affidabilità (per la precisione, ho avuto sottomano la coppia di cavi RCA prephono, sia della linea Deviank, sia di quella Olympia, ossia con una lega di rame e argento e l’altra in puro argento, oltre che i cavi di potenza della linea entry level), ma la mia curiosità risiedeva soprattutto nel fatto che, nel frattempo, avevo avuto modo di cambiare casa e, soprattutto, ambiente di ascolto, in quanto nella nuova abitazione non solo ho avuto a disposizione un locale maggiormente adatto ad ospitare il mio (voluminoso e ingombrante) impianto, ma anche perché non dovendolo più condividere con la mia dolce metà (ucci, ucci, sento odor di famigerato Wife Approval Factor… ), ho potuto trattarlo acusticamente in modo più accurato ed efficace. Quindi, alla luce di quanto premesso, rispetto alla situazione precedente, ero interessato a verificare la reazione di un cavo in lega di puro argento. Dapprima, ho voluto raffrontare l’esperienza d’ascolto con i prodotti La Sound mediante i cavi di interconnessione RCA, tanto per “riscaldare l’atmosfera”, sia con un disco digitale, sia con uno analogico. Mi sono bastati pochi secondi di un CD che conosco come le mie tasche, un superbo xrcd24 della Lim, per essere esatti, quello con i Concerti per pianoforte di Schumann e Grieg, con Radu Lupu solista e André Previn alla testa della London Symphony Orchestra, per rendermi conto che quanto offerto dall’azienda veneta, in fatto di esaltazione del suono, unito a un’ottima neutralità della resa timbrica, continuava ad essere una rassicurante realtà audiofila. Prima di tutto, i cavi RCA hanno mostrato la capacità di controllare, disciplinare ed evidenziare la gamma acuta e medio- acuta con una brillantezza che non è mai diventata sguaiata, esondante, ma capace di lavorare sulle sfumature (il pianoforte del sommo pianista rumeno, con il raffinato fraseggio nei due capolavori romantici, si è trasformato in una sontuosa filigrana
componente, del lavoro di progettazione e di realizzazione e del concetto di filosofia del suono inseguito dall’azienda di Paolo Marchetti, il livello a dir poco esasperato, nel significato positivo e stimolante del termine, imposto da La Sound, fa sì che i prodotti che rientrano qui nella linea entry level in un’altra azienda potrebbero essere tranquillamente ospitati in una categoria decisamente superiore. E sempre per ciò che riguarda questo livello di qualità e di prestazioni, c’è da fare un’altra considerazione: un prodotto entry level de La Sound non vuol dire che dev’essere automaticamente indirizzato o accostato a una catena audio altrettanto entry level. Questo sarebbe un errore gravissimo, poiché per i motivi di cui sopra, un cavo di qualità, persino di altissima qualità, non può fare miracoli, ossia trasformare un impianto di ascolto di modeste prestazioni in un mostro Hi-End, ma può permettere di ottenere il meglio da un impianto in grado di recepire il salto di qualità proposto da un cavo di questo livello. Ecco perché questi cavi RCA della linea Deviank meritano di essere messi a disposizione di una catena audio di una certa importanza, in quanto, faccio un paragone estremo, non si può sperare di ottenere un balzo delle prestazioni da parte di una Cinquecento se si utilizza la scatola del cambio di una Ferrari… L’ascolto di una registrazione analogica alla quale tengo tantissimo, più per motivi affettivi ed artistici e non certo per quelli tecnici, ossia La Traviata verdiana incisa dalla famigerata DG degli anni Settanta, e diretta al fulmicotone da Carlos Kleiber, con Ileana Cotrubas, Placido Domingo e Sherrill Milnes, ci fa capire come si deve comportare un cavo di interconnessione di indubbia qualità, come quello dell’azienda veneta, ossia capace di restituire semplicemente nel modo più veritiero possibile quanto viene offerto in fatto di decodificazione delle informazioni riportate in una determinata registrazione,
di accenti e di colori nel registro governato con la mano destra), così come di permettere un decadimento degli armonici nella gamma grave che non ha lasciato aloni nell’aria, ma che si è riassorbito nello spazio sonoro con la dovuta velocità e la corretta asciuttezza. E poi la percezione di ciò che si trovava intorno e dentro l’evento sonoro, ossia la distanza perfettamente avvertibile che si viene a creare tra strumento solista e compagine orchestrale, con la possibilità di immaginare/misurare la loro distanza fisica, qualità che si riesce a manifestare idealmente allorquando il concetto di profondità fa rima con quello di credibilità.
che sia tecnicamente di ottima o di pessima fattura. E qui, di pessime cose ce ne sono, limitate in parte dalla sovrumana direzione del sommo Kleiber, a cominciare da un pauroso sbilanciamento del registro acuto che corrode e infetta tutto il resto (a volte, come sul finire del primo atto, la voce del soprano greco diviene quasi insopportabile), così come la compagine del Bayerisches Staatsorchester, che gli sciagurati tecnici del suono dell’etichetta gialla hanno preso e scaraventato in faccia all’ascoltatore, il quale si
La coppia di cavi sbilanciati di interconnessione RCA EVO1 che fanno parte della linea Deviank.
Il cavo USB EVO1 della linea top level Olympia.
ritrova praticamente le punte degli archetti dei violini e delle viole negli occhi… Ebbene, la coppia di cavi della linea Deviank non ha fatto altro che focalizzare meglio, si fa per dire, tali pecche, tali difetti, andando ad aiutare ulteriormente gli altri componenti della mia catena audio a restituire con maggiore efficacia il risultato tecnico di questa registrazione, perché, lo ricordo ancora una volta, alta fedeltà non significa far suonare meglio ciò che prima si ascoltava peggio, ma soltanto riproporre con maggiore realtà
Ricordo che ci troviamo di fronte a dei cavi RCA che appartengono alla linea entry level, e qui devo aprire una parentesi: se si tiene conto del loro prezzo, esattamente 1.050 euro per un metro di lunghezza, e della qualità dimostrate, l’etichetta di entry level fa semplicemente ridere, ma se teniamo conto del materiale utilizzato in ogni singolo
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