GrooveBack Magazine 002

59, la Rhapsodic Dance “The Bamboula” Op. 75 e uno dei suoi capolavori, le Symphonic Variations on an African Air Op. 63 in cui si esprime al meglio questa fusione culturale, dimostrando il talento per la variazione e l’impegno per l’affermazione dell’identità afro-britannica nel solco di quei compositori nazionale, come il già citato Dvořák ma non solo, che avevano cercato di integrare la musica popolare dei loro paesi d’origine nella tradizione classica europea. Ancora nel fatidico 1904 Coleridge-Taylor divenne direttore permanente della Händel Society e ricoprì incarichi in vari festival corali e orchestrali in Gran Bretagna e di insegnante al Trinity College of Music e alla Guildhall School of Music di Londra, ma la morte lo colse ancora giovanissimo, a soli 37 anni nel 1912, a causa di una polmonite mal curata e una delle sue ultime composizioni di ampio respiro che ci ha lasciato è lo splendido Concerto per violino in sol minore Op. 80, un’opera in cui è possibile ascoltare tutta la maestria e l’esperienza accumulatasi in una vita, con la quale omaggia uno ad uno i suoi maestri e che fonde le infinite suggestioni di mondi lontani distillati in un unico pensiero. La morte improvvisa di una delle personalità più importanti del mondo musicale britannico pose molta attenzione sulle successive gravi difficoltà economiche in cui la sua famiglia era rimasta. Questo fu uno dei fattori che portò il Regno Unito a riconsiderare il sistema dei diritti d’autore, influenzando la futura tutela dei compositori. I suoi figli, il già citato Hiawatha e sua sorella Avril Coleridge-Taylor, furono entrambi coinvolti nel mondo musicale, in particolare quest’ultima riuscì ad affermarsi a sua volta come pianista, direttrice d’orchestra e compositrice, la cui figura e la cui opera

stanno finalmente iniziando ad essere riscoperte. A più di cento anni dalla sua scomparsa, la Samuel Coleridge- Taylor Foundation ( https://sctf.org.uk/ ) continua la missione di promozione della sua musica, del suo spirito e del suo messaggio, organizzando eventi e conferenze che ne celebrano il contributo alla cultura musicale e il suo impegno per l’uguaglianza. La storia della vita di Coleridge-Taylor resta un esempio straordinario delle difficoltà, degli sforzi e dei successi che gli individui di origine africana dovettero affrontare agli albori del Novecento in Europa e non solo, nonché della resilienza, della passione e del coraggio necessario per affrontare un’epoca segnata da disuguaglianze etniche e sociali.

Avril Taylor-Coleridge, secondogenita del compositore afro- inglese, al pianoforte della sua residenza londinese. La sua attività di pianista, direttrice d’orchestra e compositrice sta cominciando ad essere giustamente riscoperta.

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