Armand-Louis Couperin, una brillante allieva e la Querelle des Bouffons
lasciò il convento a diciassette anni per andare in sposa a Philippe-Louis de Noailles, principe di Poix. Che io sappia, non sono giunti fino a noi ritratti di questa aristocratica, famosa all’epoca per la sua avvenenza e per le sue spiccate doti artistiche, a cominciare da quelle musicali, se si tiene conto che nel 1765 Armand-Louis Couperin decise di dedicarle la sua seconda raccolta di Sei Sonate in pezzi di clavicembalo con accompagnamento di violino ad libitum, una raccolta che ora è stata registrata per l’etichetta discografica Stradivarius da Liana Mosca al violino e Pierre Goy al clavicembalo. In un certo senso, la sporadicità con la quale Armand-Louis Couperin componeva, viene confermata dal fatto che ci sono quattordici anni di distanza tra la pubblicazione di questa seconda raccolta rispetto alla prima, avvenuta per l’appunto nel 1751 e dedicata a Madame Victoire de France, figlia di Luigi XV. La registrazione della raccolta di Sonate pubblicata nel 1765 ci permette di fare un po’ più di luce sullo stile compositivo di Armand-Louis Couperin, stile che è stato ancorato per molto tempo alla definizione che ne diede il viaggiatore e critico inglese Charles Burney, quando durante una sosta in terra francese nel 1770, ebbe a definire la musica del Couperin in questione legata ancora al passato e alla classica scuola francese. In realtà, come spiega dettagliatamente il musicologo Hervé Audèon, specialista nella musica francese per tastiera del XVIII secolo e che ha curato le note di accompagnamento al disco, la prospettiva dalla quale inquadrare oggi il contributo musicale di Armand-
di Andrea Bedetti
Il rappresentante meno famoso della dinastia musicale del Barocco francese è il protagonista di questa nuovissima registrazione della Stradivarius, che vede Liana Mosca al violino e Pierre Goy al clavicembalo presentare la seconda raccolta delle Sonate pubblicata nel 1765, esemplare sintesi delle istanze melodiche della scuola italiana e di quelle armoniche e colte della scuola francese.
Nella nutrita pattuglia familiare dei Couperin, una vera e propria dinastia di compositori ed esecutori che hanno fatto la storia della musica francese barocca, il nome del parigino Armand-Louis Couperin, a differenza di suo zio Louis e di suo cugino François, non spicca in fatto di fama, soprattutto tra quegli ascoltatori che non sono avvezzi a quel periodo musicale. Certo, rispetto ai rappresentanti più blasonati dei Couperin la sua produzione musicale è meno prolifica e importante, ma non dobbiamo però dimenticare che la sua attività nel mondo dei suoni fu concentrata soprattutto sull’insegnamento e sul suo incarico di ammirato organista presso la chiesa di Saint- Gervais nella capitale francese. Tra i suoi vari incarichi vi fu anche quello di docente musicale presso il convento parigino di Port-Royal (che non dev’essere confuso con la ben più celebre abbazia cistercense di Port-Royal des Champs, posta nella valle di Chevreuse, a sud-ovest di
Louis Couperin deve necessariamente mutare, anche per comprendere meglio il valore e l’importanza di questa seconda raccolta di Sonate. Ora, per capire meglio la reale portata dell’opera tastieristica di Couperin bisogna fare un passo indietro nel tempo, più precisamente al 1753, quando la vita culturale della capitale francese fu scossa da una delle più celebri e agguerrite diatribe della storia della musica occidentale, quella passata alla storia come Querelle des Bouffons. Questo “litigio”, che si svolse soprattutto attraverso una serie di scritti e pamphlets, coinvolse da una parte i paladini della musica italiana, che aveva cominciato ad essere rappresentata nei teatri operistici parigini, e dall’altra coloro che erano rimasti fedeli alla tradizione musicale francese, con i primi che inneggiarono alla modernità conferita alla musica dai compositori italiani, a cominciare da quelli appartenenti alla scuola napoletana, i quali proposero un
Il compositore parigino Armand-Louis Couperin nel ritratto fatto da Charles-Nicolas Noël nel 1766.
Parigi, cuore del pensiero giansenista), dove tra il 1763 e il 1767 ebbe tra le sue allieve anche una fanciulla aristocratica, Anne-Louise-Marie de Beauvau-Craon, la quale
Frontespizio della prima edizione, pubblicata nel 1765, delle Sonates en pièces de clavecin di Couperin.
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