Editoriale
di Andrea Bedetti
Eccoci a questo nuovo numero! Non vi nascondo che quando si è deciso di proporre la copertina al leggendario Robert Fripp non ho potuto fare a meno di approvare entusiasticamente. Questo perché provo una fitta al cuore quando il suo nome viene accostato semplicemente al suo strumento prediletto, la chitarra. Sì, perché in realtà Fripp è un musicista davvero a tutto tondo e il fatto di essere uno dei maggiori chitarristi ancora in circolazione, così come il fatto di aver dato vita ai King Crimson, sono solo un minimo tassello di quel puzzle poliedrico e articolato che da sempre contraddistingue la sua opera di compositore e geniale manipolatore dei suoni. E per capirlo sarà sufficiente per il lettore gustarsi le schede che il buon Enrico Merlin ha confezionato per spiegare in pochi e precisi concetti sei album del musicista di Wimborne Minster, senza i quali non si può assimilare la profondità e la sensibilità del suo essere artista. Un altro personaggio attira l’attenzione, quello di Quirino Principe, il decano dei musicologi italiani, ma la cui vastità di interessi e di passioni va ben oltre il mondo musicale colto. Ne abbiamo un assaggio attraverso l’intervista che gli ha fatto Alfredo Di Pietro. E, restando negli ambiti della musica classica, Edmondo Filippini, con il suo ritratto dedicato al compositore svedese Kurt Atterberg, purtroppo ancora sconosciuto nel nostro Paese, ci ricorda che le vie della creatività sonora sono davvero infinite, visto che questo musicista condivise la sua arte con la specializzazione in ingegneria e con il lavoro in un ufficio brevetti! Che Marco Lincetto sia un passionale, lo sanno anche i sassi. E per averne un’ulteriore conferma sarà utile soffermarsi sul suo intervento che ha dedicato all’ultimo disco di Enrico Ruggeri, La caverna di Platone . Per il genere jazz, Francesco Cataldo Verrina ci presenta un pianista con i fiocchi, tra i maggiori seguaci dell’ hard bop , Horace Silver. Senza, naturalmente, dimenticare i contributi di Igor Daniele Ebuli Poletti, Riccardo Mainardi e Sandro Vero, con il primo che descrive uno dei dischi più belli di Dexter Gordon, mentre il secondo presenta, per la felicità dei melomani, la discografia del Macbeth di Giuseppe Verdi; da parte sua, Vero affronta le possibili insidie audiofile in cui si può incorrere quando si ascolta il jazz. Per ciò che riguarda i prodotti per un ascolto di alta fedeltà, non perdetevi l’articolo sui cavi di segnale Reference della Quality Audio, così come il Mat Limited Edition della Sublima. Io li ho provati e ne sono rimasto a dir poco folgorato… Buona lettura a tutti!
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