GrooveBack Magazine 006

Al di là del suo percorso da solista, il “re delle tenebre” è stato legato anche alla celeberrima band che ha dato vita al genere dell’heavy metal; il loro è stato un rapporto difficile, ma esaltante, che Stefano Rossi ricostruisce in questo articolo Ozzy Osbourne e i Black Sabbath, amore e odio senza fine

Iniziamo da una delle informazioni che più vengono citate, quei Black Sabbath che hanno inventato l’ heavy metal . Non è vero o, meglio, non è del tutto vero. Il metal come lo intendiamo oggi sarebbe nato molti anni dopo, certamente ispirandosi anche alle esperienze di band come quella di Osbourne. I Sabbath hanno invece dato senza dubbio un impulso notevole alla crescita dell’hard rock, soprattutto quello più viscerale, assieme ad altri “colleghi”: dai Led Zeppelin ai Deep Purple, dagli Uriah Heep agli Aerosmith (con qualche distinguo), tanto per citare alcuni nomi famosi.

di Stefano Rossi

La conferma arriva anche da altri artisti: «A mio parere, i Black Sabbath sono coloro che hanno dato vita a ciò che siamo soliti considerare heavy metal e non c’è una band in giro oggi che non sia influenzata, in una qualsivoglia misura, dal gruppo». A dirlo è Peter Steele, leader dei Type O Negative, nel corso di un’intervista a stradanove.net nel 1999. Certamente i Black Sabbath hanno avuto un enorme impatto sulle generazioni successive. A loro sono riconosciute influenze dirette e indirette su diversi generi musicali: heavy metal, thrash metal, stoner rock, grunge e doom metal .

Scrivere della figura di Ozzy Osbourne, mancato lo scorso 22 luglio a poche settimane dallo storico concerto d’addio del 5 luglio a Birmingham, sarebbe assolutamente facile da un lato e difficile dall’altro. Sarebbe infatti assai semplice descrivere in modo “populistico” la figura del folle ribelle che ha incarnato l’energia degli anni Settanta, mentre sarebbe assai più difficile mettere a fuoco proprio l’uomo, quel “Mr Osbourne” che tanto ha lasciato alla musica rock.

Ozzy Osbourne nel 1975, all’età di venticinque anni.

Vogliamo in questa occasione, anche per omaggiare in tutte le sue sfaccettature la figura di Ozzy Osbourne, non tanto fare il classico “coccodrillo” che molti giornalisti hanno da tempo nel cassetto, quanto ripercorrere le vicende umane e artistiche del musicista, cercando di non scadere in facili trappole da quattro soldi. Vogliamo subito sfatare un altro mito? Quello del pipistrello? A raccontarci come veramente è andata è qualcuno che era veramente presente e assai vicino sul palco: Don Airey, che con il suo Hammond affiancava Osbourne in quel periodo. Alcuni anni fa Airey passò in Italia, partecipando come selezionatore al “Premio della Critica” di Vicenz@NetMusic, una rassegna che Il Giornale di Vicenza dedicò per tantissimi anni alla musica emergente della provincia. In quell’occasione, tenne un incontro nel corso del quale raccontò proprio come andò quella serata. «Ecco la vera storia del pipistrello di Ozzy sul palco con i Black Sabbath. Qualcuno l’aveva lanciato sul palco e lui lo raccolse; pensando che fosse di plastica, ha iniziato ad andare su è giù per il palco tenendo la testa in bocca. Poi improvvisamente lo ha sputato perché l’aveva morso... Ozzy in camerino era spaventato e quindi siamo andati in ospedale dove gli hanno fatto quattro iniezioni per sicurezza. Quando è uscito, la sua espressione non era tanto felice… E infatti, al concerto successivo, avevamo appena iniziato con “Over the mountain” che è collassato ed è caduto a terra per le iniezioni. Noi ci siamo guardati come dire: “Cosa facciamo?” e… siamo andati avanti a suonare».

Il gruppo dei Black Sabbath in una foto degli anni Settanta (Ozzy Osbourne è il primo a destra).

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