GrooveBack Magazine 001

Il lavoro di presa del suono effettuato da Gabriele Zanetti non tradisce sostanzialmente lo spirito dell’interpretazione artistica. La caratura della dinamica è adeguata in fatto di energia e di necessaria velocità, anche se la trasparenza timbrica non è ai massimi livelli. Il parametro del palcoscenico sonoro ricostruisce i quattro artisti al centro dei diffusori a una debita profondità, con una discreta altezza sonora, mentre l’ampiezza è un po’ più contenuta e ristretta. Di buona fattura l’equilibrio tonale, sufficientemente reattivo nel riproporre i registri dei quattro strumenti ad arco, ben distinti e focalizzati, soprattutto quando messi a confronto con quello della voce del mezzosoprano francese. Il dettaglio rende in modo veritiero la matericità e la tattilità degli strumenti, permettendo un ascolto che non è mai faticoso con i suoi oltre settanta minuti di durata e tenendo conto di un costrutto armonico che, per via della massiccia presenza dissonantica, penalizza inevitabilmente la prospettiva melodica.

I componenti dell’Ensemble Mark Rothko.

Capitolo a parte merita il discorso dei due cicli liederistici; personalmente, li considero la punta di diamante di questo disco, poiché i vertici compositivi Weigl li raggiunse

proprio con questo genere, unitamente con la sua capacità di trasfigurare il verso poetico in una dimensione sonora (torno a ripetere ancora una volta che il compositore viennese apprese questa lezione da quanto trasmesso teoricamente e creativamente da Schönberg). Il senso lancinante dato dalla nostalgia, da quel senso di Sehnsucht tipico del popolo viennese, fatto di amarezza e di sottile ironia, il rapporto con la morte e con il suo potente e onnipresente alleato allegorico, ossia la notte, sono resi in modo mirabile da Weigl, e i componenti del quartetto sono prodighi di sfumature, di colori anche solo accennati, di timbri che sono pennellate klimtiane, sui quali la voce di Albane Carrère si appoggia per dare pieno sfogo alla dimensione lirica dei versi che colano liquidamente nella straordinaria partitura weigliana (se proprio devo trovare un appunto nella lettura del mezzosoprano è che talvolta, quando la voce raggiunge e staziona sul registro sovracuto, perde leggermente di messa a fuoco e di stabilità nell’emissione).

• Karl Weigl – String Quartet Works • Ensemble Mark Rothko – Albane Carrère (mezzosoprano) • CD Urania Records LDV 14099

• Giudizio artistico: • Giudizio tecnico:

Il mezzosoprano francese Albane Carrère.

È solo una sfumatura negativa che, però, non sminuisce minimamente l’importanza e la bellezza di questo progetto discografico che rende merito a un musicista che dev’essere ancora scoperto e apprezzato, soprattutto nel nostro Paese.

86 | GRooVEback001

87 | GRooVEback001

Made with FlippingBook flipbook maker