GrooveBack Magazine 001

Edwin Elias Gordon è stato un teorico della musica e musicista statunitense, didatta nel campo dell’educazione musicale.

esempio, dai genitori. Esso ci permette di incorporare la capacità di alternanza delle voci, data dal ritmo della sillaba e da quello del singolo suono. Per la precisione, il baby talk , anche detto motherese o madrese , è quel termine che viene utilizzato per indicare il linguaggio che gli adulti adottano quando si rivolgono a un neonato, caratterizzato dall’innalzamento del tono della voce e da un generale rallentamento della locuzione. Viene quasi naturale adoperarlo, come spinti da un istinto biologico, e in parte è così. Il motherese, infatti, è caratterizzato da una modalità di linguaggio altamente musicale che serve a mettere in evidenza ciò che si vuole esprimere al bambino e creare di conseguenza una sintonizzazione affettiva tra l’adulto e l’infante stesso. Tale effetto lo si riscontra anche nella musica, fautrice di quel fenomeno, definito come “sintonizzazione armonica”, che ci porta a battere le mani e i piedi per seguire il ritmo della stimolazione sonora. Altrettanto importante è anche un altro aspetto, quello che riguarda l’acquisizione del linguaggio verbale e musicale che, in un primo momento, risulta innata, naturale e spontanea, mentre solo successivamente l’apprendimento viene perfezionato grazie a giorni, settimane e anni di pratica e in forza della preziosa assistenza di figure esterne più preparate. In un primo momento, definito con il termine di “acculturazione”, il bambino apprende il linguaggio musicale in maniera del tutto istintiva e priva di sforzi eccessivi. Esso, però, per poter essere espresso nel miglior modo possibile dovrà, poi, essere perfezionato attraverso un’adeguata educazione. Tuttavia, questa tipologia di apprendimento, man mano che si cresce, viene messa in secondo piano dall’ambiente didattico, divenendo, in questo modo, sempre più un hobby coltivato a livello individuale. Infatti, da piccoli, a scuola, si apprendono le filastrocche, le canzoni e, se si è fortunati, si impara anche a suonare uno strumento musicale; ma poi questo aspetto viene ben presto abbandonato dall’educazione con lo scopo di far leva sull’accrescimento dei processi cognitivi a livello scientifico. Non viene tenuto conto del fatto che alla base di siffatti sviluppi cognitivi, tanto agognati dalla preparazione accademica, risultano fondamentali quei fattori emotivi e motivazionali che vengono sviluppati proprio dalla musica stessa e dagli strumenti didattici ad essa legati.

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