GrooveBack Magazine 004

(“La ninfa decaduta”), eseguita solo quindici anni dopo a causa dell’ormai imminente conflitto mondiale. Durante il soggiorno tedesco, Kōsaku compose anche le sue prime opere sinfoniche importanti, tra cui la Sinfonia intitolata poco dopo Kachidoki to Heiwa (“Trionfo e Pace”) completata sempre nel 1912, e alcuni poemi sinfonici come Madara no hana (“Fiori variegati”, 1913) e Kurai tobira (“La porta oscura”, 1913).​ Queste composizioni rappresentarono una svolta storica per la musica giapponese: furono di fatto i primi esempi di musica sinfonica di ampio respiro scritti da un giapponese in un’epoca in cui i suoi predecessori si erano cimentati al massimo in canzoni per voce (o strumento) e pianoforte o in brani per banda.​ La Sinfonia - che rappresentò l’esame finale dei suoi studi berlinesi - è riconosciuta come la prima sinfonia giapponese in quattro tempi, concepita secondo il modello delle grandi sinfonie europee​. Particolarmente interessante è il primo tempo, un Moderato, e ancora di più il secondo, entrambi costruiti su un tema ispirato al Kimigayo , derivato dalla musica di corte alto-medievale gagaku e ancora oggi inno nazionale del Paese. Questo brano simboleggiava un’aspirazione precisa di Yamada nonché una sorta di dichiarazione programmatica sin dalla prima sua opera di rilievo, quella di dimostrare che il Giappone poteva contribuire alla grande tradizione sinfonica europea unendo il proprio ethos culturale alla tecnica compositiva occidentale. Fu però con lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914 che la sua vita prese una strada molto diversa da come l’aveva immaginata e sperata, costringendolo a interrompere il suo sogno di stabilirsi stabilmente in Europa.​ Tornato in patria alla fine del 1913, si trovò di fronte a una situazione - soprattutto se paragonata a quanto aveva avuto modo di sperimentare in Germania - ancora molto arretrata in un Paese di fatto privo di istituzioni musicali sinfoniche stabili. Come primo passo, nel 1914, riuscì a fondare a Tokyo la Tokyo Philharmonic Society Orchestra (da non confondere con l’omonima organizzazione attuale), sotto il patrocinio del barone Koyata Iwasaki, e diresse il primo concerto dell’ensemble - il primo in assoluto di un’orchestra professionale giapponese - nel maggio del 1915.​Nel dicembre 1917, Kōsaku si recò per la prima volta negli Stati Uniti e il 16 ottobre 1918 diresse un’orchestra americana alla Carnegie Hall in un programma interamente dedicato alle sue composizioni. Grazie a questo concerto di presentazione, vari editori americani come Fischer e Schirmer iniziarono a pubblicare le sue opere vocali e i suoi pezzi per pianoforte. Il compositore nipponico rimase attivo come direttore ospite negli Stati Uniti fino al maggio 1919, un periodo in cui riuscì a incontrare musicisti come Rachmaninov, Prokof’ev, oltre al musicista americano Leo Ornstein, dai quali riuscì a trarre ulteriore ispirazione per i suoi lavori futuri. Al suo ritorno in Giappone, Yamada Kōsaku decise che era giunto il momento di introdurre in modo stabile anche l’opera lirica nel tessuto culturale giapponese e fondò a questo scopo nel settembre 1920 la Nihon Gakugeki Kyōkai (Associazione giapponese per il teatro musicale), riuscendo a mettere in scena poco dopo il terzo atto del Tannhäuser di Wagner e L’enfant prodigue di Debussy. Ciò permise a Yamada di avere un ruolo ormai fondamentale nella divulgazione della musica occidentale con prime direzioni assolute di opere come Finlandia di Sibelius, la Sinfonia n. 9 di Dvořák, la Prima

Sinfonia di Šostakovič e l’ Idillio di Sigfrido di Wagner​, oltre a opere più all’avanguardia per la sua epoca come il Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy, o le musiche per An American in Paris di George Gershwin​. I suoi continui sforzi permisero al Giappone, sia di epoca Meiji sia di epoca Taishō (rappresentata dal successivo imperatore), in rapida modernizzazione, di dotarsi in pochi anni di orchestre sinfoniche stabili e di un repertorio classico di riferimento.

Yamada compose in questi anni molti altri lavori sinfonici di rilievo come Meiji shōka (“Ode all’epoca Meiji”, 1921), che dimostra la sua ormai completa padronanza della tecnica orchestrale inserendo all’interno della partitura strumenti della tradizione giapponese come lo hichiriki , un oboe antico usato nella musica gagaku ,​ e usando una strumentazione che mostra chiare influenze tanto di Richard Strauss quanto di Skrjabin. Il risultato fu un suono inedito, in cui le sonorità tipiche giapponesi si amalgamavano con le forme sinfoniche europee. Un esperimento simile, spinto ancora oltre, è dato dalla Nagauta Symphony “Tsurukame” (1934), per canto tradizionale, shamisen (uno strumento che può essere considerato come un liuto nipponico) e orchestra sinfonica. In quest’ultima opera, Yamada

Il famoso musicista Max Bruch, che fu insegnante di composizione di Yamada Kōsaku all’Hochschule für Musik di Berlino.

Kōsaku attinge al repertorio del Nagauta , il canto del teatro Kabuki , inserendolo nella struttura di una sinfonia moderna, ma lasciando inalterata la parte legata al repertorio tradizionale e costruendovi attorno l’intera partitura sinfonica. Un metodo compositivo, questo, che fu poi ripreso da altri musicisti giapponesi dopo di lui, anche se solo molti decenni dopo con Takemitsu si sono avuti risultati musicali ed estetici simili. Un capitolo a parte meritano i suoi Lieder, che costituiscono per i giapponesi l’eredità più popolare e duratura. Ispirandosi alla forma europea del Lied ma utilizzando testi giapponesi, Yamada compose centinaia di brani vocali, in particolare durante tutti gli anni Venti, con l’intento dichiarato di elevare la canzone giapponese a un livello artistico paragonabile a quello dei Lieder occidentali di Schubert e Wolf. Per ottenere questo risultato collaborò strettamente con alcuni dei più raffinati poeti dell’epoca, primo fra tutti Kitahara Hakushū con cui fondò la rivista Shi to ongaku (“Poesia e musica”), con l’intento di trovare un’unione ideale tra le due arti. Molte di queste romanze godono ancora oggi di enorme popolarità, in particolare tra i bambini, come Karatachi no hana (“Fiori di trifoglio”, 1925) o Akatombo (“Libellula rossa”, 1927), cantate in Giappone da persone che spesso non sanno nemmeno chi ne sia l’autore.​

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