IL SENSO DEI ROBOT PER IL TATTO
di Alessandro Moscatelli*
La pelle è il confine tra il nostro corpo ed il mondo esterno.
Il senso del tatto permette di superare questo confine e ci mette in contatto (sia nel senso letterale che figurato del termine) con le persone e gli oggetti che ci circondano. Mediante il senso del tatto possiamo esplorare alcune proprietà fisiche degli oggetti: ad esempio, possiamo far scivolare il polpastrello sulla superficie di un tavolo per sentire se è liscio o ruvido, oppure stringere un maglione per sentire se è soffice. Tutto comincia con la deformazione della pelle: mediante l’utilizzo di particolari metodiche di
imaging , oggi possiamo osservare «in prima fila» come la nostra pelle si piega e si stira quando tocchiamo gli oggetti (come ad esempio nei due video che si possono vedere in questo articolo link ). Quando teniamo in mano un bicchiere, questi piccolissimi movimenti e le vibrazioni della cute consentono di accorgerci che il bicchiere sta per scivolare e di stringere la presa prima che questo cada in terra. Nelle registrazioni di elettrofisiologia è possibile
ascoltare una sequenza di ticchettii associati a specifici movimenti microscopici della pelle (si possono ascoltare anche al link indicato sopra). Questi corrispondono alla risposta del nervo sensoriale che porta le informazioni dalla pelle al nostro cervello. Come in ogni confine che si rispetti, c’è bisogno di interpreti che facciano da traduttore tra i diversi linguaggi, da quello meccanico della pelle a quello degli impulsi nervosi comune a tutti i nostri sensi.
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*Professore associato in Fisiologia - alessandro.moscatelli@uniroma2.it
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