Uninews TorVergata #Confini

Newsletter di Ateneo N°1 #Confini

Febbraio 2024 N° 1

TORVERGATA UNINEWS #CONFINI

ToVità

Green Societies

World Campus

LabDoc

Botani Campus

#CONFINI SOMMARIO

In apertura di Francesco Fabbro

La chiusura è impossibile di Stefano Semplici

Se la ricerca sul cancro supera i confini di genere di Katia Aquilano, Daniela Barilà e Valentina Svicher

Logica binaria e logica sfumata di Marcello Salmeri

Il senso dei robot per il tatto di Alessandro Moscatelli

I confini della cura e del lavoro domestico di Furio Camillo Rosati

Oltre i confini con UNIVERSEH 2.0 di Myrka Zago

Essere donna, essere straniera di Maria Novella Campagnoli

ToVità Green Societies World Campus LE RUBRICHE

LabDoc

BotaniCampus

Direttrice responsabile Lucia Ceci

Progetto grafico Adriana Escobar Rios

UNINEWS TORVERGATA Contatti: uninews@uniroma2.it Web: https://n9.cl/uninewstv

Photo editor Riccardo Pierluigi

Web Scilla Gentili

Redazione Valentina Alvaro, Pierpaolo Basso, Maria Rosaria D’Ascenzo, Adriana Escobar Rios, Francesco Fabbro, Scilla Gentili, Emanuela Liburdi, Federica Lorini, Florinda Magliulo, Andrea Romano, Andrea Sansone, Sabina Simeone, Marco Tirone, Chiara Tranquilli, Chiara Venturini

Chiuso in redazione: 5 febbraio 2024

In apertura Sconfinare

di Francesco Fabbro*

A distanza di due mesi dall’uscita del numero zero, Uninews TorVergata ritorna con un nuovo numero dedicato al tema dei confini. Tutti gli articoli, ognuno secondo una diversa prospettiva disciplinare, contribuiscono a superare l’accezione più comune del termine «confini», ossia di perimetri che delimitano un territorio. In tal senso, ogni contributo sconfina dal senso comune. Nell’articolo La chiusura è impossibile i confini aprono anziché chiudere. I confini, afferma l’autore- filosofo, «non sono barriere invalicabili, ma luoghi dove si misurano libertà, responsabilità, rispetto». Qui i confini diventano luoghi metaforici dell’etica che «si possono e si dovrebbero attraversare in pace». Se la ricerca sul cancro supera i confini di genere, presenta le linee di ricerca oncologica perseguite dal Dipartimento di Biologia del nostro Ateneo, composto prevalentemente da donne. Le autrici- biologhe, attraverso le loro ricerche, ci raccontano un’importante storia di superamento di confini disciplinari, geografici e di genere in ambito scientifico. Nell’articolo successivo, Logica binaria e logica sfumata , i confini sono quelli della logica bivalente di Aristotele che viene superata dalla teoria degli «insiemi sfocati» di Lotfi Zadeh. La logica binaria, pietra miliare del pensiero occidentale e dello sviluppo dell’elettronica digitale, ci

avverte l’autore-ingegnere, potrebbe talvolta eccedere nel semplificare il pensare entro confini netti e prestabiliti, impedendoci di cogliere le sfumature del pensiero umano che lo rendono tale. Il senso dei robot per il tatto ci porta ai confini tra uomo e macchina. Nel contributo, l’autore-fisiologo ci spiega come, oggigiorno, i dispositivi robotici chiamati interfacce tattili o aptiche consentano di superare i confini naturali dei nostri corpi per ampliare le nostre capacità sensoriali e motorie. I confini della cura e del lavoro domestico offre una prospettiva economica sulle professioni di cura nel nostro Paese. In quest’ottica, da un lato si evidenziano i benefici dell’immigrazione sulle famiglie italiane e dall’altro si rileva l’inadeguatezza del trattamento economico riservato alle lavoratrici e ai lavoratori impegnate/i nella cura di bambini e anziani. Un ulteriore sguardo inconsueto sui confini è offerto dall’articolo Oltre i confini con Universeh 2.0 scritto dalla Direttrice del Centro di BioMedicina Spaziale. UNIVERSEH 2.0 è una Alleanza tra Università europee volta ad estendere i confini della conoscenza attraverso l’esplorazione spaziale e, allo stesso tempo, promuovere il senso di appartenenza a uno spazio comune e inclusivo. L’ultimo contributo della sezione tematica della newsletter è Essere donna, essere straniera redato da

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*Ricercatore di tipo B in Pedagogia sperimentale - francesco.fabbro@uniroma2.it

una Professoressa di Teoria e Pratica dei diritti umani. L’articolo evidenzia i meccanismi di duplice discriminazione (di genere e di status giuridico) che espongono le donne prive di diritti di cittadinanza al rischio di violenze. Ai contributi tematici seguono i consueti aggiornamenti delle nostre rubriche. Tovità in questo numero ci informa della partecipazione del nostro Ateneo alla Cyberchallenge 2024 e del progetto «Insieme siamo migliori» volto a rispondere alle esigenze abitative di studentesse e studenti . Green Societies , la rubrica dedicata alle ricerche connesse all’ecosostenibilità, stavolta si incentra sull’originale nesso che può intercorrere tra archeologia e cambiamenti climatici. Sempre in tema di ecosostenibilità, World Campus , presenta GreenNano , il nuovo corso internazionale di Laurea magistrale incentrato sullo sviluppo di materiali nanotecnologici per la transizione verde e digitale. LabDoc, ci accompagna, attraverso l’esperienza di ricerca di una dottoranda, nel laboratorio di Anatomia Umana del nostro Ateneo dove si conducono importanti studi sull’efficacia di nuove molecole per il trattamento dei tumori cerebrali. Infine, BotaniCampus ritorna sul focus tematico del numero concentrandosi sui confini genetici tra diverse specie di bambù che si possono osservare nell’Orto Botanico di Tor Vergata. Non mi resta quindi che augurarvi, a nome di tutta la Redazione, una buona lettura e un buon sconfinamento.

