GrooveBack Magazine 001

ciò che di buono o di sbagliato esiste a monte, ossia sul supporto registrato, il quale è solo il risultato di tutte le informazioni sonore in esso contenute. Chiarito ciò, a quel punto, ed ero veramente MOLTO curioso, sono passato al test d’ascolto del cavo USB della linea top di gamma Olympia. Per metterlo alla prova al meglio, ho scelto due titoli che già possedevo rispettivamente in LP e CD, ossia le Sinfonie n. 3 & 4 di Mendelssohn dirette da Claudio Abbado con la London Symphony Orchestra pubblicate dalla Decca e dei brani orchestrali tratti da opere di Wagner con quel marpione di Leopold Stokowski alla testa della Royal Philharmonic Orchestra, della Symphony of the Air York e della London Symphony Orchestra registrate dalla RCA, titoli che però ho scaricato dalla piattaforma CBH Music in formato 192/24 tanto per non farmi mancare niente… Grandi incisioni con la presenza di opere che impegnano massicce compagini orchestrali e le cui sezioni sono continuamente sollecitate, con repentini passaggi dal ppp al fff e viceversa. E, a proposito di sezioni, proprio per testare la gamma acuta, ho ascoltato con attenzione l’incipit dell’ultimo tempo della Sinfonia Scozzese di Mendelssohn, scandito dal passaggio velocissimo e guizzante degli archi, che mette per l’appunto a dura prova la riproduzione del registro acuto, cosa che il cavo USB de La Sound ha affrontato e digerito con la massima naturalezza, senza mostrare una punta di saturazione o di allarmante “enfatizzazione”, ma restituendo tutte le sfumature setose date dai violini in modo impeccabile e, allo stesso tempo, con una velocità impressionante! E sempre per saggiare velocità, spazialità e sovrapposizione delle sezioni, ho ovviamente ascoltato l’inflazionatissima Cavalcata delle Valchirie wagneriana nella quale Stokowski ci ha sguazzato alla grande, con dosi sovrabbondanti di stentorea pomposità, in una registrazione che vede anche la presenza delle voci femminili, tanto per complicare la resa timbrica del brano. Ebbene, l’irruzione degli ottoni, con l’incalzare dei corni, è stata tratteggiata dal cavo USB con quella grana ideale fatta da un ristrettissimo equilibrio in cui si esprimono il tipico timbro “grasso” degli strumenti in questione unitamente alla velocità degli armonici che devono cadere a picco, senza lasciare sentori nell’aria. E poi le voci dei soprani e dei contralti che, a livello di equilibrio tonale, sono state rese con il dovuto scontorno, facendosi un ricco

baffo della potenza al cubo sparata dagli ottoni (va bene, Stokowski esagerava in fatto di magniloquenza, ma qui mi ha fatto gioco proprio perché volevo sentire come il cavo in questione avrebbe disciplinato tutto questo pandemonio timbrico!). E la stessa naturalezza, la medesima capacità di restituire spazialmente le varie sezioni orchestrali, con tanta, tantissima aria intorno, si è avuta con l’ascolto con il celeberrimo Vorspiel del primo atto del Tristan und Isolde, in cui i piani timbrici, fino all’esplosione del tutti che avviene nella parte centrale del brano, degli archi, dei fiati, degli ottoni e delle percussioni si sono idealmente dispiegati al mio udito, senza provocare il minimo disagio e fatica di ascolto. Conclusioni Proprio in sede di conclusioni desidero svelare il costo del cavo USB della linea Olympia, ossia 1.150 euro, che sia per questioni di mercato (se ci fate caso e vi informate, capirete che il prezzo dell’argento è semplicemente impazzito), sia per le prestazioni che questo prodotto permette di avere, non risulta essere altrettanto “impazzito”, anzi… Certo, anche in questo caso vale lo stesso discorso che si è fatto con i cavi RCA della linea Deviank, ossia che questo componente ha bisogno di essere valorizzato con DAC dotati di attributi di una certa entità, in quanto ciò che riesce a restituire a livello di informazioni lo pone ai vertici della sua categoria, senza dimenticare che, per via della già citata filosofia del suono voluta dall’azienda veneta, anche i prodotti della linea entry level rappresentano un unicum per via della qualità espressa (dopo aver ascoltato della Deviank, oltre ai cavi di interconnessione RCA, anche il cavo prephono e i cavi di potenza, posso ben dire di avere maturato la dovuta esperienza). Insomma, ci troviamo di fronte a una vera e propria eccellenza italica nel panorama della produzione audio, della quale, se si vuole avere un “valore aggiunto” nella propria catena d’ascolto, bisogna tener assolutamente conto.

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