GrooveBack Magazine 004

Enrico Merlin ripercorre la storia di questo mitico concerto che Keith Jarrett tenne il 24 gennaio 1975, trasformando quella serata, in cui non mancarono problemi e contrattempi a non finire, in un evento che ha segnato, a torto o a ragione, la storia della musica live. Il Köln Concert, una “leggenda” sbocciata nelle avversità di Enrico Merlin

Quando la tenacia supera ogni avversità, a volte, nascono dei capolavori. Quella volta, all’Opera di Colonia, il pianoforte richiesto da Keith Jarrett e dal produttore Manfred Eicher (il quale aveva previsto di registrare la performance per la sua etichetta ECM) non arrivò in tempo, né per le prove né per il concerto. Pare che nel teatro ve ne fossero due residenti, ma il pianista non li considerava all’altezza dei suoi standard. Deciso comunque a onorare l’impegno, Jarrett optò per l’unico che gli sembrava almeno accettabile. A peggiorare l’umore contribuirono una cena pessima e il fatto che il pianista arrivava dalla Svizzera in compagnia del produttore a bordo della sua Renault R4. In aggiunta, per varie ragioni, non dormiva da due giorni. Ma non era finita… Ritornato al teatro per il concerto il pianista scoprì che per un disguido era stato portato in scena il pianoforte scartato, un Bösendorfer mezzacoda, generalmente impiegato per le esercitazioni del coro del teatro. Lo strumento presentava diversi limiti: i bassi risultavano privi di corpo, gli acuti tendevano a un suono metallico e il pedale di risonanza non funzionava correttamente. A quel punto chiunque avrebbe annullato il concerto. Ma Keith Jarrett ed Eicher decisero di andare avanti, malgrado tutto… Di fronte a queste condizioni, Jarrett fu costretto a rivedere la propria strategia esecutiva, privilegiando le zone centrali della tastiera ed evitando le estensioni più gravi. Queste limitazioni, però, contribuirono paradossalmente a modellare il carattere sonoro del concerto: l’attenzione si spostò su un fraseggio più arioso e ricco di nuances ritmiche, mentre l’assenza di profondità nei bassi venne compensata da un uso più espressivo della dinamica e dei registri medi. Jarrett, da sempre, affronta la performance di solo piano in un modo non paragonabile ad altri artisti. La tecnica consiste nel partire da una piccola cellula (melodica, ritmica o armonica), spesso composta da poche battute, che viene sviluppata attraverso il processo improvvisativo. Jarrett lavora attorno a questa cellula primordiale fino ad approdare a un nuovo modello, che viene anch’esso sottoposto a un processo evolutivo di variazioni. Le fonti di ispirazione e le metodiche di intervento sono le più disparate, dal gospel al blues, dalla musica classica al jazz, da un approccio triadico di matrice country-pop a

Un momento del memorabile Köln Concert che Keith Jarrett tenne il 24 gennaio 1975.

Keith Jarrett

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