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LA CHIUSURA È IMPOSSIBILE

traiettoria temporale, come la fine di un impero, così come quella di una vita, ma si è così persa, almeno in parte, la specificità che il «con» imprime sul termine. In latino, confinis è un aggettivo che condivide con adfinis il significato di confinante, contiguo e confinium è, in senso stretto, la linea che delimita, separandoli, due territori. Questo ampliamento semantico illumina l’impossibilità di vivere i confini semplicemente come ciò che pure sembrano essere: un limite che separa e chiude. Anche il limite, d’altronde, si dice in molti modi.

di Stefano Semplici*

segna il confine di un territorio, ma anche via e sentiero.

Il sostantivo «confine» ha ereditato, nella lingua italiana, molti dei significati raccolti nel latino finis , in riferimento a luoghi e territori (estremità, termine, limite) ma anche nelle diverse curvature del suo senso figurato (limite invalicabile, grado supremo, culmine). È vero che resta semplicemente «il» o «la» fine ciò che indica rispettivamente uno scopo o I confini non sono barriere invalicabili, ma luoghi dove si misurano libertà, responsabilità, rispetto.

Limen è la soglia che può diventare ingresso e punto di partenza.

È perché sente e vive il suo limite che l’essere umano può lasciarsi attraversare dalle tracce anche sensoriali che lo proiettano oltre. Appesa al muro, vicino alla mia scrivania, c’è una riproduzione del manoscritto de L’infinito di Leopardi. Una delle poche correzioni riguarda la sostituzione del «celeste confine» verso il quale lo sguardo non può prolungarsi, perché una siepe lo impedisce, con «l’ultimo orizzonte» (in

un’intenzione e la conclusione di una

Limes è il solco o la barriera che divide due campi o

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*Professore ordinario in Etica sociale e Bioetica - semplici@lettere.uniroma2.it

che distingue gli esseri umani dai bruti e li spinge a spostare sempre più avanti i confini (i limiti) del sapere. È facile – e vengo così al secondo percorso – ricordare quanto possano essere incerti e sottili, quando si tratta di passare dall’uno all’altro, i confini fra due «territori»: quelli geografici come quelli culturali o quelli fra il bene e il male. Torna, con forza, il tema della responsabilità, perché la trasgressione può essere vettore di emancipazione, ma anche di rovina. Torna, soprattutto, il valore del «con». Ad attraversare i confini che ci separano e insieme ci uniscono sono stati troppe volte gli eserciti di aspiranti conquistatori e la paura che alimenta l’illusione della chiusura come strategia securitaria è in fondo l’altra faccia della volontà di dominio. Si rifiuta, in entrambi i casi, di riconoscere che intorno alle differenze si possono costruire dialogo e occasioni di crescita per tutti. I confini, invece, si possono e si dovrebbero attraversare in pace. A partire da quelli politici.

Eraclito: il logos che appartiene all’anima è troppo profondo perché se ne possano raggiungere i confini (peirata) .

greco delimitare si dice horizein e horos significa appunto confine e pietra di confine, anche nel senso di frontiera). I ripensamenti del poeta sono pochi, ma riguardano quasi tutti espressioni nelle quali non ci stupirebbe trovare aggettivi che rimandano all’assenza di confini: lo spazio «infinito» che diventa «interminato» e passerà poi dal singolare al plurale; l’oscillazione fra l’immensità e l’infinità - nella versione finale tornerà il primo termine - nella quale è dolce naufragare, come in un mare. I confini che aprono, anziché chiudere, possono essere pensati lungo due traiettorie. La prima muove dalla consapevolezza che era già di

Una delle declinazioni di questa profondità è l’«inquietudine» che il Teofilo di Leibniz, nei Nuovi saggi sull’intelletto umano , definisce «essenziale alla felicità delle creature», perché le spinge a «un progresso continuo e non interrotto verso beni sempre maggiori». Ulisse, una volta raggiunto il punto «dov’ Ercule segnò li suoi riguardi», convince i compagni a navigare oltre. È certo possibile che questo diventi un «folle volo» (parliamo ogni giorno dei rischi connessi al progresso della scienza), ma questa «responsabilità» è parte integrante della «semenza»

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SE LA RICERCA SUL CANCRO SUPERA I CONFINI DI GENERE

di Katia Aquilano, Daniela Barilà e Valentina Svicher*

scienza che si traduce in un pensiero scientifico che trascende i limiti abituali, conducendo a scoperte innovative nella lotta contro il cancro. In quest’epoca di cambiamento, la presenza femminile rafforza la ricerca oncologica con strategie più ricche e complesse, mostrando che il cancro può essere

Con determinazione, le donne stanno annullando le barriere invisibili che per troppo tempo hanno circoscritto il loro ruolo nella scienza. La loro crescente presenza sta riscrivendo le dinamiche di genere in un campo precedentemente dominato dagli uomini e sta imprimendo un segno positivo alla lotta contro il cancro, una malattia senza confini che ora Nel paesaggio mutevole della ricerca oncologica, l’ascesa delle donne si rivela essere un catalizzatore di innovazione, superando i confini tradizionali e contribuendo ad arricchire il pensiero scientifico.

affrontato con nuove armi e da prospettive prima inesplorate.

Il Dipartimento di Biologia dell'Università di Roma Tor Vergata incarna questa realtà, superando significativamente i confini di genere nella ricerca contro il cancro.

Pur essendo numericamente equilibrato tra i generi, è la preponderanza femminile nelle linee di ricerca oncologica a segnare un punto di svolta, dimostrando che l’abbattimento dei confini del pensiero uniforme in ambito scientifico è non solo possibile ma già in atto.

si trova esposta agli attacchi di una scienza più unita e progressista.

