brani che, attraverso il loro ascolto, spiegheranno assai meglio delle parole la qualità e la “filosofia di produzione” che sta tanto a cuore a Marco Lincetto.
Il prog è morto, viva il prog! No, no, le cose non stanno propriamente in questo modo, quindi aspettate e riavvolgete il nastro! Sì, perché il rock progressivo non alberga solo nel mondo dei nostri ricordi degli anni Settanta, ma vive ancora adesso. E lo fa anche attraverso un musicista italiano, il sessantatreenne Amos Ghirardelli che, alla testa di altri sei validissimi artisti, ha voluto rinverdire i fasti di questo glorioso genere musicale in un nuovissimo disco, intitolato Libero arbitrio e suddiviso in una tracklist formata da cinque brani, di cui l’ultimo, Malinconia , è il primo che appare in questo sampler della Velut Luna. Su una stimolante base ritmica, Amos Ghirardelli comincia a volare con le sue tastiere con sentori alla Vangelis,
passando poi il testimone alla chitarra elettrica di Matteo Ballarin che interviene con un contributo che riporta alla mente Steve Hackett, dipanando una melodia che rimanda a quelle dei Genesis post Peter Gabriel. Oltre ai due musicisti citati, bisogna ricordare anche gli altri artisti coinvolti in questo progetto: Andrea Valfrè alle tastiere, Filippo Ghirardelli al pianoforte, Andrea Ghion al basso, Roberto “Bob” Parolin alla batteria e Massimo Bellio alla voce. Cambiando radicalmente genere musicale, eccoci alle prese con un’autentica chicca che farà felici sia coloro che amano la classica, sia quelli che sono anche ammaliati dalla magia del cinema d’autore, poiché il punto che unisce questi due mondi si chiama Nino Rota , l’indimenticabile musicista milanese, il cui nome è legato, tra gli altri, a quello
di Federico Fellini. Ma, come ci fanno comprendere benissimo i tre musicisti che hanno dato vita a questo disco, dal titolo Nino Rota e dedicato a quattro sue pagine cameristiche, ossia Luca Lucchetta al clarinetto, Francesco Martignon al violoncello e Gianluca Sfriso al pianoforte, il nostro compositore non può e non dev’essere relegato nella scomoda ed esclusiva posizione di creatore di colonne sonore, poiché Rota è stato un musicista a tutto tondo, capace di spaziare in diversi generi, a cominciare da quello classico e, nel caso specifico, alla musica da camera. Ma è altrettanto vero che il musicista milanese, affrontando il lato colto della materia sonora, non abbandona mai la tipica verve umoristica e ironica, condita da un tocco di
sottilissima amarezza esistenziale, la stessa che è andato a riversare nei commenti musicali presenti nei capolavori cinematografici del maestro riminese. Per capirlo, ascoltate l’Allegrissimo che conclude lo straordinario Trio per clarinetto, violoncello
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