durante uno spostamento tra la sedia e la poltrona, sono stato vittima nuovamente di un arresto respiratorio. L’ ARRESTO RESPIRATORIO E UN NUOVO RICOVERO Ancora una volta, è stato necessario chiamare l’ambu - lanza. Prima che i soccorritori potessero raggiungerci a casa, però, Francesca si è subito preoccupata di aspirare il catarro. All’arrivo del medico, stavo nuovamente bene: ho aperto gli occhi e, quindi, il dottore giunse alla conclu- sione che avevamo eseguito nel migliore dei modi tutta la procedura . Non ravvisava, quindi, l’utilità di farmi rico - verare all’ospedale. Ciò nonostante, per una questione di prudenza, alla fine sono stato portato al pronto soccorso. Al mio arrivo, un’infermiera – senza guanti – ha cominciato a manipo- lare il sondino della tracheostomia. Subito, mia moglie, le ha chiesto cosa stesse facendo, perché riteneva inam- missibile il fatto che eseguiva questa procedura senza adottare le dovute precauzioni. I sanitari hanno rivolto lo sguardo a Francesca, chie- dendole poi se ogni volta usasse i guanti. «Certo» Ha risposto, affermando poi: «Lo sa che il ri- schio di infezione è molto alto?» Poi è arrivata una dottoressa che ha esordito dicendo: «Allora, ha fatto un arresto cardiaco?» La nostra risposta è stata invece: «No, non ho avuto un arresto cardiaco: mi
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