Le ricercatrici si distinguono per il loro approccio inclusivo e multidisciplinare alla

*Professoressa ordinaria in Biochimica - katia.aquilano@uniroma2.it Professoressa ordinaria in Genetica - daniela.barila@uniroma2.it Professoressa ordinaria in Microbiologia e Microbiologia clinica - valentina.svicher@uniroma2.it

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I nostri progetti abbracciano un’ampia varietà di approcci ed integrano la ricerca sperimentale di laboratorio con studi di bioinformatica e biologia dei sistemi. L’obiettivo dei nostri progetti, finanziati dalla fondazione AIRC ed enti di ricerca nazionali ed internazionali, è svelare non solo le basi molecolari che innescano e alimentano la progressione tumorale, ma anche di comprendere i meccanismi di resistenza alla chemio e radioterapia, alle terapie molecolari mirate e all’immunoterapia.

di cancro nell’essere umano. Uno dei nostri punti di forza è l’analisi delle vie molecolari che regolano l’omeostasi cellulare, per decifrare come le alterazioni genomiche influenzino la trasduzione del segnale sia all’interno che tra le cellule. In questo fervido contesto scientifico, i confini si dissolvono ulteriormente grazie a collaborazioni sinergiche con enti di ricerca di prestigio sia nazionali che internazionali. Questi partenariati strategici non solo amplificano la portata e l’impatto delle nostre ricerche, ma

alimentano un fertile scambio di conoscenze e innovazioni che

Aspiriamo a individuare nuovi bersagli terapeutici e a formulare trattamenti sempre più personalizzati ed efficaci.

trascendono ogni barriera geografica e disciplinare, testimoniando l’universalità della scienza nella sua missione di beneficio globale. L’incisiva presenza femminile nella ricerca oncologica, il percorso pionieristico perseguito dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata e le ampie collaborazioni internazionali dimostrano che la lotta contro il cancro trascende ogni barriera, che sia di genere, geografica o disciplinare, incarnando l'essenza di un progresso scientifico condiviso e senza confini.

In questo contesto multidimensionale, combiniamo analisi omiche estensive più avanzate (ad esempio genomica,

trascrittomica, proteomica e metabolomica) con metodiche

biochimiche e di biologia molecolare e cellulare più tradizionali. La nostra ricerca si avvale di modelli di cancro all’avanguardia, comprese le linee cellulari, le cellule staminali tumorali e gli organoidi derivati direttamente dai tessuti dei pazienti. Particolare enfasi viene data allo studio di processi biologici fondamentali, come la risposta delle cellule tumorali allo stress, l’instabilità genomica, la riprogrammazione metabolica, le alterazioni del ciclo cellulare e la comunicazione con il microambiente, inclusi gli elementi del sistema immunitario e gli adipociti nonché il ruolo dei virus responsabili del 15% delle forme

Fonti

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LOGICA BINARIA E LOGICA SFUMATA

di Marcello Salmeri*

Uno degli ambiti probabilmente più studiati e dibattuti da oltre due millenni è quello della «logica», materia che coinvolge matematici e filosofi, ma che ha ricadute in moltissimi campi, tra i quali quelli dell’ingegneria dell’informazione (informatica, elettronica, telecomunicazioni).

Etimologicamente «logica» deriva dal greco λόγος , quindi

rendendone impossibile una chiara distinzione. Comunque Eraclito introduce il concetto dicotomico dei concetti opposti (vero o falso). Democrito fu il primo a dicotomizzare l’universo in atomi, unità base indivisibili, neri e bianchi. Aristotele, in piena epoca ellenistica, fu il vero creatore della logica bivalente, introducendo i principi di non contraddizione e del terzo escluso che sono diventati

ne eredita il significato di «parola», «pensiero», ma anche «ragione».

È il filosofo greco Eraclito che associa al concetto della mutevolezza del divenire del πάντα ῥ ε ῖ , il termine λόγος dell’armonia che presiede la continua contrapposizione degli opposti che si alternano e combattono tra loro, ma che anche si sovrappongono

*Professore associato in Misure elettriche ed elettroniche - salmeri@ing.uniroma2.it

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il modo di ragionare del mondo occidentale e i pilastri delle future scienze: se un’affermazione fosse stata vera, non avrebbe potuto essere falsa. E viceversa. Eppure già in epoca coeva, i sofisti non esitavano a contestare questi principi, come Zenone con il dilemma del quando, togliendo granelli, un mucchio di sabbia diventa qualcosa che non possa più essere definito tale. Ma a ben prima risale anche il «paradosso del mentitore di Creta», cioè «tutti i cretesi sono bugiardi» attribuito al cretese Epimenide, che è un assurdo logico. Oltre ai paradossi legati a proposizioni del tipo «questa frase è falsa», c’è il problema che non tutti gli attributi sono rappresentabili dicotomicamente. L’attributo «alto», riferito a una persona, è da considerare vero se la persona è alta 1,90 metri, così come è falso se riferito ad una persona di 1,50 metri. Ma dov’è il confine per definire una persona alta? Si può definire alta una persona di 1,62 metri?

possibili valori è stata la pietra miliare di tutto quel mondo digitale che ormai pervade la nostra vita. Fu il matematico britannico George Boole a porre le basi di quella che prenderà il nome di «algebra di Boole», fondamentale nello sviluppo dell’elettronica digitale e dei moderni calcolatori elettronici. Il ragionare in maniera dicotomica ha influito tuttavia non poco anche nel ragionare quotidiano, classificando a volte in maniera binaria anche concetti che di loro natura non lo sono, stabilendo confini inesistenti nella realtà. Ogni cosa siamo molte volte portati a

incasellarla in un descrittore preconfezionato, sentendo la soddisfazione di aver «fatto ordine», di aver rispettato una gerarchia naturale prestabilita. Eppure la stessa fisica del XX secolo ci ha dimostrato, contro ogni logica, che «la realtà non è come ci appare» (parafrasando il titolo di un bellissimo saggio di Carlo Rovelli). La concezione dell’assoluto «determinismo» è stata teoricamente e sperimentalmente confutata da tempo. Così come è stato dimostrato che tutto debba essere considerato relativo, come lo stesso scorrere del tempo.

