GrooveBack Magazine 003

C’è in quest’oggetto la volontà di tenere le distorsioni su livelli comunque accettabili, senza arrivare alle punte estreme di cui è capace l’XSP 11. La dissipazione del calore prodotto avviene sul pannello anteriore, basta toccarlo dopo un po’ che l’apparecchio è acceso per rendersene conto. Toglietevi dalla testa di usare l’Arhat 1 per pilotare dei diffusori, poiché, nonostante i 50 Vpp che produce, in qualità di SE ha un’impedenza d’uscita troppo alta (1000 Ohm) per rendere possibile una cosa del genere. Il prodotto Questo preamplificatore è di semplice gestione. In nome di un dichiarato purismo, l’Arhat 1 non ha alcun encoder né display sul pannello frontale ma una classicissima manopola cromata, alquanto rognosa da fotografare, dietro la quale si nasconde un potenziometro di volume Alps. Questa è posta non al centro dello spesso frontale nero in alluminio spazzolato, dove invece troviamo il selettore degli ingressi, ma spostata verso sinistra. Non c’è null’altro se non il LED che segnala la messa in tensione e il nome del preamplificatore, inciso nel metallo con macchina CNC. Altrettanto semplice il retro, che ospita, partendo da sinistra, la vaschetta IEC dotata di fusibile per il collegamento del cavo di alimentazione, al centro le due uscite Pre Out e sulla destra i quattro ingressi Linea (AUX 1-2-3-4), non ci sono connessioni bilanciate (XLR) ma solo sbilanciate (RCA). Le dimensioni sono anche loro classiche e il peso non indifferente per la tipologia di apparecchio.

Il pannello posteriore del pre di Carlo Colombo, che presenta solo ingressi e uscite RCA.

Al di sotto del telaio troviamo dei bei piedini neri. Una volta rimosse le quattro viti con testa a croce che tengono fissato il pannello superiore al telaio, si accede all’interno. Qui si notano le due PCB, una dedicata alla sezione di preamplificazione e l’altra all’alimentazione, della quale abbiamo già parlato con dovizia di particolari. Il potenziometro Alps non è subito dietro la manopola, ma alloggiato nella scheda principale, che il progettista ha messo in prossimità degli ingressi e dell’uscita presenti sul pannello posteriore. Si è reso necessario quindi un rinvio meccanico alquanto lungo, il quale non so se sia il responsabile di una certa durezza di azionamento del sistema manopola/rinvio/potenziometro. Meglio così che uno troppo tenero, poiché tiene al riparo da movimenti troppo disinvolti o inconsulti, parliamo di un’elettronica che eroga

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