Bartolomeo Aloia, l’“Archimede” dell’Hi-Fi italiano
Sulla scorta di queste esperienze fatte in elettrotecnica, più che in elettronica, la sua attività nell’alta fedeltà è iniziata successivamente, quando ha terminato gli studi liceali. Un approccio che prese il via con il primo apparecchio costruito, il preamplificatore VAP2 della famosa Heathkit americana, abbinato a un finale con due valvole EL84, con sua moglie che, all’epoca, gli consentì di tenere in salotto una grossa cassa che montava un altoparlante Philips da trenta centimetri. Il percorso dell’alta fedeltà si è poi materializzato quando, arrivato a Torino,
di Alfredo Di Pietro
Alfredo Di Pietro ci racconta la storia di questo leggendario progettista bolognese che, trasferitosi a Torino, ha dapprima dato vita alla STEG e poi a una piccola azienda che porta il suo nome e che, ancora oggi, produce preamplificatori e finali di potenza esoterici, con gli appassionati che sono disposti ad aspettare anni prima di riceverli.
Il progettista bolognese Bartolomeo Aloia seduto alla scrivania del suo laboratorio torinese.
Aloia si è messo a costruire apparecchi insieme con un amico in un garage, finché un bel giorno il grande importatore Reinaudo Leini, essendo venuto a sapere da un conoscente che il giovane progettista bolognese faceva questo tipo di sperimentazioni, gli mise in mano un amplificatore ERA, una marca molto famosa a quei tempi. Con Leini, parliamo dell’importatore più grande in Italia a quei tempi, foriero di marchi come Klipsch, Marantz, McIntosh, Altec Lansing, Audio Research, Phase Linear, Magneplanar. Si può dire che tutti i prodotti arrivati in Italia sono passati da lui, in seguito magari anche da altri, ma è indubbio che lui sia stato il primo, tra l’altro amico personale di Paul Wilbur Klipsch, colonnello dell’esercito americano e creatore d’importanti diffusori. Così, pur continuando la sua occupazione primaria, che in quegli anni era di militare, la sera Bartolomeo Aloia lavorava in laboratorio, all’insegna di una schietta ecletticità. A un certo punto, con il suo amico decise di chiamare quest’ipotetica, ancora inesistente ditta con il nome di STEG. Alla fine (era il 1970), decise di lasciare l’impiego nell’esercito per dedicarsi completamente a questo marchio appena fondato, con sede a Torino, in via Madama Cristina 14. In questo luogo è venuto alla luce il primo grande amplificatore del
Uno scorcio del laboratorio di Bartolomeo Aloia.
marchio, l’ST-200, frutto di un’azienda all’inizio votata alla sonorizzazione di locali da ballo e discoteche e che allo stesso tempo prestava assistenza tecnica per Reinaudo Leini. Anzi, la scintilla ideale scoccò proprio da quest’ultima attività: a forza di riparare apparecchi, Aloia e il suo socio si chiesero se magari non fosse il caso di progettarne e di produrne in proprio. Così, dopo aver dato vita all’ST-200 nel 1972, l’anno successivo l’azienda si trasferì in uno spazio in Corso Giambone 63, destinato a diventare la sede storica della STEG, un locale
È una lunga storia quella di Bartolomeo Aloia, bolognese di nascita, uno dei progettisti di alta fedeltà più gloriosi e importanti che abbiamo nel nostro Paese, immune da una sorta di autoisolamento integralista per la sua disposizione all’insegnamento e alla divulgazione. Una genialità precoce la sua, incubata già da ragazzo di scuola media, quando giocherellava insieme con i suoi compagni con dei piccoli apparecchi della Scuola Radio Elettra. Giunto al liceo, alle prese con le prime nozioni di fisica, cercò di riprodurre nel suo laboratorio romano ciò che acquisiva di volta in volta con i suoi studi. Iniziò così a ritagliarsi degli spazi di sperimentazione studiando, per esempio, il rocchetto di Ruhmkorff con un amico, avvolgendo volenterosamente le spire, così come con la famosa bobina di Nikola Tesla. Tutto ciò avvenne tra le quattro mura di un locale, spinto dalla predisposizione a realizzare un qualcosa di personale. In realtà, essendo studente, dedicò a questi esperimenti solamente la metà del tempo di cui disponeva, mentre l’altra metà la consacrò all’astronomia, la grande passione della sua vita.
Il glorioso preamplificatore STEG SL 01 con il finale di potenza STEG ST-200 BL.
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