Eppure la logica a due

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Il confine, in questa accezione, perde la sua dimensione assoluta e oggettiva, rimanendo un qualcosa di soggettivo legato alla nostra mente. Nel 1965 Lotfi Zadeh, matematico e ingegnere naturalizzato statunitense, ripercorrendo il pensiero di altri scienziati, estende la teoria classica degli insiemi introducendo gli «insiemi sfocati», senza confini netti, riproducendo il pensare umano originario e permettendo la progettazione di sistemi basati sull’esperienza umana.

Ora «alto» può assumere non solo i due livelli estremi, ma anche tutti quelli intermedi.

aristoteliche occidentali, che gli permise di ragionare oltre i confini netti precostituiti. Forse non sarebbe male fare una giusta distinzione tra ciò che forziamo come «binario» per una esigenza di indispensabile semplificazione, e ciò che è per sua natura meravigliosamente sfumato, dove ogni sfumatura è molto più una ricchezza che una deviazione dai nostri preconcetti.

Zadeh stesso è uno scienziato e, ancor prima un uomo, senza confini. Nasce in un paesino vicino a Baku, attuale capitale dell’Azerbaigian, da padre iraniano di origine azera e da madre di origini russo- ebraiche. Studia in Iran in una scuola americana, ma cresce

con una profonda cultura orientale mai rinnegata.

Fonti

Una cultura sicuramente lontana dalle basi

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IL SENSO DEI ROBOT PER IL TATTO

di Alessandro Moscatelli*

La pelle è il confine tra il nostro corpo ed il mondo esterno.

Il senso del tatto permette di superare questo confine e ci mette in contatto (sia nel senso letterale che figurato del termine) con le persone e gli oggetti che ci circondano. Mediante il senso del tatto possiamo esplorare alcune proprietà fisiche degli oggetti: ad esempio, possiamo far scivolare il polpastrello sulla superficie di un tavolo per sentire se è liscio o ruvido, oppure stringere un maglione per sentire se è soffice. Tutto comincia con la deformazione della pelle: mediante l’utilizzo di particolari metodiche di

imaging , oggi possiamo osservare «in prima fila» come la nostra pelle si piega e si stira quando tocchiamo gli oggetti (come ad esempio nei due video che si possono vedere in questo articolo link ). Quando teniamo in mano un bicchiere, questi piccolissimi movimenti e le vibrazioni della cute consentono di accorgerci che il bicchiere sta per scivolare e di stringere la presa prima che questo cada in terra. Nelle registrazioni di elettrofisiologia è possibile

ascoltare una sequenza di ticchettii associati a specifici movimenti microscopici della pelle (si possono ascoltare anche al link indicato sopra). Questi corrispondono alla risposta del nervo sensoriale che porta le informazioni dalla pelle al nostro cervello. Come in ogni confine che si rispetti, c’è bisogno di interpreti che facciano da traduttore tra i diversi linguaggi, da quello meccanico della pelle a quello degli impulsi nervosi comune a tutti i nostri sensi.

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*Professore associato in Fisiologia - alessandro.moscatelli@uniroma2.it

Oltre un secolo di ricerche in neuroscienze, dagli studi pionieristici di Adrian e Mountcastle sulle fibre sensoriali fino ai recenti risultati di Patapoutian sulle proteine PIEZO1 e PIEZO2, hanno consentito di comprendere i meccanismi cellulari e molecolari (Figura 1) che ci permettono di trasformare il contatto sulla nostra pelle in una serie di impulsi nervosi comprensibili per il nostro cervello.

figura 1*

Finora abbiamo considerato le sensazioni che vengono suscitate dal

Particolari dispositivi robotici, chiamati interfacce tattili o interfacce aptiche, ci permettono di andare oltre i confini naturali del nostro corpo per ampliare le nostre capacità sensoriali e motorie. Mediante queste interfacce aptiche possiamo ricreare la sensazione di una carezza e trasmetterla a distanza (Figura 2), possiamo percepire la sofficità di un tessuto, oppure «sentire» quello che sta toccando un robot o una protesi per migliorare la nostra capacità di controllarli e sentirli parte del nostro corpo.

Ad esempio è possibile restituire la sensazione tattile nelle donne protesizzate dopo la mastectomia. Due eminenti

contatto con oggetti inanimati. Proviamo sensazioni differenti

scienziati che si sono distinti per i loro studi

quando comunichiamo un nostro stato emotivo con altre persone mediante il senso del tatto, ad esempio con una carezza o un abbraccio. Oggi sappiamo che questi due ruoli vengono svolti da due divisioni distinte del sistema nervoso. Il movimento lento e delicato sulla pelle che ricopre alcune parti del nostro corpo, ad esempio per una carezza, attiva piccole fibre nervose specializzate conosciute come fibre CT. L'attivazione delle fibre CT è tipicamente associata a risposte emotive, neuroendocrine e affettive, e svolge un ruolo importante nel comportamento sociale e affettivo.

nell’ambito del tatto e delle interfacce robotiche, che colgo l’occasione per ricordare in queste ultime battute, sono Vincent Hayward (05 Gennaio 1955 - 10 Maggio 2023) e Sliman Bensmaia (17 Settembre 1973 – 11 Agosto 2023), entrambi venuti a mancare nel corso del 2023. Il tema di questa newsletter è «confini»: questi due scienziati hanno sviluppato in maniera magistrale l’approccio che si è cercato di presentare in questo articolo del tatto come confine e tramite tra il nostro cervello, il nostro corpo e dispositivi robotici quali interfacce aptiche e protesi.

