BENESSERE
MEDITARE PER DORMIRE MEGLIO? Negli ultimi anni la meditazione si è affermata sempre più come una tecnica fondamentale per chiunque voglia (ri)trovare la serenità. Da lì ad affermare che possa aprirci le porte al mondo di Morfeo, c'è solo un passo. Dovremmo attraversarlo?
CONSAPEVOLEZZA
LA MEDITAZIONE
TRANSCENDANTALE
La riduzione dello stress basata sulla consapevolezza usa ciò che è nel momento - corpo, respiro, suono - per uscire dai pensieri e radicarsi nel presente. Si inizia in genere facendo un corso, di solito tenuto in otto settimane, durante il quale meditiamo 45 minuti al giorno. "Può sembrare molto, ma crediamo che ci voglia un po 'di tempo per far propria
Introdotta in Occidente a metà degli anni Cinquanta dal saggio indiano, Maharishi Mahesh Yogi, è praticata al ritmo di due ses- sioni giornaliere di venti minuti. Adottiamo una postura seduta comoda e usiamo un mantra - un suono -, che andremo a ripetere. Viene offerto un follow-up regolare, così da aiutare i nuovi arrivati a trovare il loro ritmo e i più esperti a perseverare.
Tutti coloro che praticano la meditazione, indipenden- temente dal percorso che seguono, che sia Zen o Meditazione Trascendentale, vi diranno: praticare nella speranza di ottenere un risultato - trascorrere meno notti insonni, per esempio - è il modo migliore ... per non raggiungere mai il vostro obiettivo. E allora a che cosa serve meditare? A dire il vero, nella pratica della meditazione l'obiettivo è essenzialmen- te uno. Si tratta di essere totalmente focalizzati nel momento presente. Questo compito, già abbastanza difficile di per sé, richiede quindi che ci si dedichi interamente ad esso, senza altre finalità. Infatti, quando si prova a liberare la mente da tutti i pensieri e le altre "liste di cose urgenti da fare" che la mono- polizzano quotidianamente, questa, invece di rimanere quieta come un lago di monta- gna in una bella giornata senza vento, inevitabilmente tenderà ad attivarsi. I pensieri ci assaliranno e per quanto proviamo a respinger- li, tenderanno a ritornare con ancora maggiore intensità… A questo punto, il meditatore in erba, seccato, si ribella: partito alla ricerca di uno spazio di benessere, calma e zenitudine si trova invece immerso in un vortice di pensieri, peraltro non tutti piacevoli. Cosa sta succedendo? Dove sta sbagliando? Tutto questo è assolutamente normale, ci rassicura Guénaël Boucher,
formatore di meditazione trascendenta- le a Epalinges, sulle alture di Losanna. "Quando inizi a meditare, una molti- tudine di pensieri tende a venire a galla", dice. "Proviamo a contrastarli o a dirci che abbiamo torto, perché spesso riteniamo che meditare sia entrare in uno stato in cui non abbiamo più pen- sieri. Non è vero, anzi è proprio il contra- rio: dovremmo essere felici di questo, perché significa che la nostra mente sta eliminando lo stress ", conclude. Inutile quindi lottare contro tutto ciò La méditazione può aiutare lo spirito e il corpo a rilassarsi. una nuova abitudine", ha detto Guillaume Fardel, formatore del Vallese. Lui stesso ha sviluppato in ogni caso un corso che si svolge in sole sei settimane.
LO ZEN
Non c'è bisogno di convertirsi per adottare questa pratica buddista, portata in Europa dal Maestro Deshimaru all'ini- zio degli anni 70. Fondò la European Zen Association, che nel 1979 divenne International Zen Association (AZI). I suoi pilastri sono: la postura - il famoso loto - e il respiro. Si va al dojo per esercitarsi seguendo un certo numero di regole, in gruppo, sotto l'egida di un maestro, che ne corregge le fondamenta.
reduction). Oggi si contano molti studi che convalidano i suoi effetti positivi sulla nostra mente. Come confermano tutti coloro che praticano la meditazio- ne con costanza: se un giorno hanno deciso di passare dieci, venti o sessan- ta minuti seduti di fronte a se stessi quotidianamente, è perché questo li rende finalmente capaci di "staccare la spina", di fare un passo fuori del cerchio infernale dei pensieri che girano nelle loro teste e ritrovare la quiete. Dai tempi dei Beatles, che hanno iniziato con il meto- do trascendentale nel pieno del periodo del "flower power", non si contano più le elebrità che praticano la meditazione, dal tennista Novak Djokovic al regista David Lynch. Il mondo degli affari non è da meno: Walter Isaac- son, biografo di Steve Jobs, il defunto boss di Apple, ricorda che il fondato- re del marchio della mela praticava la meditazione Zen. "Se vi sedete in un atteggiamento di ascolto, scoprirete quanto la vostra mente sia loquace. E se cercherete di calmarla, all'inizio peggiorerete solo le cose, ma col tem- po alla fine si calmerà (...) - questo è il momento in cui la vostra intuizione
che attraversa la nostra mente... Ogni tipo di meditazione ha il suo approccio alla domanda: la piena consapevolezza suggerisce di non lasciarsi trasporta- re da questi pensieri e di guardarli passare come una mucca guarda passare un treno. E nello Zen, quando la mente è agitata, ritor- nate semplicemente al respiro e concentratevi sulla vostra postura - quella del Buddha nella statua, il famoso loto. Questo ci riporta alle origini di questa pratica, intimamente legata alla spiritualità orientale. In India, nei sutra di Patanjali, il testo fondante dello yoga, altra disciplina oggi molto popolare alle nostre latitudini, la meditazione è citata come il settimo ed ultimo passo verso l'illuminazione. Fu solo negli anni '70 che la pratica sbarcò in Occidente, grazie ad un medi- co di New York, il dottor Jon Kabat-Zinn. Passando questa pratica spirituale al setaccio della scienza occidentale, la rese secolare e la trasformò in un potente strumento per ridurre lo stress: l'MBSR (Mindfulness-based stress
inizierà a fiorire. Vedrete le cose più chiaramente, sarete più focalizzati nel presente", ha detto Jobs. Unico neo: se la meditazione può aiutare il corpo e la mente a rilassarsi, a digerire tensioni di ogni tipo, richiede inevitabilmente anche un certo impegno. È la coerenza che fa la differenza. Sia che intraprendiate una pratica quotidia- na di cinque minuti o sessioni più lunghe, dovrete organizzarvi per inserirli in un programma spesso già fitto. In questo caso, praticare con una guida può esse- re una buona soluzione per essere sicuri di perseverare.
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Molti di coloro che praticano la meditazione lo fanno per poter finalmente "staccare la spina" e trovare riposo.
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