Stadio N1 (transizione): attività EEG di tipo theta (4–7 Hz), riduzione della frequenza alfa. Stadio N2 : comparsa di fusi del sonno (12–15 Hz) e complessi K, implicati nella protezione del sonno e nella plasticità sinaptica. S tadio N3 (sonno a onde lente): predominanza di onde delta (<4 Hz), associata a processi di recupero e consolidamento mnemonico dichiarativo. In questa fase il corpo si rigenera, il sistema immunitario si rafforza e il cervello si “pulisce” dai metaboliti tossici accumulati. Stadio REM : EEG simile alla veglia attiva (attività beta e gamma), movimenti oculari rapidi, atonia muscolare, sogni vividi. Cruciale per la neuroplasticità, l’elaborazione emozionale e la memoria procedurale.
Sonno e Funzioni Cognitive
Durante il sonno il cervello rielabora le esperienze vissute durante la giornata. Le onde lente del sonno non-REM sembrano facilitare il consolidamento della memoria dichiarativa (ricordi di fatti ed eventi), mentre la fase REM è più coinvolta nella memoria emotiva e procedurale. Recenti ricerche hanno evidenziato come i ritmi cerebrali durante il sonno profondo siano fondamentali per l’attività del sistema glinfatico, un meccanismo di “pulizia” che elimina scorie e tossine, tra cui le proteine beta-amiloidi associate alla malattia di Alzheimer. Insonnia, apnee notturne, ipersonnia, disturbi del movimento sonno-relati e disturbi del ritmo circadiano sono solo alcune delle condizioni legate a un’errata sincronizzazione tra cervello e sonno. Anche nei disturbi psichiatrici, come depressione e schizofrenia, si osservano anomalie nei ritmi cerebrali notturni e alterazioni del sonno. Il sonno è un processo attivo e straordinariamente complesso, guidato da una sinfonia di ritmi cerebrali che, quando armonizzati, favoriscono la salute, la lucidità mentale e l’equilibrio emotivo. Rispettare e comprendere questi ritmi è indispensabile al nostro benessere psicofisico.
Il Ritmo Circadiano
Il sonno è regolato dal ritmo circadiano, un ciclo biologico di circa 24 ore governato dal nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo. Questo orologio interno risponde principalmente alla luce solare e influenza la secrezione di melatonina, che, in risposta all’oscurità, promuove l’addormentamento. Disallineamenti del ritmo circadiano, come quelli causati dal jet lag o dal lavoro notturno, possono compromettere profondamente la qualità del sonno e influire sui ritmi cerebrali, aumentando il rischio di disturbi cognitivi e dell’umore.
Fonti
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