Fonti

figura 2**

*Figura 1: la cute ed i meccanocettori. Riprodotta da (Ryan et al., 2021) **Figura 2: l’interfaccia aptica mostrata sulla destra consente di riprodurre la sensazione di una carezza. Riprodotta da (D’Aurizio et al., 2023)

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I CONFINI DELLA CURA E DEL LAVORO DOMESTICO

settore pubblico di offrire una piena copertura e l’accesso al settore privato è limitato.

si pensi al contratto implicito fra genitori e figli: i primi si curano del benessere e dell’educazione dei secondi, nell’aspettativa che questi ultimi si occupino di loro una volta anziani. I mutamenti della società hanno progressivamente trasformato la rete familiare e sollecitato la ricerca di alternative che si è tradotta sia in un ampiamento dell’intervento pubblico sia nell’esternalizzazione dei servizi sul mercato. I costi elevati di tali servizi non consentono al

di Furio Camillo Rosati*

Recenti studi hanno mostrato come, in

numerosi Paesi compresa l’Italia, l’arrivo di cittadini stranieri abbia coinciso anche con la riduzione dei tempi di ritorno al lavoro delle donne dopo la maternità mentre nel campo dell’assistenza degli anziani la presenza di lavoratori stranieri sembra aver contribuito anche

Si tratta di attività fuori dal mercato di grande rilevanza: il cambiamento tecnologico e sociale ne ha ridotto l’importanza in alcune aree sostituendole con beni e servizi disponibili sul mercato, dagli elettrodomestici agli acquisti online. Ci sono tuttavia fasi della vita nelle quali la domanda di tempo è ancora elevata: quella iniziale e quella finale. La cura dei bambini e degli anziani è tradizionalmente stata gestita attraverso una complessa rete di servizi prestati all’interno della famiglia. Per esemplificare Una parte rilevante del tempo di cui disponiamo è dedicata non al lavoro, ma alla produzione domestica di beni e servizi.

*Professore ordinario in Scienza delle finanze - f.rosati@economia.uniroma2.it

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trattamento economico.

alla riduzione del tasso di ospedalizzazione e della durata dei ricoveri, con un risparmio di spesa pubblica e un miglioramento del benessere degli anziani. Tale quadro è confermato dal fatto che nelle aree in cui i servizi forniti da lavoratori stranieri sono più disponibili si osserva una riduzione del tasso di

mortalità degli over-75.

Il dibattito pubblico dedica scarsa attenzione agli interventi necessari per valorizzare la presenza in Italia di lavoratori stranieri impegnati in ambito domestico e non solo. Sarebbe necessario investire in una crescita professionale che dovrebbe andare di pari passo con un miglioramento del

Altrettanto opportuno sarebbe incentivare con sgravi fiscali i costi delle pratiche di lavoro domestico che generano benefici per la finanza pubblica e la società nel suo insieme.

Fonti

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OLTRE I CONFINI CON UNIVERSEH 2.0

di Myrka Zago*

Polonia e l’Università di Namur per il Belgio.

Il nostro Ateneo, leader del Workpackage Space Innovation, è stato coinvolto in virtù della reputazione internazionale di cui gode nel settore della ricerca e insegnamento delle scienze e tecnologie spaziali, dalla biomedicina spaziale alla fisica dell’Universo, dall’osservazione della Terra alle telecomunicazioni spaziali, dall’ingegneria dei materiali a data Science e intelligenza artificiale per l’aeronautica e lo spazio, dall’astrobiologia alla meccanica celeste. La missione di UNIVERSEH 2.0 è offrire a studenti e studentesse un ambiente di apprendimento innovativo,

I nostri giovani la vivranno in presa diretta, per così dire, grazie al crescente interesse e ai fortissimi investimenti pubblici e privati nel settore spaziale. Per preparare le nuove generazioni ad affrontare queste nuove sfide è nata UNIVERSEH 2.0, un’Alleanza Universitaria Europea finanziata dall’Unione Europea per creare un campus inter- universitario esteso dedicato allo Spazio. UNIVERSEH 2.0 include l’Università di Tolosa per la Francia (coordinatrice del progetto quadriennale), l’Università di Roma Tor Vergata per l’Italia, l’Università Heinrich Heine di Düsseldorf per la Germania, l’Università del Lussemburgo, l’Università di Luleå per la Svezia, l’Università di AGH di Cracovia per la L’esplorazione dello Spazio rappresenta una formidabile sfida umana, scientifica e tecnologica destinata ad allargare enormemente i confini della conoscenza.

interdisciplinare, multilinguistico,

multiculturale, inclusivo, sostenibile, basato sulla ricerca e l’insegnamento. La visione è quella di realizzare

*Professoressa ordinaria in Fisiologia, Direttrice del Centro di BioMedicina Spaziale - myrka.zago@uniroma2.it

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un’ Università Europea dello Spazio in cui gli studenti e le studentesse dei sette atenei partecipanti possano usufruire di un’offerta formativa estesa e distribuita territorialmente e possano conseguire un titolo di studio (Bachelor, Master, Dottorato) congiunto, riconosciuto in tutta Europa.

promuovere un dialogo interculturale. Il personale tecnico-amministrativo provvede alle infrastrutture per la gestione del programma. L’insegnamento e il tutoraggio degli studenti UNIVERSEH 2.0 saranno organizzati con una attenzione particolare agli approcci innovativi, con carattere interdisciplinare. A questo scopo saranno coinvolte tutte le macroaree del nostro Ateneo per garantire un’offerta formativa trasversale.

Sarà anche incentivato lo spirito imprenditoriale autonomo del corpo studentesco attraverso la costruzione di una rete internazionale di coetanei, professori e personale tecnico-amministrativo per future collaborazioni, opportunità di carriera e una prospettiva più globale nel campo di interesse. Il programma UNIVERSEH 2.0 prevede anche il coinvolgimento di una molteplicità di Enti di ricerca, industrie, Agenzie Spaziali, Ministeri Europei. La ricchezza di partecipazioni è finalizzata a trovare soluzioni originali ai problemi complessi che l’esplorazione spaziale deve affrontare.

Le attività di UNIVERSEH 2.0 sono iniziate a novembre 2023.

Da ora in poi, personale docente e studentesco, ricercatori e personale del ruolo tecnico- amministrativo del nostro e degli altri atenei partecipanti possono sperimentare la mobilità senza soluzione di continuità, sia fisica che virtuale, attraverso scambi internazionali a tutti i livelli. Il personale docente ha iniziato a lavorare per ampliare l’offerta formativa internazionale di alto livello e multidisciplinare nel settore spaziale, grazie alla collaborazione tra studiosi internazionali di diverse discipline con l’obiettivo di

Lo scopo ultimo del programma europeo è di promuovere la creatività, l'identità e i valori europei, il senso di

appartenenza a uno spazio comune, l’integrazione e l’inclusione.

