Alla fine, per garantire la giusta continuità per la mia assistenza, abbiamo deciso che Musin sarebbe stato in mia compagnia durante il giorno, mentre l’infermiera, si sarebbe occupata di me il mattino e la sera. A rendere complicata la mia assistenza c’era la predisposizione alle infezioni nell’area dove andava ad inserirsi la cannula , una condizione causata dall’umidità attorno alla ferita. Nella consuetudine dell’assistenza quotidiana, l’infer - miera si alternava con un altro sanitario, il quale, alla fine venne prescelto per continuare a seguirmi. Dal canto mio, io ero stupito dalle reazioni contrariate dell’infermiera di fronte alla proposta di adattare le cure alle mie esigenze. In particolare, non ho mai capito per- ché per disinfettare la ferita si continuasse a far uso del Betadine, che a causa della sua colorazione, macchiava continuamente le lenzuola, le magliette e il pigiama. Francesca, a questo proposito, si era informata per l’uso di un altro disinfettante incolore, s coprendo che avremmo potuto fare tranquillamente così. Per convin- cere della bontà della tesi l’infermiera, però, è stata ne - cessaria una lotta prolungata. Del resto, la medicazione della cannula era eseguita per due volte al giorno e, quindi, era molto importante che non causasse disagi di alcun tipo.
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