Noemi Manzoni ci presenta un interessante libro di Giovanni Pasqualino, Il calamo di Euterpe, edito dalla sua casa editrice, nel quale lo studioso siciliano spiega, tra l’altro, il rapporto che il grande drammaturgo agrigentino ebbe con la musica. Pubblichiamo, quindi, dal saggio in questione il passaggio dedicato a quei musicisti che hanno attinto dalla produzione teatrale e narrativa del premio Nobel per comporre balletti, suite e opere liriche Dieci compositori in cerca di Pirandello di Noemi Manzoni
Ligure nel maggio 1907. In quest’ultimo lavoro il riferimento agli strumenti musicali e al mondo della musica, venato da amara ironia, diventa metafora della vita che, come un brano musicale, può essere bene o male eseguito, in base agli umori del direttore d’orchestra e degli orchestrali. Al violin trillante una sua brava/Sonatina d’amor, con sentimento, /Il contrabbasso già da tempo dava/non so che strano, rauco ammonimento. /Allora io non sapea che ne la cava/Pancia del mastodontico strumento/Si fosse ascosa una mia certa dama/Molto magra, senz’occhi, che si chiama…/Come si chiama? … E invano impietoso nella destra/La bacchetta ora stringo: quella mala/Signora è del concerto la maestra. […] Un nuovo avvicinamento del Nostro al mondo delle note risale a qualche anno dopo, nel 1910, quando il racconto ad argomento musicale dal titolo Musica vecchia appare per la prima volta sulla rivista Natura e Arte del 1° febbraio. Pirandello vi ripropone, anche se in chiave umoristico–grottesca e in uno stile graffiante e immediato, il binomio musica tedesca-musica italiana, laddove per musica tedesca si intende la wagneriana e per musica italiana (ironicamente già definita nel titolo vecchia ) quella in particolare di Giuseppe Verdi. Così il protagonista Icilio Saporini, vecchio maestro di musica, sentirà definire da un collega tedesco le creazioni del Cigno di Busseto come «musica da fanfare dei bersaglieri» e fra le risate e il dileggio dei presenti, udirà sghignazzare un intero salone di appassionati e amanti della musica a indirizzo degli italiani Pergolesi, Rossini, Donizetti e Bellini. Il vecchietto morirà poco dopo di crepacuore non riuscendo a capacitarsi dei nuovi e invadenti gusti musicali. In realtà, la novella di Pirandello presenta, anche se in modo acre, sarcastico e non più romantico, la dicotomia fra musica italiana (antica) e musica tedesca (moderna), descrivendo la
Ben ritrovati, amici lettori di The GrooveBack Magazin e, al nostro appuntamento con i consigli di lettura. Ricordate? Ci eravamo lasciati con l’impegno di ritrovarci per parlare del rapporto tra musica e parola in Luigi Pirandello, e per farlo andremo a sfogliare il bel libro di Giovanni Pasqualino, Il calamo di Euterpe (Manzoni, 2021). Le coordinate principali lungo le quali si sviluppa tale itinerario sono, appunto, la letteratura, la
musica e l’Italia, con un’attenzione particolare alla Sicilia. Protagonisti sono diciotto esponenti della nostra cultura nazionale operanti a cavallo tra due secoli, quando l’Italia era ancora giovane e la musica ne era il linguaggio comune, specie nella forma del melodramma. Narratori, dunque, ma anche librettisti, musicisti, romanzieri e poeti, che lo studioso siciliano, ça va sans dire , intende proporci proprio nel solco di quella ricerca tra note e letteratura che abbiamo in animo di condividere in queste pagine. Ma lasciamo ora la parola al prof. Giovanni Pasqualino. «L’interesse per la musica e per i soggetti musicali si rivela in Pirandello già in Zampogna , raccolta di poesie pubblicata a Roma nel 1901 a cura della Società Editrice Dante Alighieri, e nel componimento poetico giovanile dal titolo Preludio orchestrale , pubblicato sulla Riviera
posizione statica e feticistica del musicista codino che affanna ogni epoca storica. La bellezza della creazione pirandelliana è tutta nel suo linguaggio moderno, essenziale e asciutto, tale da far sbalzare in modo ora tragico, ora ridicolo a un tempo, la patetica figura del protagonista. Il primo musicista ad interessarsi al mondo pirandelliano è Alfredo Casella (1883-1947), il quale viene conquistato dalla novella La giara , composta nel 1906, pubblicata nel 1909 sul Corriere della sera e infine edita nella raccolta Novelle per un anno (Firenze, Bemporad, 1927). Nel 1916 Pirandello ne trae una commedia omonima,
Il musicista torinese Alfredo Casella, sedotto dalla novella pirandelliana La giara, ne fece un balletto la cui prima ebbe luogo a Parigi il 18 novembre 1924 al Théâtre des Champs–Elysées con il bozzetto scenico di Giorgio De Chirico.
che anni più tardi Casella utilizza per creare un balletto in un atto. La prima ha luogo a Parigi il 18 novembre 1924 al Théâtre des Champs–Elysées con bozzetto scenico di Giorgio De Chirico (1888-1978) e sotto la direzione dello stesso autore. Il successo è eccezionale, sia di pubblico che di critica, e il musicista ne trarrà poi una suite per orchestra e voce di tenore.
Un’intensa immagine del grande drammaturgo Luigi Pirandello, le cui opere narrative e teatrali hanno suscitato l’interesse di musicisti e librettisti.
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