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ESSERE DONNA, ESSERE STRANIERA

di Maria Novella Campagnoli *

I giuristi e i filosofi del diritto sanno bene che esiste un sottile fil rouge fra le nozioni di confine, cultura e diritto.

con particolare evidenza nel momento in cui si guarda al diritto penale, la cui rosa di illeciti è soggetta a adattamenti, integrazioni e revisioni, che rispecchiano l’assetto socioculturale di riferimento. Si tratta di una dialettica necessaria e ineludibile, che, dinnanzi alle sfide della globalizzazione, dei flussi migratori e pure delle trasformazioni tecnologiche, in questi anni,

Oltre ad essere terraneo e ad esprimere la propria validità entro un dato tempo e un determinato spazio – e dunque all’interno di certi confini – il diritto è anzitutto un fenomeno culturale. Ovverosia, è l’espressione di quell’ idem sentire che contraddistingue la società dalla quale promana e che è chiamato a regolamentare.

Un nesso – quello tra confine, cultura e diritto – che affiora

*Ricercatrice di tipo B in Filosofia del diritto - campagnoli@juris.uniroma2.it

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portatori di una diversa weltanschauung - non soltanto etico-religiosa ma anche giuridica - può mettere alla prova il sistema normativo dei Paesi ospitanti. Qui, infatti, il rispetto e il riconoscimento delle istanze identitarie e culturali deve necessariamente essere controbilanciato e contemperato dalla necessità di preservare la certezza del diritto vigente e, soprattutto, dall’obbligo di assicurare il rispetto dei diritti umani, in particolar modo delle donne. Infatti, in ragione di un penetrante e trasversale meccanismo di duplice discriminazione, nel quale a quella legata allo status giuridico (straniere e non- cittadine) si assomma quella di genere, sono proprio le donne a vedersi maggiormente esposte

è tornata prepotentemente alla ribalta.

un potenziale contagio con una dimensione vista come assolutamente altra, l’incontro con lo straniero rischia di generare una sorta di «ansia da migrazione», mettendo in secondo piano un elemento estremamente importante: ossia che è dall’incontro con il «volto dell’altro» – e grazie all’articolarsi della diade identità/alterità – che nasce e si sviluppa la relazione. Ma non è tutto, perché la convivenza con individui e con gruppi di stranieri,

Si è riacceso, così, il dibattito sulla figura dello straniero ( étranger, stranger ), di cui l’aggettivazione linguistica (che allude all’estraneità, alla difformità e alla stranezza) concorre a una caratterizzazione in negativo, poiché tende a sottolineare «ciò che lo straniero non è» (cittadino) e «ciò che lo straniero non ha» (la nostra stessa lingua, cultura, religione). Foriero di

al rischio di violenze e violazioni dei diritti.

Violazioni sommerse e «silenziose», in quanto la voce delle vittime è stata a lungo ignorata; non soltanto dalla cultura e dal nucleo sociale d’origine, ma anche dalle comunità accoglienti.

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perfino alla vita. Impossibile non pensare, poi, ai matrimoni forzati e alla pratica ancor più discussa delle spose bambine. Cultural offenses , che – tanto nel caso delle MGF quanto in quello delle baby brides – violano pesantemente i diritti umani delle donne e verso le quali l’Europa, come l’Italia (soprattutto a seguito dell’introduzione degli artt. 558- bis , 583- bis , 583- ter del Codice penale), sono in prima linea nelle attività di prevenzione e di contrasto.

Paradigmatiche sono le violenze realizzate nell’ambito del contesto familiare e giustificate dall’esigenza di difendere l’onore del gruppo o dalla necessità di rispettare prescrizioni morali/religiose/culturali ritenute inderogabili. Pratiche che, a seconda dei casi: negano la capacità di autodeterminarsi della donna, ne limitano e violano la libertà sessuale, o

ne minacciano l’integrità fisica. È sufficiente pensare

al fenomeno delle mutilazioni genitali

femminili, che, al di là delle differenti forme e modalità di esecuzione, perpetuano una plurisecolare logica di controllo e di dominio di matrice patriarcale ed incidono permanentemente sul corpo della donna, mettendone a rischio e/o compromettendone del tutto il diritto alla salute e

Fonti

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Le rubriche

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Il nostro Ateneo partecipa per la prima volta alla CyberChallenge, il programma nazionale dedicato all'addestramento dei giovani talenti nati tra il 1999 e il 2007 nel campo della cybersecurity , in un contesto che prevede la presenza di ben 43 università. Indossa la maglia “Tor Vergata” alla CyberChallenge 2024

L'obiettivo è formare e inserire nel mondo lavorativo i futuri cyberdefender , affinché possano contribuire, con le loro competenze, al progresso del Paese e renderlo competitivo in uno degli aspetti cruciali del nuovo millennio tecnologico. Per partecipare non servono esperti/e di programmazione ma passione, impegno e tanta

curiosità nelle discipline scientifico-tecnologiche. Coloro che supereranno la fase di selezione avranno la possibilità di intraprendere un ricco percorso formativo orientato agli aspetti pratici e non solo della cybersecurity. Al termine delle competizioni una gara finale nazionale eleggerà la migliore tra le squadre italiane. Scopri tutti i dettagli.

