le prime sei tracce, mentre la settima, Fuoco , è farina del sacco di Claudio Rocchi, un altro musicista che aveva la sana abitudine di non mandarle di certo a dire. Il martello di Cresti, in Empi divi , prende di mira i musicisti del mondo classico, quelli, tanto per intenderci, che credono di essere degli dèi in terra senza averne alcun diritto e nessuna prerogativa (è interessante come il brano inizi su una base preregistrata di un’orchestra che prova gli strumenti prima di un concerto, sulla falsariga di quanto fecero i New Trolls nell’incipit di Concerto grosso n. 1 ). Un album, il suo, da ascoltare e meditare, senza dimenticare il fondamentale apporto del pluristrumentista Frankie Giordano, che si destreggia abilmente tra chitarre elettriche e acustiche, basso elettrico, tastiere, batteria e samples .
Quando sono venuto a sapere l’età dei due fratelli Lucchin, Gabriele e Niccolò, che formano il duo Martian Noise, non ci volevo credere. Sì, perché questi due eccezionali polistrumentisti hanno rispettivamente diciannove e diciassette anni! Ma ascoltateli nel loro CD Frequency of Humanity e straccerete i loro dati anagrafici per il semplice fatto che fanno musica con i controfiocchi! Al di là del fatto che Niccolò suona la batteria come se avesse almeno dieci anni di più e con un background artistico di ben altra levatura, Gabriele, udite udite, si applica in questo disco su uno Steinway & Sons D274 Concert Grand Piano, sull’organo Hammond C3, sulla Fender Rhodes MKI, sulla tastiera Prophet 600, sull’Akay AX-80, sull’ expander Oberheim Matrix 1000 e sul sintetizzatore Vermona Perfourmer. Chi mastica
un po’ di rock come si deve, capirà già che ci troviamo di fronte a due appassionati dell’epopea del grande Prog delle origini, sì proprio quello dei mitici anni Settanta, nato e cresciuto fra la Gran Bretagna e il nostro Paese (quando quest’ultimo faceva ancora musica come Cristo comanda). Così, grazie anche ai loro genitori, i due fratelli Lucchin sono cresciuti con pane ed Emerson Lake & Palmer, Yes, Genesis, Rick Wakeman, Pink Floyd, Alan Parsons Project e, in barba alla loro giovanissima età, hanno acquisito una conoscenza a dir poco enciclopedica e profonda di quel raffinato genere musicale. E, allora, come non dare credito, a quanto riporta un passaggio delle note introduttive al disco, ossia «Era quindi inevitabile arrivare a questo FREQUENCY (of Humanity), che lungi dal rappresentare un triste clone derivativo delle opere dei Maestri, ne riprende gli stilemi, con calligrafico rispetto, offrendo tuttavia Musica realmente nuova e per i giorni nostri assolutamente innovativa, fresca e rigenerante, in un oceano ristagnante di banalità, di non-musica volgarmente predicatoria»? D’altronde, è sufficiente ascoltare la quinta traccia del loro CD, riportata nel sampler in questione, ossia Hanging Garden , per capire che ci troviamo di fronte a due puledri di purissima classe, destinati, se gli dèi musicali improvvidamente non li abbandoneranno, a fare grandi cose. Continuiamo con il genere della musica d’autore con un album intriso di differenti venature stilistiche, visto che provengono da artisti, tra gli altri, come Toquinho, Vinicius De Moraes, Pat Metheny, Pixinguinha, Joe Barbieri, Tania Maria, Noa, Egberto Gismonti
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