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che potrebbe comportare un distacco dello sperone roccioso con conseguente distruzione di parte dell’area archeologica; inoltre, l’analisi vegetazionale delle aree coinvolte da un vasto incendio sviluppatosi ad Agosto 2020 ha messo in evidenza anomalie visibili solo in parte prima dell’evento; chi si occupa di archeologia dei paesaggi, sa che queste anomalie possono costituire una traccia di resti sepolti nel sottosuolo.

La questione implica quindi valutazioni di carattere gestionale del presente, che coinvolgono non solo gli aspetti sociali, ma anche quelli della cura di un patrimonio culturale che subisce, e continuerà a subire, gli effetti di questo cambiamento sulla propria pelle.

possono essere portati per comprendere quali sviluppi potrebbe avere un’analisi sociale di questo tipo applicata ad aree geografiche che adesso stanno subendo la medesima sorte. Esiste poi la questione legata alla tutela attraverso il monitoraggio di eventi naturali straordinari che minacciano l’integrità dei resti antichi. Il caso dell’area archeologica di Gabii, oggetto di ricerca da diversi anni da parte del Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi Urbani diretto dal prof. Fabbri in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, risulta particolarmente esemplificativo. È, ad esempio, attualmente in corso il monitoraggio di una lesione individuata nello strato di roccia tufacea

Lo studio delle trasformazioni

dell’ambiente naturale in relazione con le attività umane e oggi uno dei principali indirizzi della ricerca archeologica. Capire quanto una determinata comunità in passato sia stata resiliente ad un cambiamento individuando le condizioni ambientali che hanno poi comportato l’abbandono dell’area o lo sviluppo di tecnologie per renderla nuovamente abitabile è solo uno degli esempi che

Associare ad eventi straordinari, dovuti ai cambiamenti climatici, nuove opportunità di ricerca, è un risvolto della medaglia inatteso, un’opportunità cinica ma reale data a chi, come noi, sta vivendo questi fenomeni dall’inizio della loro comparsa ponendoci in una posizione di osservazione privilegiata.

Fonti

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