GrooveBack Magazine 003

Scheda due: Chi bussa alla porta? L’Ambient Music? Benissimo, fatela entrare!

Come un disco di musica africana, Larks’ Tongues in Aspic si apre con un turbine di m’bira , uno strumento appartenente alla famiglia degli idiofoni tipico dell’Africa sud-orientale, sul quale si innestano progressivamente poliritmie generate da altri strumenti acustici. Poi l’esplosione sonora sbattuta in faccia all’ascoltatore senza pietà, suoni distorti associati alla figura ritmica del violino. Fripp scatena tutta la forza dei suoi modelli ritmico- armonici di derivazione stravinskiana, con una padronanza tecnica, che raramente lascia intravedere momenti di cedimento. I 13’37” di Larks’ Tongues in Aspic, part 1 sfrecciano di fronte all’ascoltatore passando attraverso un episodio centrale che rimanda al lontano Oriente. Il suono del violino elettrificato è determinante nel colore generale, così come

“Io e Robert Fripp registreremo un altro disco molto presto. Sarà ancora più monotono del primo!” Brian Eno (No Pussyfooting) , uno dei primi esempi di Ambient Music , vede all’opera il Frippertronics prima che questo “marchingegno” assumesse tale definizione, ossia un rudimentale quanto ingegnoso sistema progettato da Robert Fripp, che permetteva la sovrapposizione di loop di nastro in maniera istantanea. Questa “proto-loop-station” era

“(No Pussyfooting)”.

“Larks’ Tongues in Aspic”

costituita da due registratori, dei quali il primo veniva posto in registrazione, mentre il secondo in lettura. Il nastro rimaneva teso tra la prima bobina della macchina A e la bobina di avvolgimento della macchina B, con la variazione della distanza tra una macchina e l’altra che determinava il lasso di tempo tra l’esecuzione reale (quindi la sua registrazione) e la sua ripetizione (riproduzione). Un sistema di testine multiple di lettura permetteva la sovrapposizione a strati del materiale musicale, con un effetto di dissolvenza naturale. In (No Pussyfooting) Brian Eno interviene sui due registratori in una forma di composizione estemporanea, operando una selezione in tempo reale dei materiali sonori che sarebbero dovuti finire su nastro. Insomma, uno dei primi esperimenti di live electronics nel campo del Rock, fra l’altro in un interessante abbinamento tra performer e manipolatore sonoro. Il primo brano, The Heavenly Music Corporation , fu registrato già l’8 settembre del 1972 in maniera domestica, anticipando di molto esperienze sonore simili, mentre il lato B, con il brano Swastika Girl venne registrato quasi un anno dopo con approccio identico, ma rifinito presso gli Air Studios di George Martin. Anche la casa discografica, la Island, ritenne (No Pussyfooting) poco più di un esperimento, mettendolo addirittura in vendita a un prezzo ridotto. Nel 2008 l’etichetta simbolo di Fripp, la Discipline Global Mobile, ha ripubblicato l’album in versione rimasterizzata ed espansa, ripartendo dai nastri originali. Scheda tre: Lo zampino di Igor Stravinskij in salsa King Crimson “Ora, se i King Crimson accettano la responsabilità di innovare la loro tradizione, non possono accettare la responsabilità per il loro pubblico. E c’è un’aspettativa tangibile e grande come un macigno in un pubblico che va a vedere un concerto dei King Crimson.” Robert Fripp

l’uso sfacciato della scala ottotonica. Il contrasto dinamico estremo rimane una delle cifre stilistiche caratteristiche della musica di Fripp, benché qui venga usato in maniera molto diversa rispetto al primo album dei King Crimson. La voce è utilizzata come uno dei tanti possibili colori, ma ha i suoi momenti di spot , come in Book of Saturday dove il timbro di John Wetton, molto simile a quello di Greg Lake, è spalleggiato dalla chitarra ritmica in una parentesi più serena. Nella parte dell’assolo Robert Fripp utilizza il lennoniano-hendrixiano reverse [tra Tomorrow Never Knows e Castles Made of Sand ]. L’inquietudine domina l’intro di Exiles , che però inaspettatamente si apre al sole, per poi tornare inesorabilmente alle cupe atmosfere iniziali. Easy Money , quasi una risposta alle sonorità del Money dei Pink Floyd in The Dark Side of the Moon , precede

uno dei brani più interessanti dell’album, The Talking Drum , che porta agli estremi l’idea del crescendo progressivo di raveliana memoria (pensiamo al celeberrimo Bolero ). L’ultima traccia riprende dove la prima aveva lasciato, in una ciclicità eliocentrica. Scheda quattro: La band ritorna con una straordina- ria “Disciplina”! “I King Crimson non sono mai facili; sono impegnativi. E mi piace così.” Adrian Belew Sembrava ormai che i King Crimson dovessero restare solo un nome scolpito a chiare lettere nella gloriosa storia passata

“Discipline”

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