Al via la nuova stagione degli incontri orientativi

Giovedì 15 febbraio alle ore 15.00, presso l’Aula Magna della Facoltà di Economia, torna il tradizionale Open Day

Macroarea o Facoltà avrà un’aula dedicata con desk informativi e attività di approfondimento, laboratori e seminari. I/le partecipanti potranno sia ascoltare le presentazioni nell’Aula Magna che recarsi nelle aule dedicate alle singole aree dove

dedicato alla presentazione della ricca offerta formativa

del nostro Ateneo. Nel corso dell’evento ogni

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troveranno docenti e tutor a disposizione per approfondimenti o chiarimenti. Saranno inoltre a

disposizione stand informativi sui servizi di Ateneo quali tasse, borse di studio, alloggi e opportunità per la comunità studentesca. Iscriviti e partecipa! A seguire, nel mese di marzo, un’intera settimana dedicata all’orientamento. Dal 18 al 22, infatti, sarà possibile conoscere le singole Macroaree o Facoltà. Ogni giorno sarà dedicato a una delle sei aree: oltre alla presentazione dell’offerta formativa, saranno predisposte attività quali visite ai laboratori, lezioni-tipo, incontro con associazioni studentesche e progetti di Area. Le attività si svolgeranno presso la sede dell’Area interessata secondo il seguente calendario.

Insieme siamo migliori/ Together we are better

opportunità di scambi sociali e culturali e valorizzi il territorio. Se desideri avere un ruolo attivo in questo progetto come «ospitante» compila il questionario. Le domande alle quali rispondere hanno lo scopo di reperire informazioni rispetto alle disponibilità alloggiative, le relative caratteristiche e

le necessità/motivazioni. Il questionario è anonimo e la compilazione non comporta l’adesione automatica al progetto. Gli/Le interessati/e potranno poi eventualmente decidere se lasciare i contatti per ricevere ulteriori informazioni.

È questo il nome del progetto avviato dal nostro Ateneo per rispondere alle esigenze abitative degli student*, potenziando i rapporti con il territorio e le opportunità di scambio tra chi può ospitare e chi ha bisogno di esserlo. Una convivenza solidale che supera i confini generazionali permettendo uno scambio attivo e fattivo tra bisogni diversi e che mira ad elaborare un nuovo modello di ospitalità, a forte e significativo impatto sociale ed economico, che favorisca le

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Il nesso tra archeologia e cambiamenti climatici

di Emiliano Tondi*

Per capire in quale ambito si muove questa scienza nel contesto dei cambiamenti climatici, dobbiamo fare allora un piccolo passo indietro e più precisamente alla audizione al Senato

Vi siete mai chiesti cosa possiamo fare nel nostro piccolo per contribuire ad abbassare le concentrazioni di diossido di carbonio (CO ) che attualmente risultano essere le più alte negli ultimi 650.000 anni? 2 Risulta generalmente arduo capire come le scienze umanistiche, ed in particolar modo nel mio caso, l’archeologia, possano fornire un aiuto in tal senso. É però necessario fare attenzione a porsi le domande giuste; se ci chiediamo: «quale può essere il contributo dell’archeologia per ridurre la CO ?», la risposta appare lapidaria e sconsolante: nessuno. 2

dell’ex Ministro della Transizione Ecologica

Cingolani del 17/12/2021 a seguito della Cop26 tenutasi a Glasgow, nella quale egli riassume 4 linee di intervento della politica nei confronti dei cambiamenti climatici: 1. Mitigazione 2. Adattamento 3. Finanziamento 4. Riparazione dei danni

Tali linee di intervento partono dalla consapevolezza che i

cambiamenti attualmente in atto non sono reversibili nel breve termine.

*Ricercatore di tipo A in Metodologie della ricerca archeologica - Programma Operativo Nazionale “Ricerca ed innovazione” - emiliano.tondi@uniroma2.it

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che potrebbe comportare un distacco dello sperone roccioso con conseguente distruzione di parte dell’area archeologica; inoltre, l’analisi vegetazionale delle aree coinvolte da un vasto incendio sviluppatosi ad Agosto 2020 ha messo in evidenza anomalie visibili solo in parte prima dell’evento; chi si occupa di archeologia dei paesaggi, sa che queste anomalie possono costituire una traccia di resti sepolti nel sottosuolo.

La questione implica quindi valutazioni di carattere gestionale del presente, che coinvolgono non solo gli aspetti sociali, ma anche quelli della cura di un patrimonio culturale che subisce, e continuerà a subire, gli effetti di questo cambiamento sulla propria pelle.

possono essere portati per comprendere quali sviluppi potrebbe avere un’analisi sociale di questo tipo applicata ad aree geografiche che adesso stanno subendo la medesima sorte. Esiste poi la questione legata alla tutela attraverso il monitoraggio di eventi naturali straordinari che minacciano l’integrità dei resti antichi. Il caso dell’area archeologica di Gabii, oggetto di ricerca da diversi anni da parte del Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi Urbani diretto dal prof. Fabbri in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, risulta particolarmente esemplificativo. È, ad esempio, attualmente in corso il monitoraggio di una lesione individuata nello strato di roccia tufacea

Lo studio delle trasformazioni

dell’ambiente naturale in relazione con le attività umane e oggi uno dei principali indirizzi della ricerca archeologica. Capire quanto una determinata comunità in passato sia stata resiliente ad un cambiamento individuando le condizioni ambientali che hanno poi comportato l’abbandono dell’area o lo sviluppo di tecnologie per renderla nuovamente abitabile è solo uno degli esempi che

Associare ad eventi straordinari, dovuti ai cambiamenti climatici, nuove opportunità di ricerca, è un risvolto della medaglia inatteso, un’opportunità cinica ma reale data a chi, come noi, sta vivendo questi fenomeni dall’inizio della loro comparsa ponendoci in una posizione di osservazione privilegiata.

Fonti

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The world of Erasmus Mundus: the new GreeNano Master

and economic development worldwide. Looking at the global dimension means not only embracing opportunities for transnational collaboration, but also leveraging the potential created by the increasing cross-cultural experiences in mobility across borders. Nowadays, the world is facing a major challenge: global warming. To tackle it, green and digital revolutions are necessary, requiring new, performant, and economically competitive devices. At the same time, we know that crucial resources and materials are not infinite, and the industrial impact on the environment has been long neglected. Developing higher-performance devices for the green and digital

The Erasmus Mundus GreeNano Master is a prestigious postgraduate study program, open to the brightest students worldwide and fully funded by the European Union. It stands as one of the Tor Vergata University recent successful stories in the Erasmus+ framework, contributing to the internationalization of our University's education beyond traditional borders. Managing resources effectively is crucial for fostering social, cultural,

transitions while considering their

sustainability and the industrial reality is the necessary condition for a successful change.

