GrooveBack Magazine 002

acceso. Alla fine del suo assolo Morgan ripeté due volte il tema principale, la prima volta così delicatamente che l’aria sembrava fuoriuscire dalla tromba e trascinare il tono verso il basso, la seconda volta soffiando in modo eccessivo al punto tale che il suono distorcesse la purezza della tonalità». Search for the New Land è una perfetta sintesi di tutti gli elementi che rendono il jazz diverso da ogni altra forma di esplorazione musicale, dove ogni membro del line-up dimostra di essere non solo tecnicamente abile ma altamente maturo, dando priorità alla musica piuttosto che alla rappresentazione del proprio egocentrismo artistico. Il ripetuto cambio di passo e di umore, usando l’armonia accordale/modale, fece sì che i brani acquisissero un senso di meraviglia e suspence , mentre, in alcuni tratti, l’oscurità diventa favorevole alla creazione di un’aura spettrale ed avvolgente. Search for the New Land guardava oltre. Perfino la copertina dell’album suggerisce una diversità nei contrassegni salienti. Morgan veniva solitamente raffigurato come un suonatore algido e sicuro di sé, intento a suonare la tromba con gli occhi chiusi e una sigaretta in mano o infilata nei tubi dello strumento. In tale circostanza fu colto in un momento di incertezza: mentre pone lo sguardo nell’obiettivo fotografico sembra vulnerabile e dubbioso. Come molti set con il baricentro spostato in avanti, Search for the New Land venne oscurato dall’implacabile giostra delle sessioni hard bop pronto-cuoci. Oggi però, con il senno di poi, potremmo considerarlo come il vero capolavoro di Lee Morgan, in cui tutto sembra in asse e perfettamente allineato, come quei pianeti che sovrintendono alla genialità umana. (Lee Morgan - Search for the New Land, 1964).

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