I RITMI DEL CONTRIBUENTE
Già nel 1789 Benjamin Franklin scriveva “In questo mondo non vi è nulla di sicuro tranne la morte e le tasse” mettendo in evidenza la presenza sicura e costante del fisco nella vita di ognuno in quanto individuo appartenente a una collettività. Questa riflessione deriva dal fatto che gli adempimenti fiscali, direttamente o indirettamente gestiti dai privati, rappresentano un elemento imprescindibile della vita di ogni individuo appartenente ad una collettività. L’inscindibile rapporto tra il fisco e il privato ha origine fin dai primi giorni di vita di quest’ultimo: infatti, quasi contestualmente alla nascita, vi è l’attribuzione del codice fiscale, ossia quello strumento che consente di identificare le persone fisiche e i soggetti diversi dalle persone fisiche in tutti i rapporti con gli enti e le amministrazioni pubbliche. Successivamente, nel momento in cui si vuole iniziare a svolgere un’attività professionale o imprenditoriale, per aprire la c.d. partita Iva, è necessario instaurare una interlocuzione diretta con gli uffici fiscali; quest’ultima serve, infatti, a individuare l’operatore economico nei rapporti con il fisco e con gli altri imprenditori. Quando si chiede l’apertura della partita Iva, inoltre, si deve specificare l’attività svolta alla luce di una serie di codici determinati in base alle caratteristiche e alla tipologia della stessa. Inoltre, non possiamo poi fare a meno di ricordare le scadenze fiscali collegate alla presentazione della dichiarazione dei redditi che, puntuali, si ripresentano ogni anno e che rappresentano lo strumento con cui ciascun cittadino può contribuire alle “spese pubbliche”, tanto per riprendere le parole utilizzate nell’art. 53 della Costituzione italiana.
di Alessia Vignoli *
*Professoressa ordinaria di Diritto tributario - vignoli@uniroma2.it
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