le attrezzature sono completamente cambiate e tutto ciò non è più necessario, ma avere un posto adatto per conservare le apparecchiature più delicate o gli hard disk preposti al backup di tutto il materiale di lavoro è altrettanto essenziale. Un’altra componente da non sottovalutare è la possibilità di un facile accesso alla sala di ripresa nel caso si debbano posizionare strumenti pesanti e di grandi dimensioni come, ad esempio, un pianoforte. A volte dei banali gradini o una porta relativamente stretta possono trasformarsi in ostacoli difficilmente aggirabili. Lei, parallelamente al lavoro presso il suo studio, per sei anni, dal 2016 fino al 2023, è stato anche responsabile tecnico per le registrazioni e la gestione dei progetti audio/ video del Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini di Trieste. Quanto è stata importante questa esperienza? Mi riferisco soprattutto alla sfera artistico-musicale… È stata un’esperienza estremamente significativa, sia dal punto di vista tecnico che artistico. Mi ha dato l’opportunità di lavorare a stretto contatto con una comunità musicale di altissimo livello, in un ambiente dinamico e stimolante come quello del Conservatorio Tartini. Dal punto di vista tecnologico, è stato un periodo molto fertile: ho potuto sperimentare e implementare nuove soluzioni grazie all’accesso a strumenti avanzati e a progetti innovativi come LOLA ( LOw LAtency AV Streaming System ), una piattaforma, di proprietà del Conservatorio Tartini, che consente performance musicali in tempo reale tra musicisti geograficamente distanti. Un’esperienza affascinante, che ha unito musica, tecnologia e ricerca, portando il suono in una dimensione completamente nuova. Ma al di là della parte tecnica, ciò che più mi ha arricchito è stato il contatto quotidiano con i giovani musicisti. Ho avuto la possibilità di ascoltarli, affiancarli e, quando possibile, consigliarli anche su aspetti legati alla produzione e alla resa sonora delle loro esecuzioni. In un certo
La “sala macchine” dell’Infinity Studio, cuore nevralgico di tutte le registrazioni effettuate da Paolo Carrer.
modo inaspettato si possono incontrare nel processo lavorativo, trovando soluzioni che portino al risultato voluto e che gli altri si aspettano. Andiamo avanti. Nel 1989 a Treviso ha dato vita all’Infinity Studio. Quali sono le problematiche, oltre all’investimento economico, che si devono affrontare da un punto di vista tecnico e logistico quando si decide di avviare uno studio di registrazione? Indubbiamente, avviare uno studio di registrazione comporta una serie di problematiche di natura tecnica e logistica che vanno ben oltre il mero investimento economico. Ovviamente dall’89 ad oggi moltissime cose sono cambiate, la tecnologia si è evoluta in modo strabiliante e anche i materiali che oggi sono a disposizione per il trattamento acustico non sono nemmeno paragonabili a quello che c’era allora. Bisogna, prima di tutto, capire qual è il target che si vuole raggiungere. Un conto è fare uno studio di registrazione pensato per la musica pop, rock o jazz, un altro se ci si vuole specializzare nell’ambito della musica classica. Di conseguenza, uno degli aspetti primari da prendere in considerazione è la scelta degli spazi e la metratura della sala di ripresa piuttosto che quella della regia anche in relazione alle apparecchiature che si vogliono installare. La selezione dell’attrezzatura ( hardware e software ) deve essere coerente con il tipo di produzione musicale che si intende realizzare. Un altro aspetto estremamente complesso riguarda l’adeguato isolamento acustico per evitare interferenze con l’ambiente esterno e, parallelamente, l’intervento sul trattamento acustico interno per garantire una resa sonora il più possibile neutra. Spesso si pensa che lo studio di registrazione sia composto solo da una regia e dalla sala di ripresa ma ci sono molti altri spazi che si rendono necessari per il corretto funzionamento di tutta la struttura come, ad esempio, un posto adeguatamente ampio e facilmente accessibile per il deposito del materiale tecnico che di volta in volta si utilizza per una produzione (microfoni, aste microfoniche, cavi, flight-case per il trasporto in esterna, pannelli acustici divisori ecc.). Una volta, la “sala macchine” era un luogo di primaria importanza in uno studio. Al suo interno trovavano posto i voluminosi registratori a bobine multitraccia, gli alimentatori de l mixer , gli amplificatori dei monitor, i computer e tutto ciò che faceva rumore o che richiedeva il mantenimento di una temperatura e un’umidità costante nel tempo. Oggi
L’angolo di regia dell’Infinity Studio, nel quale troneggia la coppia di diffusori B&W 801 pilotata dalla coppia di Jeff Rowland Model 7.
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