Il mio lavoro è difficile da incasellare in una sola definizione. Un giorno progetto e realizzo elettrodi, il giorno dopo lavoro con la biologia, e quello dopo ancora scrivo codici per reti neurali che analizzano il comportamento contrattile delle cellule muscolari. Questa alternanza continua tra discipline è forse l’aspetto più affascinante del mio percorso: ogni problema richiede di cambiare prospettiva, di imparare un linguaggio nuovo, di collaborare con competenze diverse. Ciò che accomuna tutto questo è la volontà di creare sistemi che possano contribuire concretamente a migliorare la comprensione del corpo umano e offrire strumenti più precisi per la ricerca preclinica. Le piattaforme che sviluppiamo permettono di riprodurre in laboratorio condizioni fisiologiche complesse, e di studiare in modo controllato come un tessuto risponde a stimoli esterni, ad esempio durante uno screening farmacologico o nella diagnosi precoce di patologie muscolari.
In un mondo in cui la medicina personalizzata e la sostenibilità della ricerca biomedica sono sfide cruciali, credo che combinare elettronica, intelligenza artificiale e bioingegneria possa davvero fare la differenza.
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