un lato riscosse buone vendite, dall’altro, però, alienò parte dei suoi fan che non apprezzarono quell’improvvisa svolta. Inoltre, il tour di presentazione venne intrapreso con una band di supporto esordiente a quell’epoca e destinata a ritagliarsi un pezzo di storia mica da poco dell’ hard rock : i Metallica. Un anno prima, il 13 luglio 1985, Ozzy si era riunito a Iommi, a Butler e a Ward nella formazione storica dei Black Sabbath per partecipare a un evento a dir poco unico, il Live Aid . Una nuova, quanto mai importante svolta fu segnata dall’arrivo in formazione del chitarrista Zakk Wilde, che restò poi al fianco di Osbourne per quasi tutto il proseguo della sua carriera artistica. In questo periodo, precisamente nel 1991, arrivò il maggiore successo (commerciale, ma anche di critica): No more tears. Anche in questo caso ad aiutare Ozzy nella stesura dei brani ci furono nomi di rilievo, da Zakk
Sepultura, Judas Priest, Metallica e Pantera) al fianco delle allora “nuove leve”: System of a Down, Marilyn Manson, Papa Roach, Rob Zombie, Biohazard, Lacuna Coil, Coal Chamber, Linkin Park, Slipknot. Korn. Ma che la vita e la carriera di Osbourne fossero “cicliche” lo dimostra il fatto che, ancora una volta, il “re delle tenebre” fu costretto a ritirarsi nuovamente dalle scene, alla fine degli anni Novanta, per risolvere i suoi soliti problemi di dipendenza dalle droghe e dall’alcol. Il nuovo millennio si apre con il suo ritorno e con la pubblicazione di Down on Earth , al quale partecipano nomi illustri: torna Zakk Wylde e
La band di Ozzy Osbourne nel 1988, tre anni prima del clamoroso successo rappresentato dall’album No more tears. Da sinistra: Zakk Wylde, Randy Castillo, Geezer Butler (in basso) e Ozzy Osbourne.
arrivano Robert Trujillo al basso (a quel tempo ex Suicidal Tendencies, che di lì a poco sarebbe poi entrato nei Metallica) e l’ex Faith No More Mike Bordin alla batteria. È un decennio, questo, che vede l’artista attivissimo, fra tournée , album e addirittura un reality show sulla vita della sua famiglia per MTV. Il secondo decennio, dopo una prima smentita, si apre con un clamoroso annuncio dato esattamente, tanto per essere chiari, l’11/11/2011 alle 11.11…), ossia della reunion con i Black Sabbath, con all’orizzonte un disco nuovo e una tournée . E finalmente nel 2013 vede la luce 13, il primo album con Ozzy Osbourne alla voce dai tempi di Never Say Die . Sono anni che fanno registrare un andamento altalenante per Ozzy, scanditi tra nuovi album e i primi gravi problemi di salute, con il Parkinson che gli viene diagnosticato proprio durante la promozione del nuovo disco. Ma sarà proprio il successivo Patient Number 9 a diventare uno dei maggiori successi di Osbourne: il disco debutta in seconda posizione nella classifica britannica, miglior debutto da solista in quarantadue anni di carriera e riceve, inoltre, ben quattro nomination ai Grammy Awards 2023: “Migliore album rock”, “Miglior interpretazione metal” per Degradation Rules e “Miglior canzone rock” e “Miglior interpretazione rock” per Patient Number 9 . Ma è anche il momento in cui Ozzy non può più concedersi le esibizioni dal vivo, a causa della sua salute alquanto instabile. E che il tramonto stia in un certo senso incombendo sulla sua parabola artistica, lo testimonia simbolicamente il fatto che nell’autunno del 2024 fu accettato come solista nella Rock and Roll Hall of Fame , nella quale era già entrato dal 2006 come membro dei Black Sabbath. Quella è stata una delle ultime soddisfazioni, assieme al concerto finale Back to the beginning (vedi il box), organizzato a Birmingham il 5 luglio 2025 per celebrare la sua carriera, sia con i Black Sabbath, sia come solista.
Zakk Wilde, l’altro grande chitarrista che prese il posto di Randy Rhoads e che restò al fianco di Osbourne per quasi tutto il proseguo della sua carriera artistica.
Wylde a Randy Castillo, da Mike Inez a Lemmy Kilmister, leader dei Motörhead. Il tour mondiale culminò nello storico concerto al “Pacific Amphiteatre” di Costa Mesa il 15 novembre 1992, durante il quale salirono sul palco anche Iommi, Butler e Vinny Appice, ma non il cantante Ronnie James Dio, che di lì a poco avrebbe a sua volta lasciato i Sabbath. Terminato il tour, Ozzy Osbourne si prese un periodo di un paio di anni per rimettersi in sesto dagli immancabili eccessi e ci fu perfino anche chi disse che intendesse ritirarsi. E invece, come la proverbiale araba fenice, rieccolo, instancabile, ritornare nel 1995 con un nuovo album ( Ozzmosis ) e un nuovo tour mondiale, che aveva un titolo che la diceva lunga sulle intenzioni di Ozzy: Retirement sucks , letteralmente “la pensione fa schifo”. Proprio in questi anni l’artista di Marston Green inizia a organizzare, assieme alla moglie Sharon, l’ Ozzfest , il festival che vedrà la partecipazione di “vecchie glorie” dell’ hard’n’heavy (come Motörhead, Slayer, Iron Maiden, Megadeth, Foo Fighters,
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