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National Research Council (CNR). The third semester unfolds at the prestigious Jozef Stefan International Postgraduate School in Ljubljana, Slovenia. The Master's program culminates with a hands-on internship in a research laboratory at one of the three Master's locations or within a reputable company or national/transnational agency in the participating countries. We had the privilege of interviewing Claudio Goletti, the program coordinator in Rome Tor Vergata, and professor at the Physics Department of our university.

The GREENANO Erasmus Mundus Joint Master is dedicated to advancing Nanomaterials for Green and Digital Transitions.

This program offers students a unique opportunity to study at

three prestigious European institutions. The educational program begins at the Université de Lorraine in France, followed by the second semester at Tor Vergata University of Rome in Italy. The program features a transformative Summer School at the Institute of Structure of Matter of the

«The scientific challenge and the educational opportunity represented by GreeNano perfectly fit the theme «Borders». The Master Degree in Material Science and Technology – which will welcome the students coming to Tor Vergata from everywhere in the world – means an innovative field of research and investigation, where the knowledge and the expertise coming from Physics and Chemistry (plus an Engineering flavor) mix to give a unique blend, a new interdisciplinary possibility of researching, discovering and engineering materials for a new world. Materials for a better use of energy and natural resources. Materials for a green and sustainable development of the technology that we need for our future. Materials for a responsible use of what we have here on Earth.

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cells using perovskite, a material that is revolutionizing the solar energy sector, with a surprisingly high efficiency. Innovative polymeric batteries, potentially able to guarantee extremely high security level while simultaneously cutting production costs with respect to traditional batteries currently used. And the possibilities continue. We expect that

students of the GreeNano Master, at the end of their two-year training in France, Italy and Slovenia, after collaboration with colleagues from around the world, will naturally exceed the borders (scientific and/or political) existing in Europe and out of Europe, to exploit their knowledge and expertise where the future will bring them».

The goal of the GreeNano Master is to nurture a generation of scientists and technologists that will collaborate to invent advanced materials with highly specific properties that outperform existing materials and enable more innovative product designs and applications.

Some examples? New, higher performance solar

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Uno studio sull’efficacia di small molecules alternative per la terapia del glioblastoma

di Serena Fuda*

nervoso centrale, in collaborazione con il prof. Maurizio Salvati, primario del reparto di neurochirurgia del Policlinico Tor Vergata. Attualmente, la terapia standard per questo tumore prevede la resezione chirurgica seguita da radioterapia e chemioterapia a base di Temozolomide, un agente alchilante del DNA ad elevata tossicità ed efficace solo quando il tumore non è in grado di riparare il DNA. Il nostro laboratorio si sta quindi occupando di testare small molecules alternative o adiuvanti alla Temozolomide, che sono già attualmente in uso per il trattamento di altri

Sono Serena Fuda, studentessa iscritta al terzo anno del XXXVII ciclo della

Scuola di Dottorato in Biotecnologie Medico- Chirurgiche e Medicina Traslazionale.

Sto svolgendo il mio dottorato presso il laboratorio di Anatomia Umana della professoressa Susanna Dolci. Tra i progetti in corso nel nostro laboratorio, uno è volto allo studio dell’efficacia di nuove molecole per il trattamento di tumori cerebrali. In particolare, ci stiamo concentrando sul glioblastoma, il tumore maligno più frequente tra le neoplasie del sistema

*Dottoranda in Biotecnologie Medico-Chirurgiche e Medicina Traslazionale - serena.fuda@gmail.com

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tumori, ed abbiano come prerequisito la capacità di attraversare la barriera ematoencefalica. I farmaci vengono testati su linee cellulari immortalizzate di glioblastoma umano e su cellule primarie ottenute direttamente da biopsia di tessuto tumorale proveniente dai pazienti del Policlinico Tor Vergata. In particolare, vengono effettuati saggi di sopravvivenza per valutare l’efficacia del farmaco nel ridurre la vitalità delle cellule tumorali, sia in monoterapia che in trattamento combinato con Temozolomide. Parallelamente, in seguito al trattamento farmacologico, vengono indagate le alterazioni a carico dei pathway coinvolti nella formazione del glioblastoma, attraverso analisi di espressione proteica. Questo approccio risulta essere vantaggioso sul fronte temporale, poiché queste analisi richiedono circa quattro-sei settimane, lo stesso tempo che deve intercorrere tra la resezione chirurgica e l’inizio della radio-chemioterapia, secondo le linee guida attuali. Di conseguenza, è

colleghi e ricevere suggerimenti.

possibile verificare nuove strategie terapeutiche, per poter offrire ai pazienti una terapia sempre più personalizzata nella cura del glioblastoma. La Scuola di Dottorato, grazie a questo e ad altri progetti che mi vedono partecipe, mi ha permesso di imparare a padroneggiare diverse tecniche di biologia cellulare e molecolare ed arricchire le mie conoscenze nell’ambito della ricerca. Inoltre, la collaborazione con il reparto di neurochirurgia mi ha dato la possibilità di conoscere altri ambienti lavorativi, aspetto estremamente stimolante.

Seminari e incontri formativi sono

regolarmente organizzati per accrescere la nostra preparazione e stimolare la curiosità per approfondire i nostri progetti. La partecipazione a congressi e a corsi di formazione ci dà l’opportunità di ampliare le nostre conoscenze e di incontrare altri ricercatori anche in ambito internazionale. In conclusione, ritengo che il percorso del Dottorato rappresenti un ottimo mezzo per approcciarsi al mondo del lavoro senza perdere l’occasione di continuare ad implementare le proprie conoscenze ed offra grandi opportunità di crescita sia da un punto di vista lavorativo che personale.

Ogni settimana, a rotazione, ciascun dottorando presenta i propri dati in lingua inglese per discuterne con docenti e

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