GrooveBack Magazine 004

artista, al punto che oggi il batterista russo sente di poter chiamare Roma la sua “casa” e i suoi nuovi e vecchi amici “la sua famiglia”. Non per nulla, nelle note di accompagnamento a Happy Run , Sasha Mashin ha scritto testualmente: «Ho la sensazione di aver finalmente terminato la mia corsa. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sento veramente felice. Mentre un tempo l’idea di emigrare mi riempiva di terrore esistenziale, non mi sembra nemmeno di essermi allontanato da casa. Gli italiani sono così aperti, amichevoli e solidali che mi sembra di aver completato una maratona e di aver raggiunto il traguardo. Sono a casa». In questo disco spiccano due pezzi, entrambi presenti in questo sampler , vale a dire Yellow Blues di Makar Novikov e la coinvolgente Suite et Poursuite in tre parti di Rosario Giuliani. Se il primo brano mette in evidenza le capacità tecniche e musicali di Makar Novikov, protagonista di un assolo di assoluto rilievo, sollecitato dal ritmo incalzante di Misha Mashin e dall’approfondimento al sax di Rosario Giuliani, Suite et Poursuite , con i suoi quindici minuti di durata, si plasma su sonorità sempre cangianti tramite un costrutto che vede la totale partecipazione dei tre strumenti, una sorta di reciproca solidarietà con la quale serrare le fila, un inno che non è soltanto un incitamento alla resistenza musicale, ma anche storica ed esistenziale, quasi un “manifesto” di ciò che Mashin spiega ancora nelle note di accompagnamento al disco: «Una delle esperienze più belle legate alla corsa è la capacità di pensare e pianificare mentre si corre. In questi momenti, la chimica del cervello cambia in modo significativo, producendo più serotonina e dopamina, e si può pensare in modo più chiaro e preciso. Correndo regolarmente ho capito una cosa importante: non si può fuggire da se stessi. Ma si può fuggire dall’oscurità, sia dentro che fuori di noi. La corsa è uno sport intelligente. Correte felici!». Dopo averli conosciuti con il loro primo album, Anamorfosi , torna il due chitarristico formato da Umberto Fiorentino & Claudio Quartarone con un nuovo lavoro, intitolato II , del quale il sampler ospita due delle otto tracce che lo compongono, Morning Glory ed Eastwood Bung . A differenza di Anamorfosi , in questo loro nuovo disco i due chitarristi virano maggiormente sul genere blues per esplorarlo e circoscriverlo in modo assai

Il sassofonista Cristiano Giardini è il protagonista di un’altra produzione della Birdbox Records, Odisseya , che vede coinvolti anche Paolo Recchia al sax contralto, Luca Mannutza al pianoforte, Kim Baiunco al contrabbasso e lo stesso Sasha Mashin alla batteria. Giardini ha voluto spiegare che cosa si è proposto con quest’album, di cui il sampler ospita due brani, Il Ciclope e Il Sogno . «Il viaggio di Ulisse è solo un esempio di quello che potrebbe essere il viaggio di ognuno di noi, Odisseya è il mio» ha detto il sassofonista siciliano, facendo intendere come questo disco rappresenti fondamentalmente un concept album jazz ispirato al viaggio come avventura interiore e crescita personale. Registrato in presa diretta senza alterazioni di editing in fase di post produzione, Odisseya nasce dalla storia di luoghi cari allo stesso Giardini, vale a dire Acitrezza e i faraglioni, o Isole dei Ciclopi, legati all’ Odissea di Omero. Sulle orme mitiche di questi posti, Giardini ha così intrapreso il proprio viaggio combinando elementi di jazz e di musica sperimentale. Il primo dei due brani, Il Ciclope , è un esempio di come un brano venga esaltato da un’incredibile velocità di esecuzione, ma è anche il pezzo-cardine dell’album, visto che indubbiamente ha il richiamo più forte nella storia di Ulisse e che racchiude in sé il legame con la terra di origine di Giardini, Acitrezza, luogo mitologico dello scontro tra lo stesso eroe omerico e il Ciclope. Il brano ha una struttura armonica intricata che richiede grande abilità tecnica e musicale per essere eseguita correttamente, soprattutto a velocità elevate, visto che a livello compositivo il sassofonista siciliano ha messo scherzosamente alla prova gli altri musicisti non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per la loro capacità di interpretazione e creatività.

Così, il risultato è stato a dir poco sorprendente e, allo stesso tempo, scontato, in quanto Giardini era pienamente consapevole delle doti di ognuno di loro e per l’amalgama creata dal quintetto. Ma se Il Ciclope colpisce per la sua estrema vitalità, al contrario Il Sogno (traccia presente non nel vinile, ma nel formato di musica liquida Master Studio 88.2khz/32bit) rappresenta un profondo atto di meditazione timbrica, una riflessione al rallentatore, in cui si sprigiona tutto il fascino del sax dell’artista siciliano, cullato dal soffuso incedere del pianoforte e della batteria. Le ultime due tracce del sampler offerto ai nostri lettori riguardano l’album TO GIANTS , frutto di un trio formato da Antonio Simone al pianoforte e al

originale e visionario attraverso l’apporto della chitarra semiacustica e della chitarra classica. Come si potrà ascoltare in Morning Glory , il risultato di questa esplorazione porta il duo a produrre due linee melodiche capaci di fondersi idealmente, al punto che in fase di ascolto sembra di sentire il risultato timbrico di un’unica chitarra. Al contrario, in Eastwood Bung vi è un maggior apporto del dato ritmico, ma sempre veicolato attraverso una scrittura in cui la materia melodica prende il sopravvento in un continuo dipanarsi, dando vita a caleidoscopiche forme sonore.

synthesizer , Angelo Verbena al contrabbasso e da Marcello Spallucci alla batteria e tar . Si tratta di un lavoro nel quale il pianista foggiano ha dato vita ad omaggi/trascrizioni dedicati a diversi pianisti-compositori jazz, i quali sono stati altrettanti pionieri dei diversi stili che hanno caratterizzato l’evoluzione di questo genere in chiave pianistica. Colpisce, però, la presenza di un brano come Naima , presente anche nel sampler , scritto non da un pianista ma da quel gigante del sax che è stato John Coltrane, a dir poco imprescindibile nel passaggio dal periodo bop a quello del free jazz. L’altro brano, Giants’ Melodies , riflette la linea guida di questo omaggio, vale a dire la possibilità di ascoltare pezzi dal più caratteristico sound mainstream a quelli con rivisitazione di

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