AGRIFULL A 140 TURBO
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AGRIFULL A 140 TURBO: IL GIGANTE VERDE
AGRIFULL A 140 TURBO: IL GIGANTE VERDE
Definito “il gigante” dalla stessa Agrifull in una pubblicità dell’epoca, l’A 140 Turbo è stato il top di gamma per il mercato italiano dell’azienda ferrarese fra gli anni 80 e 90, che la vedevano già sotto l’egida di Fiatagri. La meccanica ineccepibile e lo stile iconico sono state le ragioni del successo di questo modello, con la livrea verde che ancora oggi emoziona i nostalgici amanti di un marchio dalla storia affascinante che ha costruito trattori robusti ed efficienti per soddisfare le svariate esigenze degli agricoltori italiani. STORIA DI UNA “FAMIGLIA DI BUONI AGRICOLTORI” L’acquisizione di Agrifull da parte del Gruppo Fiat portò a una graduale trasformazione dei trattori ferraresi in versioni meno accessoriate dei gemelli color terracotta, proponendo un’ampia gamma che spaziava dal piccolo A 30 al top di gamma A 140, offrendo nel mezzo trattori specializzati e cingolati, compatti e da campo aperto. La meccanica era dunque la medesima, ma la livrea con le due tinte di verde – chiaro per la carrozzeria e scuro per il carro – e l’iconico logo riuscivano a rendere unici questi trattori, richiamando oggi alla memoria i ricordi di una bella storia italiana che ha fedelmente lavorato a fianco di migliaia di agricoltori. MOTORE FIAT 6 CILINDRI TURBO SERIE 8065 Sotto al cofano era presente il 6 cilindri Fiat serie 8065 da 5,7 litri sovralimentato turbo in grado di erogare 140 cavalli a 2.500 giri/min, con la coppia massima sviluppata a 1.500 giri/min. Si tratta di motori che sono stati particolarmente apprezzati per la loro robustezza, la generosa riserva di coppia di quasi il 30 percento, i bassi costi di esercizio e i consumi modesti.
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I tecnici Fiat, infatti, avevano realizzato i condotti di aspirazione con andamento a “chiocciola” per ottenere una più alta turbolenza e una maggiore velocità del flusso d’aria, progettando anche le camere di combustione a omega per riuscire ad avere una combustione ottimale. L’albero motore a otto contrappesi perfezionava l’equilibratura dinamica e conferiva al motore “rotondità” di funzionamento in ogni condizione. TRASMISSIONE 24+8 CON SUPERRIDUTTORE O 16+16 CON INVERSORE Salire su un Agrifull di alta potenza fa provare una certa emozione e nostalgia, con le leve delle marce e delle gamme poste rispettivamente a destra e a sinistra del volante, un marchio di fabbrica dei trattori del Gruppo Fiat a partire dagli anni 70. La Casa ferrarese offriva il suo A 140 con una trasmissione meccanica in grado di raggiungere i 40 chilometri orari di velocità massima nelle versioni più recenti – quelle con l’adesivo della lepre sul cofano – con frenatura integrale sulle quattro ruote a
inserimento elettroidraulico. L’agricoltore poteva scegliere fra due differenti configurazioni: una 24+8 con superriduttore o una 16+16 con inversore, con la prima che offriva una velocità minima di 200 metri/ ora, mentre la seconda permetteva di coprire con ben 8 marce le velocità fra i 3 e gli 11 chilometri orari. In entrambi gli allestimenti, le marce erano completamente sincronizzate per offrire una guida agevole di tipo automobilistico, mentre le gamme erano disponibili con la sincronizzazione in via opzionale. Il trattore era dotato di una frizione centrale monodisco da 14 pollici con tasselli in “Cerametallix” a secco a comando idraulico con recupero automatico dei giochi, una soluzione che assicurava degli innesti dolci e progressivi, una lunga durata delle componenti e il minimo sforzo sul pedale. UN POTENTE IMPIANTO FRENANTE Per un trattore in grado di viaggiare a 40 chilometri orari, l’impianto frenante doveva essere potente e adeguato: l’Agrifull
adottava, infatti, il dispositivo di inserimento automatico della doppia trazione quando si agiva sui pedali del freno, così da ottenere la massima forza frenante. L’impianto frenante era a doppio circuito e i freni erano a disco in bagno d’olio, caratterizzati da una grande superficie frenante e da una elevata capacità di dissipazione del calore. Per quanto riguarda il
differenziale, questo era a 4 satelliti per ottenere una ripartizione ottimale dei carichi e il bloccaggio del differenziale a comando idraulico era inseribile anche sotto carico e in movimento, mentre per il disinnesto era sufficiente premere uno o entrambi i pedali dei freni.
