GrooveBack Magazine 002

A un artista, veramente degno di tal nome, non bisognerebbe chiedere che quest’atto di lealtà: educarsi al silenzio. A un artista…

di Noemi Manzoni

Marcello Mastroianni

Così sentenzia il critico cinematografico in “8 1/2”, pellicola datata 1963 e firmata Federico Fellini. Marcello Mastroianni, alias Guido Anselmi, è un celebre regista alle prese col suo ultimo film, colto da una crisi esistenziale che lo porterà a interrompere le riprese della sua opera. Educarsi al silenzio, per l’appunto. E quanto ci suona attuale questa massima, anzi: oggi lo è più che mai. Eppure al presente, quel silenzio che tanto gioverebbe alla coscienza comune, è divenuto uno spettro da cui fuggire; e se è vero che la pubblicità, diremmo la promozione di sé, è l’anima del commercio, ciò che viviamo è il caos più totale nel quale è arduo rinvenire tracce di qualità. In campo artistico, ormai, l’ammissione della forma astratta e il diritto democratico dell’espressione personale hanno consentito primieramente la perdita di qualunque pudore. Si sono persi i riferimenti, e dal ventre molle dell’incultura sono nati aborti intesi ad occupare un qualche spazio all’interno di un mondo che fino a pochi decenni fa era popolato dalle migliori rappresentanze. Abbiamo già parlato, in un precedente articolo, della vanità; vediamo ora di analizzare i risvolti concreti nel campo dell’attuale discografia classica. Il dato essenziale da tenere presente è il pubblico, che non esiste più. Non si prendano le serate all’Arena, le Prime alla Scala o altre manifestazioni mondane per stimare

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