di Alfredo Di Pietro Nicola Iuppariello, fondatore della manifestazione DiscoDays, ha scritto, con la collaborazione di altri specialisti, questo saggio dedicato al mai defunto e sempre resuscitato LP, evidenziando tutte le sue sfaccettature, positive e negative. Il fascino indiscreto del “padellone”
figure coinvolte nel suo progetto: autori, musicisti, produttori, tecnici del suono, grafici e fotografi. La corporeità del disco, in effetti, può favorire un’attenzione speciale, ma non si può escludere a priori che tutti questi elementi possano ricevere la medesima considerazione anche se la fonte è Qobuz, Spotify o altre piattaforme. Tutto dipende dallo spirito e la maturità con cui ci approcciamo al disco. Tornando al libro, questo prevede una prefazione di Fabio Zuffanti seguita da nove contributi esterni, intercalati da altrettanti capitoli stilati da Nicola Iuppariello. Sono spunti dove il piglio individuale dell’autore emerge con uno stile diverso per ognuno, cosa che rende varia e piacevole la lettura, comunque ruotante intorno al perno letterario del fondatore di DiscoDays . Si tratta di articoli di varia lunghezza e natura, importanti come quello di Ferdinando Frega, uno dei massimi collezionisti ed esperti in Europa dei Queen. Nel suo intervento viene fatta la distinzione, apprezzabilissima, tra amore per la musica e ragioni di mero investimento economico. Il fenomeno del vinile è visto non solo attraverso la lente del collezionista o dell’addetto ai lavori, ma anche di chi fa musica, come la cantautrice Jenny Sorrenti Insomma, Di vinile e altre storie è un libro piacevole, per le consapevolezze che instilla nella mente del lettore, per la minuziosa analisi del fenomeno vinile in tutte le sue sfaccettature, positive e negative.
Premessa importante. Non fosse altro che per un fatto anagrafico, sono profondamente legato al mondo della riproduzione audio analogica. Ho visto nascere la mia passione per l’alta fedeltà negli anni ‘70 (quella per la musica è antecedente) e a quei tempi c’erano solamente dischi in vinile e nastri. Custodisco gelosamente centinaia di “padelloni”, tutti (o quasi) perfettamente conservati e che non venderei per nulla al mondo. Questo per dirvi che parto da una posizione di forte affezione per questo tipo di supporto e, di riflesso, anche per il saggio di Nicola Iuppariello Di vinile e altre storie , pubblicato da Capponi Editore, oggetto della mia recensione. Avevo undici anni quando acquistai in edicola i miei due primi LP, allegati a due numeri di un’enciclopedia della musica, la Sinfonia n. 3 di Johannes Brahms e il Concerto per violino e orchestra di Felix Mendelssohn-Bartholdy. I mezzi di riproduzione con i quali ascoltavo gli LP subirono un’evoluzione con il tempo, dalla fonovaligia Lesa di mia nonna, per poi passare al compatto Philips 827, seguito da un coordinato Pioneer e altri oggetti che vennero ruota.
Nicola Iuppariello – Di vinile e altre storie Capponi Editore, pp. 190, 2023
La copertina del libro “Di vinile e altre storie”.
Questo bel libro di Iuppariello sviluppa un discorso ad ampio spettro non solo sul supporto vinilico in quanto tale, ma anche sulla musica e le sue sorti, non trascurando la nota dolente del costo elevato dell’analogico e tutte le speculazioni del mercato che gli girano intorno. In tal senso non vengono fatti sconti al fenomeno vinilico, trattato con un approccio poco “agiografico” in certi capitoli, anche se in altri la passione prende la mano dell’autore e dei numerosi contributori. Non mancano nemmeno gli interrogativi, a cominciare dalla cruciale domanda su che senso abbia il disco in vinile nell’epoca delle piattaforme di streaming “on demand”, i suoi costi soprattutto, piuttosto elevati, le implicazioni extramusicali. C’è anche da chiedersi se un vinile, anche con la sua matericità fisica, non induca a una maggior valorizzazione delle
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