GrooveBack Magazine 002

L’ascolto di questo finale della Esoteric Pro Audio permetterà a coloro che diffidano ancora della classe D di apprezzare come ormai queste amplificazioni in switching siano perfettamente performanti e possano rappresentare un’ottima soluzione alternativa a quelle in classe A, con il vantaggio di non disperdere masse di calore, letali soprattutto durante gli ascolti in estate, e di vantare dimensioni e pesi ridotti. Mini Caravaggio, un artista di amplificatore di Andrea Bedetti

Le linee a dir poco essenziali del Mini Caravaggio.

Prima di affrontare il prodotto in questione, l’amplificatore Mini Caravaggio della Esoteric Pro Audio, avrete sicuramente la bontà di lasciarmi fare una riflessione che riguarda come sia cambiato il mondo dell’alta fedeltà negli ultimi vent’anni, sia a causa di determinati fenomeni esterni, sia a causa di precisi fenomeni interni. Quando esattamente vent’anni fa ho cominciato a dare vita al mio attuale impianto audio, ho dovuto fare una prima scelta, affidandomi a un’amplificazione a stato solido, a scapito di quello valvolare, indirizzandomi su un impianto multiamplificato a quattro vie, dotato di altrettanti finali di potenza, tutti rigorosamente in classe A, e di un preamplificatore disposto su due telai, oltre ad avere ovviamente un crossover attivo con taglio sotto i 40 Hz. Questo impianto, che sfiora adesso i sette quintali di peso e che ogni volta che ho dovuto traslocare, esattamente in tre circostanze, mi ha provocato discussioni con le ditte di trasloco le quali, vista la sua entità, volevano applicare un sovrapprezzo per poterlo trasportare, quando è pronto per l’ascolto, previo un debito riscaldamento per portare a regime i mosfet, mi permette durante la fase invernale di lasciare la caldaia spenta, poiché il calore che emanano i quattro finali di potenza rende superfluo il consumo di gas.

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