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possibilità di scelta per ogni esigenza dell’agricoltore. L’attacco a 3 punti era di Cat.2 o Cat.3 con bracci inferiori a estremità telescopiche e con puntoni telescopici antiscuotimento. Figuravano tra gli optional i martinetti idraulici per la regolazione del braccio destro e del puntone superiore, richiedendo l’impiego di un solo distributore supplementare. CABINA CONFORT E PIATTAFORMA SOSPESA Di serie, l’Agrifull A 140 veniva offerto con telaio di sicurezza e tettuccio parasole, ma era possibile montare la cabina confort per assicurare i massimi livelli di comodità ed ergonomia. Quest’ultima, sospesa su silent-block, risultava isolata da rumore e vibrazioni e offriva facilità d’accesso grazie al pavimento piano ricoperto da uno spesso tappeto specifico lavabile, così come i rivestimenti interni in materiale fonoassorbente. La cabina era dotata di impianto di riscaldamento e ventilazione e il volante
a tre razze era realizzato in materiale morbido opaco, registrabile verticalmente e avanti/ indietro per offrire la migliore posizione di guida; le manovre risultavano agili e comode grazie all’idroguida e all’angolo di sterzo di 50 gradi. Anche la poltrona di guida era regolabile e da lì era possibile avere una visibilità totale verso l’esterno, oltre a raggiungere comodamente tutti i comandi. I modelli più recenti disponevano del cruscotto
con “check-panel” elettronico per consentire all’operatore di avere sempre sotto controllo tutte le funzioni del trattore: avvisatori luminosi e spie acustiche fornivano istantaneamente le informazioni più importanti ed era possibile controllare il livello dell’olio motore direttamente dalla cabina. In sintesi, come recitava una pubblicità di metà anni 80: “Agrifull, le buone radici”.
sollevatore durante i trasporti su strada. Inoltre, era presente anche il comando posteriore da terra che consentiva tramite un’apposita leva di effettuare gli aggiustamenti necessari durante l’accoppiamento fra trattore e attrezzo.
SOLLEVATOREDA6.645CHILOGRAMMI Progettato per far fronte alle attività da campo aperto più impegnative, i tecnici Agrifull dotarono l’A 140 di un sollevatore posteriore in grado di alzare sino a 6.645 chilogrammi comandabile attraverso la consolle in cabina posizionata alla destra dell’operatore. Qui trovavano posto la leva per la regolazione dell’altezza del sollevatore; il controllo misto sforzo-posizione per operare in sicurezza sui terreni a resistenza variabile senza aumentare la profondità massima desiderata; la posizione flottante; il celebre “Lift-O-Matic”, dispositivo a due pulsanti per alzare e abbassare l’attrezzo senza dover intervenire sulle leve di comando; il “Vario- Speed” per aumentare o diminuire l’intensità di intervento del sollevatore e la “velocità di discesa regolabile” in funzione del peso degli attrezzi per bloccare in sicurezza il
IMPIANTO IDRAULICO CON 3 DISTRIBUTORI SUPPLEMENTARI
Il cuore dell’impianto idraulico dell’Agrifull A 140 era una pompa a ingranaggi da 57 litri/ min con una pressione di taratura di 170 chilogrammi/centimetro quadrato e doppio filtro a cartuccia sull’aspirazione. Operando a pieno regime, la portata idraulica consentiva di far percorrere l’intera corsa dei bracci in soli due secondi. Era possibile montare sino a 3 distributori idraulici supplementari a semplice e doppio effetto, flottanti, con o senza sgancio automatico, in modo da offrire la più ampia
© Francesco Ponti
Fonte: Brochure informativa Agrifull (anno: 1994)
Grazie all’amico Cristian Restani per le immagini.
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