Enrico Merlin 1000 dischi per un secolo 1900-2000
di quattrocento metri quadri dove sostanzialmente prese avvio la storia della produzione di elettroniche, quella che in seguito si è vista e si è sviluppata nel panorama dell’alta fedeltà. Il modello ST-200 fu molto d’ élite , ne furono prodotti pochi, solo un paio di decine. Continuando a essere sempre “discotecari”, Aloia e il socio costruivano amplificatori per quell’uso di diversa taglia, in base al tipo e alle dimensioni del
Un’altra delle “creature” del progettista bolognese, il finale di potenza Bartolomeo Aloia ST-240.
locale cui erano destinati. Diverso è il discorso per il successivo ST-400, un amplificatore double-face , se così possiamo dire, vale a dire votato per un uso sia domestico sia professionale. L’attività del marchio andò avanti sino al 1978, quando cominciò ad affacciarsi il cosiddetto “esoterismo”, concepito come un’alta fedeltà riservata a pochi eletti, una sorta di Hi-End ante litteram . A quel punto, Bartolomeo Aloia comprese che stava finendo una fase storica dell’Hi-Fi, lasciò la STEG e si mise a lavorare da solo battezzando questa nuova realtà con il suo nome e cognome. Così, la sede si spostò in via Montevecchio 19, sempre nel capoluogo piemontese. Anche lì non furono in tanti a lavorare, solo cinque persone nel punto più intenso della produzione, ma in quel momento nacquero le cose più sofisticate partorite dalla sua mente di geniale progettista. Per la prima volta in Italia fu implementato il Totem Pole , una tipologia circuitale che prevede un transistor PNP e un NPN disposti a emettitore comune, con le basi accoppiate insieme, in cui il segnale d’uscita veniva prelevato dall’emettitore dell’NPN e dal collettore del PNP. Poi, circa quarant’anni fa, l’“Archimede” dell’Hi-Fi italiano introdusse un altro importante circuito, tutt’ora valido, definito “Topoibode”, abbreviazione di Totem-Pole-Ibrid Cascode , una configurazione di sua invenzione adibita esclusivamente alla preamplificazione fonografica di testine MC. Pochissimi, in realtà, lo hanno usato. Tornando al Totem Pole , quest’ultimo guadagnava tremila volte nella versione MC e quattrocento volte in quella MM. Quando fu abbandonata la STEG e introdotto il nuovo marchio Bartolomeo Aloia, l’attività nel campo delle discoteche si ridusse grandemente, limitandosi solo ad alcune in quanto il lavoro principale rimaneva quello delle apparecchiature esoteriche, a cominciare dal finale di potenza ST-260, del quale ne furono fatti quattro prototipi, quando la ditta era già in via Montevecchio, e venduti poi a una discoteca. Diventando sempre più importante e apprezzata, la ditta di Bartolomeo Aloia iniziò a esportare anche in Germania, un rapporto commerciale che in seguito venne interrotto perché l’importatore, pensando di essere un furbo, si era messo a produrre lui stesso gli apparecchi progettati da Aloia. Finito il capitolo con il mercato tedesco, ormai siamo arrivati agli ultimi anni di attività del nostro “Archimede”. Così, dopo l’ST-400 hanno preso vita in via Montevecchio gli apparecchi ultraesoterici: alcuni preamplificatori, il finale di potenza ST-2000, ST-2001, l’ST-2001 Millenium, che vedeva assemblati
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