Il confine, in questa accezione, perde la sua dimensione assoluta e oggettiva, rimanendo un qualcosa di soggettivo legato alla nostra mente. Nel 1965 Lotfi Zadeh, matematico e ingegnere naturalizzato statunitense, ripercorrendo il pensiero di altri scienziati, estende la teoria classica degli insiemi introducendo gli «insiemi sfocati», senza confini netti, riproducendo il pensare umano originario e permettendo la progettazione di sistemi basati sull’esperienza umana.
Ora «alto» può assumere non solo i due livelli estremi, ma anche tutti quelli intermedi.
aristoteliche occidentali, che gli permise di ragionare oltre i confini netti precostituiti. Forse non sarebbe male fare una giusta distinzione tra ciò che forziamo come «binario» per una esigenza di indispensabile semplificazione, e ciò che è per sua natura meravigliosamente sfumato, dove ogni sfumatura è molto più una ricchezza che una deviazione dai nostri preconcetti.
Zadeh stesso è uno scienziato e, ancor prima un uomo, senza confini. Nasce in un paesino vicino a Baku, attuale capitale dell’Azerbaigian, da padre iraniano di origine azera e da madre di origini russo- ebraiche. Studia in Iran in una scuola americana, ma cresce
con una profonda cultura orientale mai rinnegata.
Fonti
Una cultura sicuramente lontana dalle basi
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