avrebbe anche aiutato a risollevare i suoi magrissimi introiti. A parte queste traversie, per quale motivo Bruckner ha voluto intitolare Romantische questa sinfonia, tale da farla rientrare, volenti o nolenti, nella cosiddetta “musica a programma”? Dagli appunti e dalle didascalie vergate dallo stesso autore, ma che non furono poi riportati nella partitura, il musicista di Ansfelden tracciò una sorta di intreccio di ispirazione storico-letterario, in cui visioni narrative di letterati come Ludwig Tieck e Ernst Theodor Amadeus Hoffmann si stemperano nei tipici soggetti avventurosi dei dipinti di Moritz von Schwind, proseguendo con l’epopea delle maestose cattedrali gotiche, fino al Lohengrin di Richard Wagner. Tuttavia, tutti questi riferimenti e le immagini che ne
scaturiscono e che farebbero effettivamente pensare a una rappresentazione musicale squisitamente “romantica” non devono trarre in inganno, poiché l’apporto letterario e mitologico di chiara matrice germanica non appartiene alla visione estetica e culturale del compositore di Ansfelden, sempre che possa essere definita tale in Bruckner, uomo molto semplice e umile, anche per ciò che riguarda la sua formazione intellettuale. Semmai, bisogna concentrarsi solo sull’evocazione in sé della musica, un suggerimento, questo, che avrebbe reso felice un formalista di ferro come lo stesso Hanslick. E, a proposito di musica, vediamo quali sono i punti-cardine di questo capolavoro sinfonico. L’ incipit del primo tempo, Mosso, non troppo veloce ( Bewegt, nicht zu schnell ), è racchiuso dalla coinvolgente esposizione del magnifico richiamo del corno, che si dipana sopra l’inquieto tremolo degli archi (una tipica soluzione del comporre bruckneriano). Ne segue un’articolata elaborazione orchestrale, al termine della quale prende forma il secondo gruppo motivico esposto dagli ottoni e che dà avvio al celebre “tema della cinciallegra”, formato da una suadente frase enunciata dalle viole e da un efficace disegno dei violini,
Theodor Helm, uno dei pochissimi critici viennesi che presero le difese della musica di Bruckner, in una foto scattata a Salisburgo con la figlia Mathilda.
destinato a farsi sempre più imperioso, con la marcata presenza della tromba e dei corni. A questo punto, dopo un breve passaggio in ppp , segue il rullo dei timpani e un suadente dialogo tra il flauto e il clarinetto, il quale introduce la ripresa dei vari motivi fino a quel momento esposti, per giungere infine alla coda, che si conclude sul fff dei corni, che ripropone nuovamente il corale “eroico” del motivo iniziale. Un fraintendimento ha sempre accompagnato il secondo tempo, un Andante quasi Allegretto, in quanto spesso considerato alla stregua di una “marcia funebre”. In realtà, questo brano è intriso di reminiscenze schubertiane. Se il primo tema viene evidenziato da un’accorata esposizione da parte dei violoncelli, il secondo motivo, enunciato dalla viola, passa agli archi con rapidi interventi fatti dai corni. Come già accennato sopra, il cosiddetto
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