La mia vita sociale non è mai cambiata, come del resto, il mio spirito positivo non mi ha mai abbandonato. Non ho mai nemmeno smesso di mangiare i miei adorati spaghetti: il cibo, per me, è sempre stato l’occasione per - fetta per condividere momenti unici con gli altri. Poi è arrivato il mese di ottobre e quella fatidica mat- tina. Avevo appena finito di consumare la colazione e, nonostante l’infermier e fosse a casa per la terapia della tosse assistita, non avevo voglia di usare il cough assi- stant : non ne sentivo il bisogno. Francesca e l’infermiere mi hanno compagnato in ba - gno e, quindi, sistemato sul wc, come eravamo soliti fare ogni giorno. Quindi hanno chiuso la porta, come d’abi - tudine, per rispettare l’intimità di quei momenti. Ricordo che Francesca era indaffarata a sistemare delle cose in cucina: di lì a poco, a casa, sarebbero venute in visita alcune sue ex colleghe di lavoro. Dopo un po’ di tempo, Francesca ha preso a chia - marmi, senza che le rispondessi… E da questomomento, il racconto continua con la voce di mia moglie. Io, infatti, me ne sono andato così: senza fare rumore. G LI ULTIMI MOMENTI RACCONTATI DA F RANCESCA Ricordo che l’abbiamo trovato, privo di sensi, seduto sul servizio igienico. Come già avevamo fatto in precedenza in alcune oc- casioni, lo abbiamo caricato sull’ambulanza e portato
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