A causa del modo differente di approcciarsi alle mie necessità in termini di assistenza, tra l’infermiera e mia moglie sono insorti alcuni contrasti. Il primo si è verifi- cato subito dopo la nostra partenza per un finesetti- mana a Winterthur, in occasione della cresima di un no- stro nipote. All’arrivo nella Svizzera tedesca, infatti, dopo aver sfilato la «contro cannula» per eseguire la medica- zione, ci siamo accorti che la ferita presentava una forte infiammazione. In quel momento, siamo rimasti colpiti dal colore rosso acceso e dal cattivo odore che emanava. Due giorni dopo, appena rincasati, Francesca ha chie- sto all’infermiera se vi fosse qualcosa che non andava per il verso giusto e, soprattutto, se non si fosse resa conto che vi era una grossa infezione in corso. La donna ha risposto che «andava tutto bene», ma non era vero. Secondo me, si sarebbe dovuta facilmente rendere conto dell’esistenza del problema: in fondo, non era pro - prio lei ad eseguire la medicazione due volte al giorno? Eppure, non si era accorta proprio di nulla: e ho trovato la cosa davvero molto grave. Oltre a ciò, però, son rimasto ancor più perplesso quando ci ha detto che «avremmo anche potuto avvi- sarla di questo problema». Queste parole hanno lasciato me e mia moglie di stucco. Lei era la mia infermiera, nonché responsabile della mia cura: come poteva dele-
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