Karl Weigl, il cantore della Finis Austriae sul solco di Schönberg
meraviglioso edificio quartettistico di Beethoven. Ora, questo Secondo quartetto, unitamente al Quarto quartetto in re minore, insieme con i Tre Lieder per contralto e quartetto per archi e i Tre Lieder per mezzosoprano e quartetto per archi del compositore viennese, è stato registrato in prima assoluta mondiale dall’Ensemble Mark Rothko, formato da Carlo Lazari e Giada Visentin al violino, Benjamin Bernstein alla viola e viola d’amore, e Marianna Sinagra al violoncello, con il mezzosoprano francese Albane Carrère, in un CD pubblicato dalla Urania Records.
di Andrea Bedetti
Questa produzione della Urania Records vede l’Ensemble Mark Rothko e il mezzosoprano Albane Carrère eseguire due quartetti per archi e due cicli di Lieder che il compositore viennese scrisse in momenti di grande effervescenza creativa in un’epoca a dir poco irripetibile, quella che coincise con il tramonto della grande epopea mitteleuropea.
Karl Weigl con la seconda moglie, l’ex allieva Vally.
Come giustamente fa notare lo stesso Benjamin Bernstein nelle note di accompagnamento al CD, questo Secondo quartetto di Weigl, oltre a vantare un originalissimo linguaggio armonico, è intriso da quella dimensione estetica e spirituale data dall’irruzione del celeberrimo Tristan- Akkord , che Wagner inserì all’inizio del Tristan und Isolde , destinato a rivoluzionare
In quello scorcio temporale, semplicemente affascinante e coinvolgente, che fu la Vienna tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, l’arte musicale visse un momento teorico e creativo a dir poco irripetibile, quello in cui, nel giro di pochissimi decenni, la porta che custodiva la camera della visione conservativa fu progressivamente chiusa per permettere la graduale apertura di un’altra porta, quella che permise l’accesso a una nuova visione del mondo dei suoni, culminata nella deflagrante lezione impartita dalla Seconda scuola di Vienna, grazie ad Arnold Schönberg, Alban Berg e Anton Webern. Ma prima che il rivoluzionario linguaggio seriale prendesse il sopravvento o, quantomeno, segnasse un nuovo cammino da intraprendere per i compositori delle nuove generazioni, Vienna rappresentò un immane crogiolo di idee, spinte, discussioni musicali con le quali i musicisti che vissero quella delicatissima fase di passaggio tra il prima e il dopo furono costretti a confrontarsi con coraggio ed entusiasmo. Tra coloro che accettarono di cavalcare la tigre dell’innovazione e del progresso musicali ci fu sicuramente un compositore viennese, Karl Weigl, nato nel 1881, il quale aderì al credo di Alexander von Zemlinsky, del quale fu tra l’altro studente privato, e soprattutto di Arnold Schönberg, con i quali, tra il 1904 e il 1905, diede vita al Vereinigung schaffender Tonkünstler , un circolo creato per studiare, sviluppare e diffondere la musica contemporanea, a cominciare da quella cameristica, le cui ultime propaggini prendevano spunto dalle conquiste cromatiche e armoniche di Wagner, ma portando il linguaggio tonale ai limiti della propria filosofia e della propria possibilità compositive. Weigl, confrontandosi con il più anziano (di sette anni) Schönberg, con Zemlinsky e, soprattutto, con Robert Fuchs e i suoi insegnamenti in materia compositiva, nel biennio 1905-1906 creò due quartetti per archi, il primo in do minore op. 20 e il secondo, con la presenza della viola d’amore, in mi maggiore, quest’ultimo scritto avendo a mente da una parte il Quartetto n. 1 in re minore op. 7 dello stesso Schönberg e dall’altro il
moltissime concezioni armoniche della musica del Novecento, al punto che nella Seconda Scuola di Vienna questo capolavoro operistico fu apertamente considerato come il precursore dell’atonalità, in quanto la continua ambiguità tonale e la tensione legata ad essa portava l’intera costruzione armonica verso un principio di dissoluzione, provocando una sistematica tabula rasa di quanto previsto e imposto fino a quel momento dal linguaggio tonale. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che Weigl tra il 1904 e il 1906 (quindi durante il periodo di composizione dei suoi due primi quartetti per archi) divenne accompagnatore musicale di Gustav Mahler al Teatro di corte di Vienna e che il sommo compositore boemo, grandissimo interprete del teatro wagneriano, nel 1903 diresse una leggendaria versione proprio del Tristan und Isolde , esasperando e portando al limite questa tensione scaturita dal particolare impianto armonico dell’opera, versione che fu senz’altro vista e traumaticamente assimilata dal giovane Weigl.
Due degli illustri maestri di Karl Weigl: a sinistra, Alexander von Zemlinsky e, a fianco, Arnold Schönberg.
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