difficile gestire la situazione» e ha aggiunto che «se mi fosse successo qualcosa, i disagi per l’azienda per la quale lavoravo sarebbero stati gravi.» Nel mese di maggio del 2015, miomalgrado, ho dovuto abbandonare il lavoro. In quel momento, mi è anche toccato restituire la patente. Mi è sempre piaciuto gui- dare l’auto e, quella rinuncia improvvisa, se possibile, ha
complicato ulteriormente le cose. L’ APPROCCIO ALLA MALATTIA
Ricordo di non aver mai parlato molto della mia malat- tia. Solo una volta, a mia moglie, ho confidato di aver na- vigato sul web per documentarmi. Non mi sono spinto molto a fondo, però: ad un certo punto, ho smesso di leggere le informazioni. Il decorso della SLA, infine, mi è stato molto più chiaro dopo esser stato sottoposto alla tracheostomia. Ho però un pessimo ricordo, di quel periodo, associato ad una visita medica. A causa dei problemi respiratori, ho consultato un dottore che è stato capace di causare in me un vero trauma. Questo medico, infatti, mi ha detto – senza tanti ri- guardi – che dopo l’intervento della tracheostomia sa rei dovuto andare a «vivere in un istituto». Ho trovato quel suomodo di approcciarsi ad unmalato veramente sconvolgente. Un paziente, del resto, si affida alle cure ed alla sensibilità di unmedico. Sentendosi dire
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