipotesi interessante. Per restare capaci di adeguarsi agli eventi inattesi, fisicamente e mentalmente, bisogna confrontarsi regolarmente con essi. Più si invecchia, più le nostre giornate tendono ad assomigliarsi, riducendo il nostro "archivio di esperienze formative". Proiettandoci in una versione estranea del mondo, i nostri sogni potrebbero fungere da "campo di esercitazioni". La teoria richiede però verifiche ulteriori.
SOGNARE AD OCCHI APERTI È difficile ricordare cosa si è sognato dopo il risveglio. Questa constatazione ha indotto dei ricercatori di quattro laboratori dell’Inserm a Parigi, a chiedersi se fosse possibile parlare con persone addormentate mentre sognavano. Hanno così rilevato che alcune, che appartengono a una categoria particolare: quella dei "sognatori lucidi", sono perfettamente in grado di partecipare a una conversazione senza svegliarsi! Capiscono le domande, rispondono con un sì o con un no, oppure con movimenti degli occhi o contraendo i muscoli del viso, e svolgono calcoli semplici. Una scoperta che potrebbe rivelarsi utile per aiutare le persone che soffrono di incubi.
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