GrooveBack Magazine 002

La coppia di cavi che ho ricevuto per la prova erano posti in un’elegante scatola di cartone rigido, opportunamente ospitati in un profilo di polistirolo, in modo da tenerli bloccati durante il trasporto; inoltre, i due cavi erano all’interno di altrettante buste in plastica trasparenti. Prendendoli in mano e osservando da vicino la loro lavorazione, non ho potuto fare a meno di ammirare le terminazioni, sia per quanto riguarda le forcelle, di dimensioni generose e di qualità assoluta, sia per ciò che concerne i connettori, di una raffinatezza e di una solidità di primissimo ordine. Tenete conto che i cavi, per la loro modalità di costruzione, non sono molto flessibili, e quindi non facilmente adattabili nello spazio che intercorre tra i finali di potenza e i diffusori. Per quanto mi riguarda, visto che nella dislocazione del mio impianto audio lo spazio che separa finali e diffusori è poco più di un metro e avendo a disposizione una coppia da 2,85 metri, non ho avuto alcun problema nel serrare le forcelle e di inserire i connettori e dopo un congruo rodaggio di quaranta ore (la coppia in prova aveva già alle spalle un minimo di rodaggio), sono passato al test di ascolto. La prova di ascolto Non nascondo che ero curioso di saggiare le qualità così decantate di questi cavi (da parte mia ho una coppia di cavi progettati e costruiti da un artigiano romano che costano meno della metà dei Reference ZE), quindi ho deciso di partire con un “botto”, ossia ascoltando un doppio LP di altissima qualità audiofila, The Mysterious Film World of Bernard Herrmann, in tiratura limitata, pressato a 45 giri e su vinili da 180 grammi della London (tanto per far capire la quotazione di questo disco, sul web si trova ormai a cifre che sfiorano i centocinquanta euro). I soundtracks presenti in questi due LP sono stati composti per tre film di fantasia quali I viaggi di Gulliver, L’isola misteriosa e Gli argonauti, pellicole ricche di azione e quindi dotate di una colonna sonora altamente impattante, ricca di straordinari sbalzi timbrici, con lo stesso Herrmann che dirige la National Philharmonic Orchestra. Prima di tutto, appena la compagine orchestrale ha enunciato le prime note del Prelude, che fa parte della colonna sonora de L’isola misteriosa, mi sono reso conto che dovevo andare a lavorare sul potenziometro del volume nel preamplificatore, in quanto rispetto a prima, la massa sonora che usciva dai diffusori risultava un po’ più alta e che per apprezzare meglio le sfumature, soprattutto da parte della sezione degli archi, non era più necessario mantenere un volume così alto. Ma il motivo precipuo per il quale avevo voluto mettere sul piatto questo vinile era stato un altro: qui la massa orchestrale sprigiona in certi punti un muro timbrico che, sebbene la qualità della registrazione sia di altissimo livello, dev’essere necessariamente “disciplinato”, ossia restituendo un palcoscenico sonoro credibile (il numero degli orchestrali supera gli ottanta elementi), senza contare le sfumature enunciate dalle varie sezioni o dai singoli strumenti. Ora, è ovvio che, a livello di dinamica, i miei due bestioni mono sono in grado di pilotare verso i dodici trasduttori dei diffusori deputati alla gamma medio-alta la mole di informazioni soniche, ma è anche vero che la fase critica del passaggio dagli uni agli altri contempla anche una indispensabile pulizia e trasparenza per decodificare meglio il tutto. Ebbene, l’apporto fornito dai

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