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“Voglio una vita spericolata”:

portinaio - presso il Grand Châtelet. I primi anni non sono molto documentati, nel 1674 però - all’età di soli 13 anni e con il padre scomparso pochi anni prima - Desmarest riuscì a entrare al servizio del re Luigi XIV come uno dei six pages de la musique, paggio e cantante del coro presso la Chapelle Royale, ricevendo una prima formazione generale insieme con un’istruzione musicale sotto la guida di Pierre Robert e Henry Du Mont e, molto probabilmente, studiando anche con Jean-Baptiste Lully, il quale era solito impiegare i paggi della cappella come esecutori nelle sue opere. Divenuto a 17 anni ordinaire de la musique du roi - anche se non ci è noto oggi cosa questo titolo implicasse effettivamente - e con un primo tentativo pochi anni prima di composizione

di Edmondo Filippini

Edmondo Filippini, oltre ad essere il patron di una delle etichette discografiche più attive e interessanti, la Da Vinci Edition, è anche un raffinato musicologo, specializzato in musica barocca. Il suo contributo ci permette di conoscere questo compositore francese, che si formò all’ombra di Jean-Baptiste Lully, e la cui discografia è una testimonianza della sua genialità per nulla intaccata dalle mille avventure delle quali fu protagonista. la straordinaria storia di un grande musicista dimenticato, Henri Desmarets

di un proprio Te Deum, riuscì ad ottenere il suo primo successo a corte con una composizione celebrativa dal titolo Idylle sur la naissance du duc de Bourgogne (oggi perduta). Sebbene avesse solo 22 anni, il suo talento era evidente e i successi riscossi a corte lo portarono a prendere la prima di quelle decisioni che segneranno per sempre la sua vita. L’anno successivo, il 1683, con l’insediamento ufficiale della corte francese presso la nuova reggia a Versailles, Henri partecipa a un concorso per la selezione di quattro nuovi sous-maîtres - o compositori di corte - per la nuova Chapelle Royale. Sono trentacinque i partecipanti (tra cui anche Charpentier, Lorenzani e Nivers), tutti con l’obbligo di mettere in musica il testo del Salmo Beati quorum. Sulla base di queste composizioni (di

Non è sorprendente constatare, per un appassionato di musica che, accanto al lungo regno di Luigi XIV di Francia, ci fu un altro regno, altrettanto profondo e radicato, che dominò il mondo musicale in modo pressoché autocratico, quello incarnato da Jean Baptiste Lully, il quale fu tale fino a quasi la fine della sua vita. Un regno che alla sua scomparsa si lasciò dietro un solco talmente profondo che coloro che vennero dopo di lui riuscirono non senza fatica a colmare e soprattutto a superare. Questa storia parla di uno di questi compositori, forse di quello che più di altri riuscì in qualche modo a distaccarsene e che molto meno di altri poté godere appieno di questo successo, ossia Henri Desmarest (talvolta scritto Desmarets - come sulla pagina del titolo originale di uno dei suoi capolavori, Circé - o

Jean-Baptiste Lully nel ritratto di Paul Mignard.

cui sopravvive solo quella di de Lalande), ne furono scelte quattro per condividere le responsabilità mensili: Goupillet (gennaio), Collasse (aprile), Minoret (luglio) e de Lalande (ottobre). Desmarest, dopo il passaggio della prima selezione, si vede bloccato dal re in persona che seppur valutandolo positivamente, pone il veto proprio pare a causa dell’età troppo giovane, riconoscendogli però una buona pensione per la qualità del lavoro presentato e preferendogli in ultima istanza de Lalande, che scelse personalmente. Frustrato, Henri chiede al re di poter lasciare la corte e la Francia per studiare in Italia, ma ancora una volta entra in gioco Lully che si oppone, sostenendo che ciò avrebbe diminuito la sua padronanza dello stile francese. Che questa fosse una scusa per non lasciarlo partire o per intralciarlo non è noto, sta di fatto che incapace di avanzare di grado o di seguire il suo desiderio, e sentendosi in qualche modo bloccato nella sua creatività, il nostro non si perde d’animo e convince Nicolas Goupillet, uno dei compositori che avevano partecipato e vinto il concorso - immeritatamente peraltro, dato che dietro a questo successo ci fu la raccomandazione di Bossuet, vescovo di Meaux,

Henri Desmarets in una stampa dell’epoca.

ancora Desmaretz oppure Desmarais). Nato a Parigi nel febbraio del 1661 da una modesta ma economicamente solida famiglia, la madre parigina, il padre un huissier - vale a dire quello che oggi definiremmo un

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