poi condotto a un fornitore di servizi di marketing e comunicazione mobile o, ancora, a un sito di prodotti per la moda e lo stile femminile. Alla fine, ho dato credito al vezzo che hanno diversi marchi Audio di utilizzare termini suggestivi per la loro produzione, imbattendomi nel lemma Avir ( אא ריו ), espressione con cui nella tradizione ebraica s’intende l’etere celeste e spirituale, letteralmente tradotto con aria. Ho trovato quindi plausibile quest’ultima ipotesi, visto che coincide sostanzialmente con il carattere sonico di questo sistema. Ma adesso parliamo dell’ultima novità Morel, nome che deriva dalla sintesi di MORdechai ELectroacoustics, un glorioso marchio la cui storia prese avvio nel 1975, quando Meir Mordechai lo fondò, mosso dal suo amore per la musica e spinto dall’ambizione di creare un altoparlante che restituisse la magia della musica nel modo più naturale possibile. Da quel momento si è sviluppata una ricerca durata davvero una vita (e che prosegue ancora oggi), esitata in successive generazioni di altoparlanti mirati a stabilire nuovi standard per quanto riguarda la qualità del suono. Nella mente del fondatore l’unione tra musica e trasduzione elettroacustica doveva essere particolarmente salda, tanto da considerare gli altoparlanti alla pari di strumenti musicali. Ma per realizzarli si deve passare dalle parole ai fatti, dalla poesia alla tecnologia avanzata, viste le “desiderata”, e ai più moderni strumenti industriali. Per questo ogni prodotto Morel è assemblato a mano e meticolosamente testato, sottoposto a ben sette diversi test di qualità prima della sua immissione sul mercato. Il prodotto
La nuova serie Avyra di Morel è composta di quattro modelli: il 622, diffusore da supporto protagonista della nostra prova, la torre da pavimento 633, il centrale C5 e un Subwoofer. Non manca un elegante supporto, il B1, dotato di punte e adatto proprio per il nostro 622, disponibile nelle quattro finiture di nero, bianco, noce e rovere, esattamente le stesse che vengono offerte sui diffusori. Sulle fattezze del mobile mi sono già pronunciato brevemente nelle righe introduttive e non intendo dilungarmi oltre perché le immagini dicono più di tante parole; aggiungo solo la descrizione con la
Uno dei punti di forza di questo diffusore, il tweeter MDT 30NF.
griglia di protezione, la quale è tenuta in sede tramite dei piccoli magneti e risulta molto trasparente al suono. Devo fare una notazione sulla grande placca posteriore portacontatti Mono-Wiring, larga quasi quanto il mobile e tenuta in sede da ben quattordici viti. Ho cercato di rimuoverla pensando che fosse solidale con la PCB ospitante il filtro crossover, ma ho desistito perché opponeva molta resistenza e io non avevo alcuna intenzione di rovinare qualcosa. In seguito, levando il mid-woofer dal baffle , mi sono accorto che la PCB era invece alloggiata sul fondo, tenuta in sede da quattro viti. Ho approfittato per dare un’occhiata all’interno, trovando le pareti foderate di assorbente acustico in fibra di poliestere.
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